Ginevra, 11 dicembre 2016 – Pedro Veniss non avrebbe più voluto terminare il giro d’onore sulla sella di Quabri de l’Isle: l’espressione del suo volto replicata e ingigantita dal grande schermo a bordo campo mostrava una gioia quasi infantile, esuberante, incontenibile. Del resto questa è la vittoria più importante della sua carriera, sia per il prestigio mondiale della gara sia per il livello di avversari che sembravano non lasciare scampo a chi non avesse lo stesso loro curriculum. Pedro Veniss, brasiliano, 33 anni, non è certo una sorpresa, men che meno un outsider: 16° individuale alle Olimpiadi di Rio de Janeiro (la sua seconda presenza dopo quella di Pechino 2008), due Campionati del Mondo, due vittorie di Gran Premi di Csio seppure minori come quelli di Lisbona e Linz, una notevole quantità di primi posti in Gran Premi di Csi a due e qualcuno a tre stelle. Ma niente di comparabile con un trionfo del genere in un Gran Premio a cinque stelle nel più importante concorso indoor del mondo e per di più parte del Rolex Grand Slam of Showjumping! Ed è stato un successo indiscutibile, perentorio, con una prestazione che non ha lasciato scampo ad avversari ben più titolati e maturi ed esperti. Una bellissima vittoria al termine di una gara spettacolare e ad alta tensione emotiva in tutte le sue fasi, sia percorso base sia barrage. Nella quale tra l’altro lo strabordante pubblico di Ginevra ha potuto salutare Casall Ask e Nino des Buissonnets: il primo che verrà ufficialmente ritirato dall’agonismo la prossima primavera, il secondo – eroe di casa sotto la sella di Steve Guerdat – che ha dato l’addio proprio al termine di questo Gran Premio con una cerimonia di grandissimo impatto emotivo. Sembrava poi che proprio loro due con i loro favolosi cavalieri sarebbero stati protagonisti del vertice: invece Bengtsson giustamente e con un atteggiamento che gli fa onore non chiedeva al suo cavallo la prestazione estrema, accontentandosi di due meravigliosi percorsi netti con un barrage a buon ritmo ma senza correre rischi di alcun genere; Guerdat invece presentava una versione portentosa del suo cavallo che quest’anno ha fatto solo due Gran Premi e una Coppa delle Nazioni prima delle Olimpiadi, e poi più nulla di significativo fino a oggi. Nino dunque era fresco ed esplosivo come un puledro e sembrava che la vittoria non gli sarebbe sfuggita (vincitore di questa gara anche nel 2015). Guerdat in barrage partiva deciso ma un azzardo eccessivo determinava uno scarto di Nino e quindi addio.
E i nostri azzurri? Brutte notizie. Nel caso di Emilio Bicocchi per il rimpianto e per una rabbia da non dire: il campione d’Italia con il suo Ares ha fatto un percorso favoloso, il cavallo ha saltato con una disinvoltura, un margine e una sicurezza entusiasmanti. Tranne sul verticale di ingresso della gabbia numero tre: dove un riflesso forse un po’ rallentato ha determinato il tocco che ha fatto cadere quella maledetta barriera. Doveva essere un percorso netto: per come ha montato il cavaliere azzurro, per come ha saltato il cavallo dimostrando di essere assolutamente a proprio agio su questa difficoltà di valore massimo. Per quanto riguarda Lorenzo de Luca la delusione c’è stata, non sarebbe giusto nasconderlo: ma c’è stata perché le aspettative pienamente giustificate erano di altissimo livello. Giovedì sera, nel Credit Suisse Grand Prix, Ensor de Litrange aveva saltato lasciando a bocca aperta lo spettatore: poi è stato fermo per arrivare fresco e reattivo al GP di oggi. E quindi le prospettive erano entusiasmanti, calcolando la stagione portentosa del cavallo. Invece oggi sono arrivati tre errori: Ensor è sembrato un po’ appannato e non reattivo come giovedì sera. Ma forse non era semplicemente la giornata giusta: non sempre tutto può andare per il meglio. Ciò detto, rimane il fatto che Lorenzo de Luca qui a Ginevra ha fatto un concorso formidabile conquistando l’ammirazione del pubblico che all’ingresso in campo lo ha sempre salutato con lo stesso clamore ed entusiasmo riservato ai cavalieri elvetici. Piergiorgio Bucci invece non è riuscito a qualificarsi per il Gran Premio. Questa mattina il cavaliere abruzzese considerava con un certo disincanto come a volte con i cavalli si possa passare dal massimo al minimo in un niente, riferendosi alla tremenda caduta con Casallo sull’ultimo ostacolo del Gran Premio di Lione di qualche settimana fa: “Sono passato dalla vittoria sicura di quella gara al trovarmi adesso un cavallo che non ha ancora ripreso la sicurezza di allora… ”. Adesso arriverà una pausa e speriamo che il riposo contribuisca a eliminare le scorie di quella brutta esperienza.
LA CLASSIFICA DEL GRAN PREMIO ROLEX