Roma, domenica 19 settembre 2021 – L’entusiasmo con cui Olivier Robert ha gioito per la vittoria del Gran Premio del Longines Global Champions Tour ieri a Roma è stato contagiante: perché spontaneo, travolgente, istintivo. Vero, verissimo. Niente a che vedere con le manifestazioni di gioia certamente sincere ma altrettanto certamente molto standardizzate dei cavalieri che hanno nella loro routine normale, quasi quotidiana, questo tipo di risultati. Con ciò non si vuol dire che Olivier Robert (classe 1976) sia spuntato dal nulla, anzi: prova ne sia il suo secondo posto nella attuale classifica generale del Longines Global Champions Tour (con anche la vittoria ottenuta nella tappa di Madrid), il suo 15° posto nel recente Campionato d’Europa di Riesenbeck, le due finali di Coppa del Mondo del 2017 e del 2019, comunque una carriera internazionale avviata a partire dal 2000 condotta tuttavia prevalentemente in gare ed eventi di medio livello utili però a consolidare capacità e competitività. E adesso il cavaliere francese sta meritatamente godendo i frutti del lavoro sviluppato nel tempo.
Ieri Olivier Robert in sella a Vangog du Mas Garnier ha vinto al termine di un barrage in cui s’è trovato a dover affrontare avversari formidabili: il campione olimpico Ben Maher (al suo centesimo Gran Premio di Longines Global Champions Tour… !) su Ginger Blue, il binomio medaglia di bronzo individuale a Tokyo 2020 Mikael van der Vleuten/Beauville Z, il binomio oro a squadre alle Olimpiadi – e vincitore di questo stesso GP sette giorni prima proprio qui a Roma – Malin Baryard/Indiana; più la stella emergente del salto ostacoli svizzero, Bryan Balsiger su Twentytwo des Biches. E per giunta partendo per penultimo, con Baryard/Indiana a dover dire l’ultima parola, quindi senza conoscere il risultato del binomio che sulla carta – e soprattutto visto questo ordine di partenza – sembrava il grande favorito.
Ma Olivier Robert e il suo portentoso grigio figlio di Cornet Obolensky x Quidam de Revel (12 anni, francese a sua volta) hanno portato a termine un barrage formidabile, superando tutti gli avversari entrati prima di loro e mettendo Malin Baryard nella condizione di dover fare una specie di miracolo per risultare migliore. L’amazzone svedese in effetti accettava la sfida, ovviamente, correndo un rischio tremendo su un largo affrontato dopo una girata molto stretta e con una distanza di avvicinamento non perfetta: per fortuna si trattava di un falso largo, e proprio per questo molto sapientemente disposto in quel punto del tracciato, perché se la misura fosse stata ‘normale’… sarebbe successo qualcosa. Il percorso di Malin Baryard e di Indiana è stato in ogni caso un capolavoro di tecnica e di agonismo, eppure non è risultato sufficiente per aver ragione del risultato di Olivier Robert: dunque 2° posto, piazzamento che unito alla vittoria ottenuta la scorsa settimana fa di Malin Baryard e di Indiana le regine di questo doppio appuntamento romano con il Longines Global Champions Tour.
Olivier Robert ha ottenuto così la sua seconda vittoria stagionale dopo quella di Madrid: ma non ha guadagnato la vetta della classifica generale rimanendo al 2° posto, dato che in testa con il 5° posto di ieri si è portato Ben Maher, mentre Edwina Tops-Alexander – leader fino a prima del GP di ieri – è passata in terza posizione.
Gli azzurri? Beh, la meravigliosa Giulia Martinengo Marquet su Elzas ha portato a termine questo difficilissimo percorso base (trentacinque partenti, cinque percorsi netti… ) con un errore classificandosi al 7° posto proprio alle spalle di un binomio straordinario come quello formato dallo svedese numero due del mondo Peder Fredricson su All In ugualmente a 4 penalità. Tanto per dire il livello: con un errore ha chiuso il percorso anche Henrik von Eckermann su King Edward… E Francesca Ciriesi? Che dire di lei, che ha affrontato qui a Roma il secondo GP del Lgct della sua vita dopo quello della settimana scorsa, chiudendolo con un errore in sella a Cape Coral più un punto sul tempo? Quindicesimo posto in classifica, sì: ma molto di più nella considerazione e nell’apprezzamento delle prestazioni offerte in sella alla sua saura.
Alberto Zorzi su Clarina ha chiuso con tre errori al 25° posto: la grigia figlia di Cellestial fa quello che può montata magistralmente dal nostro campione, la settimana scorsa aveva chiuso il percorso base del GP con un errore e per il momento sembra che nelle sue corde quello sia mediamente il risultato migliore (a dire il vero nel GP di Montecarlo c’è stato uno 0/8 che è valso il 6° posto… ). Una cosa è certa: se c’è un cavaliere in grado oggi o domani di valorizzare al massimo e al meglio il rendimento della pur brava Clarina, beh… quello è Alberto Zorzi.
Emanuele Gaudiano ha montato Crack Balou. Eliminato per due rifiuti sullo stesso ostacolo, la triplice numero due. Crack Balou è un cavallo relativamente giovane – 9 anni – dalle potenzialità enormi ma molto difficile. Emanuele Gaudiano l’ha impegnato in tutte le gare più importanti di questo concorso proprio per metterlo alla prova: eliminato giovedì nella 1.55 a tempo, 14 penalità venerdì nella 1.50 mista, poi ieri molto bene nella 1.55 a tempo di qualifica al Gran Premio chiusa con un errore, quindi l’eliminazione in Gran Premio. Diciamo che quello proposto dal binomio Gaudiano/Crack Balou è un argomento tecnico molto interessante: il cavallo ha mezzi notevoli e un salto tecnicamente spettacolare ma sembra ancora piuttosto insicuro, quasi inconsapevole delle proprie qualità. Se Emanuele Gaudiano riuscirà a dare un equilibrio soprattutto ‘mentale’ al suo cavallo, beh… probabilmente avremo un altro binomio portentoso. Al momento, però, non sembra un compito troppo facile… Ma questo è il bello del nostro sport!
Infine Giacomo Casadei. Il primo Gran Premio di Global Champions Tour per il nostro giovanissimo cavaliere (vincitore domenica scorsa della medaglia d’oro nel Campionato d’Italia young rider alla sua stagione d’esordio tra gli under 21), un ragazzo che rappresenta un patrimonio importante per il salto ostacoli azzurro. In sella a Ballantine di Villagana si è ritirato, saggiamente, dopo qualche errore. Non fa nulla: si tratta comunque di un importantissimo passo compiuto lungo il cammino di una carriera che da tempo si è annunciata come molto significativa. E seguirla da vicino sarà entusiasmante. Non dimentichiamo, tra l’altro, che per lui – come pure per gli altri quattro azzurri – la semplice partecipazione al Gran Premio è stato un risultato positivo in sé e per sé: vuole infatti dire aver chiuso bene la gara di qualificazione, una prova difficile (1.55 a tempo) valida anche come finale della tappa di Global Champions League, che ha visto ‘soccombere’ personaggi del calibro di Jur Vrieling, Roger-Yves Bost, Geir Gulliksen, Sameh El Dahan, Emily Moffitt… solo per dirne alcuni.
LA CLASSIFICA DEL GRAN PREMIO
https://results.hippodata.de/2021/1956/docs/r_14.pdf
LA CLASSIFICA DEL LGCT DOPO ROMA
https://results.hippodata.de/2021/1956/docs/lgct_rankings_2021_after_rome_ii.pdf
LA CLASSIFICA DELLA TAPPA DI GCL
https://results.hippodata.de/2021/1956/docs/60finalresult.pdf
LA CLASSIFICA DELLA GCL DOPO ROMA
https://results.hippodata.de/2021/1956/docs/gcl_rankings_2021_after_rome_ii.pdf