Bologna, venerdì 22 maggio 2020 – Gianluca Quondam, 45 anni, un recente passato di cavaliere di alto livello internazionale, ora anima e cuore pulsante del Circolo Ippico Regno Verde che si trova a Narni (provincia di Terni), condivide i suoi pensieri circa l’attuale situazione dello sport equestre alla luce delle ultime novità secondo cui l’ippica riparte con le manifestazioni agonistiche mentre l’equitazione al momento ancora no.
«Bisogna ripartire al più presto con i concorsi ippici, per noi comitati organizzatori ma anche per i cavalieri, per gli istruttori, per i ragazzi, per i commercianti… per tutto il sistema. Il sistema si muove sui concorsi. Uno stop di due o tre mesi lo reggiamo tutti, di più… potremmo avere dei problemi».
Lei e il suo centro sareste pronti?
«Sì, certo, noi siamo pronti. Proprio nel momento in cui stiamo parlando lo chef de piste Roberto Murè sta montando gli ostacoli in campo perché dal 26 di maggio cominciamo con i percorsi di allenamento. Quindi fino a quando non ripartiremo con i concorsi il campo sarà a disposizione di chi vuole fare un allenamento su un percorso da gara. Ci stiamo muovendo pronti a girare la chiave per ripartire, quando sarà il momento. Speriamo presto».
Naturalmente con l’adeguamento alle varie normative sulla sicurezza…
«Certo. Abbiamo sanificato tutto con una ditta certificata, c’è il registro di entrata e di uscita come da linee guida della Fise, tutti con guanti e mascherina, percorsi obbligati a senso unico, misuriamo la temperatura a chiunque entri. Ovviamente noi siamo avvantaggiati perché facciamo attività su spazi davvero enormi, il rischio è praticamente nullo e quindi speriamo in una ripartenza veloce».
Economicamente parlando la paralisi dello sport l’avete sofferta molto?
«Sicuramente sì. Poi noi avevamo in preventivo il rifacimento del campo e avevamo già iniziato i lavori, che però ovviamente si sono bloccati. Speriamo di riprendere al più presto. Ovviamente noi viviamo di concorsi e tutti gli investimenti vengono fatti con i proventi che ne derivano. Senza quelli purtroppo non riusciamo a investire, non abbiamo la capacità economica di investire, quindi siamo fermi».
Quanti concorsi avete organizzato nel 2019?
«Direi diciotto o diciannove, tra regionali e nazionali. Ovviamente tutti concentrati da marzo in poi, nel periodo tra novembre e febbraio siamo fermi, quindi il virus ci ha bloccato proprio sulla ripartenza».
Cosa pensa del modo in cui è stata gestita l’emergenza nei confronti dello sport equestre da parte delle nostre istituzioni?
«Secondo me non hanno fatto distinzioni e francamente non so nemmeno se sarebbe stato possibile farle, considerando che non è ripartito nemmeno il calcio… Si sarebbe dovuto fare una debita distinzione tra sport e sport, ma generalizzando come è stato fatto è giocoforza che siamo fermi come tutti gli altri. Adesso nella ripartenza se si parla di distanziamento e sicurezza devono obbligatoriamente distinguere tra i vari sport e allora sicuramente noi saremo tra i primi a ripartire. Ma se non c’è questa distinzione, come non c’è stata fino ad adesso, scordiamoci di ripartire. Vuole una mia personale opinione?».
Certo, dica…
«La mia personale opinione è che ripartiremo dopo il calcio. Finché non riparte il calcio non ripartiremo nemmeno noi».