Bologna, martedì 5 aprile 2022 – Giulia Martinengo Marquet con Elzas ha costituito un binomio molto importante per il salto ostacoli azzurro dal 2019 fino alla conclusione del 2021. Poi il cavallo lo scorso febbraio è stato venduto al cavaliere turco Derin Demirsoy, ma con una clausola che bene dimostra quanto Giulia Martinengo Marquet sia legata al suo ormai ex compagno di gara: a fine carriera Elzas (ora tredicenne, essendo nato nel 2009) dovrà obbligatoriamente rientrare a… casa, cioè nella scuderia della campionessa azzurra.
Naturalmente per qualsiasi cavaliere la perdita del cavallo che fino a quel momento era stato il numero uno significa molte cose. Anzi, al di là di tutte le implicazioni di carattere emotivo e sentimentale, significa in effetti una sola cosa: riorganizzare la scuderia. Quindi ridefinire i ruoli e in certa maniera anche ridisegnare i programmi agonistici.
Il caso di Giulia Martinengo Marquet non fa alcuna eccezione. La nostra amazzone attualmente dispone di un gruppo allargato e molto interessante di cavalli, nessuno dei quali di età superiore agli 11 anni e quindi in piena evoluzione in prospettiva.
«Attualmente il cavallo in età più matura in scuderia è Casper che ha 11 anni (Casper van de Rode Poelhoeve, castrone holsteiner nato nel 2011 da Casall x Quinar, n.d.r.). Lo abbiamo da quando aveva 5 anni ed è il mio grande amore: un cavallo che riesce a tirare fuori dal cilindro delle cose incredibili… ».
Il gruppo dei 10 anni invece è più consistente…
«Sì, sono tre: Quick And Easy, Calle Deluxe e Claristo».
Prima di passare in rassegna i più giovani diciamo che probabilmente sarà Calle Deluxe il soggetto destinato ad affrontare gli impegni più rilevanti, giusto?
«Sì, ma il punto è che Calle (nato nel 2012, castrone holsteiner da Cesano x Con Air, n.d.r.) è sempre stato molto maturo, quindi viene scontato pensare a lui: adesso però gli altri due si sono molto allineati sul suo livello. In realtà faccio fatica a pronunciarmi in maniera definitiva… Certo, l’impressione che Calle ha dato l’anno scorso non solo a noi ma anche a osservatori esterni è quella per cui sembrerebbe lui il sostituto di Elzas. Però siamo in un momento di piena evoluzione da concorso a concorso, quindi a ogni occasione c’è uno dei tre 10 anni che mi dice qualcosa di più o magari anche di meno rispetto alla settimana precedente».
Parliamo allora di Claristo (nato nel 2012, castrone holsteiner figlio di Clarimo x Heraldik xx, n.d.r.).
«Per me è sempre stato il grande talento un po’ estroso e quindi con lui ci siamo andati piano: a 7 anni era molto verde, a 8 c’è stato il lockdown… quindi è sempre stato un po’ in ritardo rispetto agli altri due. Poi nel corso degli ultimi mesi è esploso: l’ho montato nel Gran Premio più grosso del Sunshine Tour a Vejer de la Frontera, poi in uno dei Gran Premi del circuito di Oliva con un bel doppio netto. Quindi è venuto molto avanti rispetto a come lo immaginavamo anche solo alla fine dell’anno scorso».
E poi Quick And Easy (nata nel 2012, femmina holsteiner da Quick Orion d’Elle x Colman, n.,d.r.).
«Potrebbe sembrare quella più competitiva: è insanguatissima, molto rispettosa… Calle potrà forse avere più l’aria del primo cavallo, è più classico, ma lei porta a casa le gare. È una guerriera: con lei è molto più complicato fare un percorso di esercizio che non una gara: quando la lasci andare è nel suo e poi ti ritrovi che quella gara l’hai vinta senza nemmeno accorgertene… Viene voglia quindi di sfruttare questo suo talento nelle gare veloci, ma è anche vero che l’anno scorso ha vinto un Gran Premio a tre stelle a Cattolica, quindi… ».
Pensa dunque al 2022 come a una stagione di assestamento in vista del 2023, quando questi tre cavalli avranno 11 anni e saranno più maturi e pronti per gli impegni di massimo livello?
«Sì, penso di sì. Questa è una stagione in cui accoglierò con gioia qualunque richiesta di affrontare una Coppa delle Nazioni, perché piace a me, perché penso che i miei tre siano cavalli che le possano saltare, e a seconda del livello che sarà richiesto credo che potrò permettermi di averne uno in forma adeguata. Però se dovessi parlare di un’ambizione che corrisponda alla giusta maturità dei cavalli penso che l’obiettivo cui puntare sia effettivamente l’anno prossimo».
È strano parlare di tutto questo senza menzionare Elzas…
«La vendita di Elzas è una cosa bella e dolorosa nello stesso tempo. L’anno scorso sarebbe stata decisamente prematura: l’importanza di Elzas non è solo quella di essere stato un cavallo di alto livello, ma anche di aver permesso ai tre 10 anni di arrivare alla maturità senza accelerare il percorso di crescita, quindi in tutta calma, dando loro la possibilità di consolidare tecnicamente e mentalmente le qualità e le attitudini».
Veniamo ora ai più giovani.
«Di 9 anni c’è il solo Jaguar (castrone ungherese, nato nel 2013 da Odermus R x Stauffenberg, n.d.r.). Lo monto da un anno e mezzo, lo abbiamo in società con Scuderia 1918 e con Gianluigi Merisio. Fa risultati incredibili, forse non è il cavallo più competitivo del mondo ma fa una caterva di netti, e in lui crediamo molto, ha grandi mezzi, ha saltato in erba, in sabbia, indoor, outdoor… dove lo metti sta e fa il suo compito sempre bene. Non ruba l’attenzione quando lo vedi saltare basso, però se si fa caso al numero di percorsi netti, beh… è abbastanza impressionante».
Gli 8 anni…
«Sono tre. Jiamo (stallone Kwpn nato nel 2014 da Thunder van de Zuuthoeve x Carolus II, n.d.r.) è in società tra noi, Scuderia 1918 e Carlo Pfyffer (cavaliere e commerciante svizzero, n.d.r.). Un cavallo di enormi mezzi, che è stato montato da un ragazzo irlandese fino alla metà dell’anno scorso, momento in cui lo abbiamo comperato noi, e fa abbastanza sognare: quest’anno sia a Vejer sia ad Arezzo ha fatto tutte le gare in erba come se avesse saltato sempre e solo lì, enormi mezzi, molto rispettoso, una testa formidabile, quindi… credo che sia buonissimo, sono molto ottimista».
Gli altri due?
«Everglow (stallone holsteiner nato nel 2014 da Kannan x Corrado, n.d.r.), di proprietà della New Competition Horses. L’hanno comperato a 5 anni insieme a Stefano (Cesaretto, marito di Giulia Martinengo Marquet, l’uomo che gestisce insieme a lei l’attività di tutta la scuderia, n.d.r.) con l’idea di portarlo avanti, e in effetti si sta dimostrando davvero un buon cavallo. L’ha montato il nostro cavaliere Mauro Matteucci fino all’anno scorso, adesso ho cominciato a montarlo io. Siamo proprio agli inizi, al momento è il cavallo che conosco di meno ma lo abbiamo tenuto sott’occhio costantemente e con Mauro è andato sempre molto bene».
Manca il terzo di 8 anni…
«Jotage (femmina Kwpn nata nel 2014 da Denzel van het Meulenhof x Verdi, n.d.r.), che è un po’ l’amore nostro… L’abbiamo comperata a 6 anni, mi piace da impazzire. Non so dire oggi cosa salterà, ma quello che salterà lo farà bene. È competitiva, sportiva, moderna: poi dire che potrà fare l’ultimo sport non lo so, ma è comunque una cavalla straordinaria».
Insomma, una scuderia ben equipaggiata!
«Sì, inoltre ci sono due cavalli di 7 anni e uno di 6. Di quelli che monto io, intendo: poi ci sono tutti i nostri giovani che monta Mauro Matteucci. Anche in passato la nostra idea era sempre stata quella di avere almeno due o tre cavalli per età: adesso con l’aiuto del nostro sponsor Scuderia 1918 e con il continuo supporto di Maddalena Bettoni questo discorso lo possiamo sostenere in modo più solido e concreto».
In passato infatti è stato necessario per lei cedere qualche soggetto importante e di prospettiva…
«È vero, ma nessuno dei miei cavalli è stato in vendita in partenza. Però poi le situazioni contingenti costringono a prendere delle decisioni. Ovvio che l’ambizione sarebbe quella di tenerli tutti sempre in scuderia: ma per fare lo sport bisogna anche effettuare degli investimenti e delle operazioni necessariamente commerciali che quello sport permettano di sostenerlo».
Perché è superfluo dire che il suo obiettivo primario è lo sport…
«Assolutamente lo sport. Tuttavia resta il fatto che nonostante il supporto di un partner importante come Scuderia 1918 noi siamo e sempre resteremo persone che investono nei cavalli giovani con l’obiettivo di valorizzarli e farli crescere nello sport, ben sapendo peraltro che alcune operazioni commerciali possono essere del tutto funzionali all’attività sportiva. Per questo adesso stiamo facendo diverse partnership: proprio per cercare di essere più competitivi nell’acquisto e poi eventualmente anche nella rivendita».
Quindi di tutti i cavalli che lei monta siete anche proprietari, in parte?
«Sì, in percentuali più o meno consistenti a seconda dei casi, ma i cavalli sono tutti in comproprietà. Si tratta di una visione e di un progetto che condividiamo con i nostri sostenitori, il che vuol dire un investimento anche da parte nostra. Grazie a questa organizzazione delle risorse, e grazie ai nostri sostenitori, oggi possiamo dire che l’eventuale cessione di un cavallo di punta non comprometterebbe in alcun modo la qualità del nostro sport».