Hickstead, venerdì 26 luglio 2019 – Nella Coppa delle Nazioni disputata oggi a Hickstead nello Csio della Gran Bretagna la riviera è stata un ostacolo che ha presentato qualche difficoltà per numerosi cavalieri. Pur non essendo stata disposta in modo difficile sul tracciato del percorso: una delle difficoltà principali nel saltarla è data per esempio dalla eventuale presenza ravvicinata di un altro ostacolo in dirittura subito dopo, cosa che costringe i cavalieri ad affrontarla tenendo molto ben presente la necessità di avere un controllo perfetto sul proprio cavallo una volta superato lo specchio d’acqua. Non era il caso di oggi. Oggi si superava un ostacolo largo piuttosto imponente e poi in dirittura si andava sulla riviera su una lunga distanza che veniva coperta esattamente in nove falcate di galoppo, ma che ovviamente potevano essere gestite dal cavaliere in eccesso o in difetto. Il primo problema – grave – lo ha avuto Amanda Derbyshire su Roulette, proprio la prima rappresentante della squadra di casa a entrare in campo. L’amazzone britannica attaccava la riviera in modo davvero sconsiderato e vi arrivava su una distanza sbagliata oltre che impossibile: inevitabile il classico ‘cazzotto’… Amanda e Roulette volavano a terra oltre lo specchio d’acqua in una caduta spaventosa e drammatica: il cavallo si rialzava prontamente e fuggiva a tutta velocità, mentre lei rimaneva a terra. Momenti di panico. Per fortuna poi si è saputo che le condizioni di Amanda non si sono rivelate così gravi come si poteva temere (al momento non ci sono ulteriori aggiornamenti) anche se di certo qualcosa deve essere successo purtroppo, vista la dinamica dell’incidente.
Ma sono stati anche altri i casi meno drammatici ma ugualmente gravi da un punto di vista di risultato sul campo. Il che dimostra un concetto che dovrebbe essere chiaro: il problema non è la riviera (come ogni tanto si sente dire da chi la vorrebbe sopprimere), il problema è saper montare bene sulla riviera. Perché questo è un principio che vale per qualunque altro ostacolo: anche un normale verticale può essere pericoloso se non lo si affronta bene, per non parlare di un ostacolo largo o di una combinazione. Il fatto è che i cavalli oggi sono molto abituati ad affrontare verticali, larghi e combinazioni, e talvolta riescono di loro iniziativa a risolvere i problemi a cavalieri imprecisi quando non addirittura incapaci; ma sono invece meno abituati a saltare la riviera proprio perché la si incontra sempre di meno perfino nelle grandi gare. Oggi è stata proprio una eloquente dimostrazione di ciò.
E in tutto questo non può non saltare all’occhio un aspetto evidente: i cavalieri e i cavalli italiani non hanno avuto alcun problema sulla riviera. Zero (come anche altri, naturalmente). Non solo: proprio il modo in cui tutti loro hanno affrontato e superato la difficoltà in entrambe le manches dovrebbe essere preso a esempio di come si fa. Di come si monta in quella situazione. Di come ci si avvicina. Di quando (e se) si deve ‘attaccare’. Insomma: un altro motivo di orgoglio a proposito dei nostri bravissimi cavalieri, dentro alla gioia per un terzo posto magnifico.