Bologna, mercoledì 8 settembre 2021 – Siamo alla vigilia di due concorsi favolosi: uno di seguito all’altro, entrambi a Roma in una sede tra le più straordinarie che si possano immaginare (il Circo Massimo), entrambi parte del circuito mondiale del Longines Global Champions Tour. Due concorsi: quasi una sorta di… risarcimento per quello che non abbiamo potuto godere l’anno scorso, quando la pandemia ha azzerato lo sport. Arriviamo dunque al Circo Massimo con la voglia arretrata di assistere a questo spettacolo magnifico: potremo ammirare i cavalli e i cavalieri più forti del mondo dal 10 al 12 settembre, e poi dal 16 al 18, facendo una scorpacciata luculliana di grande sport!
Ma prima che tutto abbia inizio diamo un’occhiata a quello che è accaduto in passato, così da… solleticare l’appetito ancor di più (rimanendo nella metafora… gastronomica) e aumentare la voglia di squisitezze con la quale ci avviciniamo ai due eventi tanto attesi.
Intanto parlare di Global Champions Tour in Italia non vuol solo dire Roma. La prima tappa del circuito mondiale nel nostro Paese è stata infatti ospitata ad Arezzo, il 13 settembre del 2008: Meredith Michaels Beerbaum in sella al prodigioso Shutterfly ha vinto lasciandosi alle spalle Judy Ann Melchior su Aktion Pur e Steve Guerdat su Tresor V, migliore degli italiani Gianni Govoni su Joyau d’Opal al 16° posto. Arezzo anche nel 2009, il 4 aprile, tappa d’esordio dell’intero circuito quell’anno: sul podio Marco Kutscher su Cash, Michel Robert su Kellemoi de Pepita, Bernardo Alves Resende su Chupa Chups, miglior azzurro Juan Carlos Garcia su Hamilton de Perhet, 16°, binomio che quell’anno avrebbe fatto parte dell’Italia medaglia d’argento nel Campionato d’Europa di Windsor.
Nel 2010 si cambia sede: si va nella Tenuta La Mandria di Torino, il 22 maggio, ma quello che non cambia è il vincitore: ancora Marco Kutscher su Cash! Alle sue spalle Nick Skelton su Carlo e Rodrigo Pessoa su Rebozo. Anche il migliore degli azzurri non cambia: sempre Juan Carlos Garcia su Hamilton de Perhet, all’11° posto.
Inizia poi un periodo durante il quale il Global Champions Tour non torna più in Italia: non lo avremo nel 2011, nel 2012, nel 2013 e nel 2014. Poi finalmente l’annuncio: Roma! E’ il 2015: l’evento si organizza nello Stadio dei Marmi intitolato alla memoria di Pietro Mennea. Il tutto risulta di una bellezza mozzafiato: quello tra l’altro è il periodo in cui l’intero circuito incrementa sensibilmente il numero di tappe (nel 2015 sono quindici, nel 2011 erano dieci) orientandosi sempre più verso le grandi capitali e i luoghi simbolo. Roma da questo punto di vista è quanto di meglio si possa desiderare. Il successo è strepitoso: lo stesso Jan Tops – ideatore, fondatore e presidente del Tour – lo descrive come uno dei concorsi migliori nella storia dell’intero circuito. Per Marco Danese, italiano ma soprattutto romano, direttore sportivo del Tour, la soddisfazione è indicibile… Il Gran Premio di questa prima edizione allo Stadio dei Marmi si disputa il 12 settembre: vince Rolf-Goran Bengtsson su Casall, davanti a Luciana Diniz su Fit For Fun e a Marcus Ehning su Comme Il Faut; Piergiorgio Bucci su Catwalk è il migliore degli azzurri, tuttavia piuttosto lontano dal vertice, 23° posto.
Il Gran Premio del 2016 lo vince l’11 settembre Harrie Smolders su Don VHP Z, al 2° posto Simon Delestre su Chesall, al 3° Maikel van der Vleuten su Arera C. Questo è il primo dei GP in Italia in cui i cavalieri azzurri sono competitivi al massimo: in una gara che si disputa ancora con la vecchia formula delle due manches più barrage (sarà l’ultima stagione così), un fenomenale Alberto Zorzi su Fair Light van het Heike con tre percorsi netti arriva al 4° posto, mentre Piergiorgio Bucci su Casallo Z è ugualmente autore di una prestazione formidabile con un errore in barrage andando alla ricerca di un cronometro che gli avrebbe dato infine la seconda posizione, invece del 7° posto effettivo. Ma una gara indimenticabile per entrambi i nostri campioni.
Il Gran Premio del 2017 regala una grande sorpresa: solo tre binomi raggiungono il barrage dopo il percorso base, Marcus Ehning su Funky Fred stabilisce il miglior tempo ma con un errore ed è dunque 3°, mentre Harrie Smolders su Don VHP Z è 2° senza errori… La sorpresa è la vincitrice: Evelina Tovek su Castello, giovane amazzone svedese assolutamente inattesa a questo livello, la quale tuttavia riesce a fare una prestazione magnifica (questo rimane a tutt’oggi il miglior risultato della sua carriera) sbalordendo tutti e vincendo con pieno merito. Con la sua seconda posizione, Harrie Smolders conquista matematicamente la vittoria finale dell’intero Tour con un Gran Premio di anticipo. Migliore degli azzurri è Lorenzo de Luca su Halifax van het Kluizebos, al 7° posto con un errore in percorso base.
Si apre quindi l’era di Ben Maher. In sella a Explosion, il cavaliere britannico vince il Gran Premio sia nel 2018 sia nel 2019, risultando poi in entrambi gli anni il vincitore del Tour… Nel 2018 gli rimangono alle spalle Henrik von Eckermann su Cantinero e Jos Verlooy su Caracas, mentre Lorenzo de Luca su Halifax con il suo 6° posto è ancora una volta il migliore degli azzurri; nel 2019 salgono sul podio insieme al vincitore Marlon Zanotelli su Edgar M e Ludger Beerbaum su Cool Feeling, con un magnifico Luca Marziani su Tokyo du Soleil che si insedia in quarta posizione.
Inizia il 2020. Il Longines Global Champions Tour parte: si disputa la prima tappa a Doha il 7 marzo… poi succede quello che nessuno avrebbe mai potuto immaginare. Incredibilmente.
Ma adesso siamo finalmente al cospetto di un’altra vigilia: è cambiata la sede, ma non cambierà lo spirito del tutto, anzi. Roma, il Circo Massimo, i fasti della Repubblica prima e dell’Impero poi… un luogo che è stato presente nella storia del mondo fin da allora. E adesso vi gareggeranno i più forti cavalli e cavalieri del mondo. Impossibile non emozionarsi.