Bologna, giovedì 12 maggio 2022 – Le belle storie del nostro sport. Pensate: un cavaliere bravo e giovane che in salto ostacoli comincia a ottenere risultati importanti, veste la divisa dell’Aeronautica Militare, entra nella squadra nazionale young rider e monta in Coppa delle Nazioni, poi per i casi della vita, del destino, per le coincidenze, per gli impegni, il lavoro, la famiglia… per mille ragioni diverse la vita di questo giovane cavaliere – il quale inevitabilmente con il passare degli anni diventa un po’ meno giovane – rimane assolutamente ‘dentro’ i cavalli ma senza più obiettivi agonistici di alto livello… anzi, cavalli giovani, poi la gestione del circolo ippico di famiglia che diventa un impianto sempre più attivo e produttivo e ricco di iniziative agonistiche importanti (quindi tempo e tempo e tempo da dedicare a tutto questo), poi il coinvolgimento nell’organizzazione di manifestazioni di massimo livello internazionale come lo Csio di Roma per il quale lui diventa formalmente lo sport director e sostanzialmente una delle persone attraverso le quali passano le problematiche concrete… e poi ecco un cavallo, quasi per caso, un cavallo con il quale ritornare a fare un certo tipo di concorsi, e le cose funzionano, e funzionano talmente bene che il 10 maggio 2022 (qualche giorno fa, cioè) il suo nome è ufficialmente inserito nella lista dei cavalieri che il c.t. Marco Porro convoca per lo Csio di Lisbona. E poi per lo Csio di Madrid. In Coppa delle Nazioni.
Coppa delle Nazioni. Ventisette anni dopo l’ultima. Affrontata da young rider: quindi quello di Lisbona sarà per lui l’esordio da seniores. A 47 anni. E senza nemmeno mai aver indossato la giacca rossa con il colletto verde bordato di bianco, perché ventisette anni fa lui vestiva la divisa dell’Aeronautica… Gianluca Quondam (nato il 25 marzo 1975) è il protagonista di una di quelle storie che confermano quanto lo sport – e il nostro sport in particolare – possa produrre magie quasi incredibili… se non fossero invece pura realtà.
Questo ritorno nella squadra nazionale è conseguenza di una qualche forma di pianificazione, oppure… ?
«Per il concatenarsi di episodi, ma nessuna pianificazione… L’anno scorso per caso il mio caro amico Giuseppe Allegri mi informa della possibilità di acquistare un cavallo con il quale poter gareggiare in Gran Premi di livello nazionale. Io compro il cavallo, effettivamente faccio alcune belle gare nella prima parte del 2021, poi però a questo cavallo viene una setola e quindi l’ho dovuto tenere fermo cinque mesi».
Parliamo quindi di Chaccbay, con il quale effettivamente lei aveva fatto un buon Campionato d’Italia all’inizio di maggio 2021 a Cervia.
«Sì, con qualche errore dovuto a una reciproca conoscenza non ancora del tutto approfondita… Comunque poi Chaccbay è stato fermo a lungo. All’inizio del 2022 il cavallo ha ripreso a saltare bene e così l’ho venduto, per ben tre volte… ».
Come sarebbe a dire… tre volte?
«Sì, tre volte. Ma ogni volta c’è stata una serie di fatalità e di piccoli intoppi che hanno fatto sì che la vendita non si concludesse. Allora ho detto ok, è destino, Chaccbay deve rimanere proprio con me. Da quel momento mi sono rimesso in forma, ho perso dieci chili, mi sono messo a montare dieci cavalli al giorno tutti i giorni e ho iniziato così il 2022».
Quindi un altro eccellente Campionato d’Italia pochi giorni fa e adesso la convocazione in squadra… Ma in tutti questi anni trascorsi lontano dal grande sport lei ci pensava… pensava a un… ritorno?
«Assolutamente no! Io ho sempre continuato a montare cavalli giovani ma mai ponendomi obiettivi del genere, proprio mai. Anche perché il mio lavoro è un altro, completamente un altro. Se un pensiero l’ho fatto, beh… è stato piuttosto quello di appendere gli stivali al cosiddetto chiodo, non certo di esordire in Coppa delle Nazioni da seniores ventisette anni dopo la mia ultima presenza da young rider… ».
E che pensieri ha fatto dentro di sé?
«È stata una bellissima sorpresa, un grande onore che mi ha immediatamente fatto riassaporare l’entusiasmo dei miei vent’anni… perché comunque dentro, nel profondo, siamo pur sempre sportivi e uomini di sport, quindi in casi del genere il morale va alle stelle».
Però lo Csio di Lisbona è negli stessi giorni di quello di Roma… e di Piazza di Siena lei è lo sport director… Come si fa?
«Beh, devo ringraziare di cuore il presidente della Fise Marco Di Paola, lo show director Sara Riffeser e il segretario generale della Fise Simone Perillo che mi hanno concesso la possibilità di abbandonare Piazza di Siena e andare a Lisbona. Li ringrazio con tutta la mia riconoscenza. Però sia chiara una cosa: fino al 24 maggio, giorno della partenza per il Portogallo, il mio lavoro e il mio impegno sono totalmente su Piazza di Siena, abbiamo organizzato tutto in modo che le cose si facciano anche in mia assenza. Ma poi io non sono affatto indispensabile, figuriamoci… ».
Ma le dispiacerà non esserci?
«Devo dire in tutta sincerità… un po’ sì. Ma ripeto: io sono uno sportivo e mai e poi mai potrei rifiutare un onore del genere, far parte della squadra nazionale… no, mai».
Come si sente in vista dell’appuntamento di Lisbona, e poi anche Madrid?
«Mi sento benissimo, mi sento un ventenne pieno di voglia, sono in grande forma così come in grande forma è anche Chaccbay. A questo punto spero che per questa stagione Lisbona e Madrid non siano un punto di arrivo, bensì un punto di partenza, anche perché le premesse ci sono. È un sogno che si realizza».
Il bello del nostro sport è anche questo…
«Eh sì, una magia. Non c’è età per smettere di sognare. E quindi bisogna farsi trovare sempre pronti!».