Ginevra, venerdì 13 dicembre 2019 – Kent Farrington ha vinto questa sera a Ginevra per la seconda volta nella sua carriera la finale mondiale della Top 10 Rolex/Ijrc. Kent Farrington è un cavaliere mostruoso. Non tanto per la sua immensa bravura, quanto piuttosto per la capacità fredda e razionale e scientifica dentro la quale riesce a scatenare un inferno di fuoco agonistico. Lo spettacolo è assistere alla rigorosa pianificazione con la quale si prefigge di raggiungere l’obiettivo. Questa sera nella prima manche della gara partiva per secondo: senza sapere dunque nulla di quello che avrebbero fatto i suoi avversari. In sella a una cavalla – Austria, Holstein di 11 anni da Casall x Corrado I – che monta solo dallo scorso maggio e che fino a oggi non aveva ancora ottenuto risultati importanti in competizioni di grande livello e di grande difficoltà. Il campione statunitense aveva chiaro il piano fin dal principio: ottenere il massimo in velocità per garantirsi l’ingresso in campo nella seconda manche nelle ultime posizioni (ordine di partenza nel secondo giro inverso alla classifica della prima manche) così da poter poi calibrare la strategia di gara sulla consapevolezza del risultato degli avversari. Velocità massima, a costo di compromettere il percorso netto. Il pensiero di accontentarsi di una buona prova nella prima manche per poi vedere cosa sarebbe successo nella seconda non era il suo: il suo era quello di fare certamente meglio degli avversari. Da subito. Quindi Farrington attaccava il percorso della prima manche come se stesse facendo una gara a tempo o un barrage decisivo per la vittoria di un Gran Premio: costringendo Austria a un ritmo e a un’andatura che in più di qualche occasione – soprattutto sugli ostacoli larghi delle combinazioni – la mettevano in una certa difficoltà, lei cavalla agile e veloce ma non di grandissima potenza sul salto. Ma Farrington sembrava pilotare un siluro lanciato contro il bersaglio: nulla gli avrebbe impedito di colpire l’obiettivo. Infatti… Austria chiudeva a zero galoppando velocissima e divincolandosi nelle girate e nelle combinazioni con l’agilità di un gatto selvaggio, stabilendo il miglior tempo in assoluto e dando così al proprio cavaliere il risultato voluto e cercato: essere l’ultimo a partire nella seconda frazione di gara. La vittoria finale Farrington l’ha costruita fin da qui. Il completamento del piano è avvenuto nella seconda manche. Nella quale ha resistito nel duello solo Darragh Kenny su Romeo, a conferma di un momento di forma (che in realtà dura da tutto l’anno… ) davvero straordinario: non c’è stata gara in tutto il 2019 in cui l’irlandese non sia stato protagonista… Penultimo a partire, Kenny chiudeva a zero in 42.54. Terminato il suo percorso faceva piede a terra e si presentava come da tradizione al microfono di Alban Poudret. “Basterà il tuo tempo per vincere?”, ha chiesto Poudret. “Credo proprio di no, con un avversario come Kent”, ha risposto con consapevole realismo Kenny. Infatti. Ecco Farrington in campo. Tutti i suoi avversari affacciati nella postazione loro riservata dentro l’arena. Farrington ha gli occhi chiari: sembrano di ghiaccio, anche se dietro l’iride c’è un magma incandescente. Per Austria questo secondo percorso è infinitamente più facile del primo. Il risultato è quasi ovvio: cavalla e cavaliere tagliano il traguardo senza errori e con più di due secondi di vantaggio sul rivale. Vittoria: la seconda di Kent Farrington nella storia di questa finale mondiale.
LA CLASSIFICA DELLA FINALE TOP 10 ROLEX/IJRC 2019
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