Bologna, giovedì 16 febbraio 2023 – Basterebbe solo un dato: è l’unico cavallo nella storia del salto ostacoli dalla fine della seconda guerra mondiale a oggi capace di vincere due volte una medaglia olimpica individuale in salto ostacoli. Solo lui. Prima della seconda guerra mondiale l’impresa è riuscita soltanto a Trebecco, montato da Tommaso Lequio (oro nel 1920 e argento nel 1924).
All In si ritira, lascia lo sport. Un cavallo formidabile. Piccolo di statura, non particolarmente bello, vedendolo trottare e galoppare sembra un cavalluccio anonimo e ordinario… Ma in percorso e sul salto diventa un capolavoro di bellezza tecnica, agonistica e atletica!
Nato nel 2006, castrone baio belga (Sbs) figlio di Kashmir van Schuttershof e di una figlia di Andiamo Z, All In de Vinck (questo il suo nome completo e originario) ha cominciato la sua carriera sportiva internazionale con il belga Nicola Philippaerts classificandosi al 4° posto nel Campionato del Mondo per i cavalli giovani a Lanaken nel 2013. Poi le sue grandi – anzi: grandiose – imprese le ha legate tutte al nome del fuoriclasse svedese Peder Fredricson il quale grazie a lui (sebbene non solo) a lungo è stato in vetta alla computer list mondiale dei cavalieri di salto ostacoli.
Ma al di là delle vittorie in Gran Premi e Coppe delle Nazioni (e dell’oro individuale e argento a squadre nel Campionato d’Europa 2017), è ovvio che ciò che contraddistinguerà per sempre il piccolo All In sono proprio le due medaglie d’argento individuali vinte ai Giochi Olimpici di Rio de Janeiro nel 2016 e di Tokyo nel 2021.
Ecco come lo stesso Peder Fredricson in un’intervista pubblicata sulle pagine sia cartacee sia elettroniche del nostro giornale parla del suo fenomenale compagno di gara. La domanda qui iniziale riguarda le medaglie conquistate dal campione svedese alle Olimpiadi di Tokyo e poco dopo nel Campionato d’Europa.
Possiamo dire che questo sia il periodo migliore della sua carriera?
«Direi proprio di sì. Anzi, sicuramente sì».
A quando farebbe risalire l’inizio del tutto?
«Senz’altro all’arrivo in scuderia di All In. È arrivato nei suoi 7 anni, alle Olimpiadi di Rio de Janeiro nel 2016 ne aveva 10. Un cavallo eccezionale».
Quando si è reso conto dell’eccezionalità di All In?
«Subito, fin dal primo momento in cui l’ho provato. Naturalmente con i cavalli non si può mai essere sicuri al cento per cento, ma quando lui è arrivato a casa e ho cominciato a montarlo mi è bastato molto poco per capire che si trattava davvero di un cavallo straordinario».
E dire che a guardarlo mentre sta fermo o anche mentre si muove in piano sembrerebbe il classico cavallo della scuola…
«Sì, è proprio vero! Ma poi quando salta… ».
Come è andata la storia del suo acquisto?
«Avevo un proprietario che voleva comperare un cavallo per me in vista delle Olimpiadi, tre anni prima di Rio. Avevo già provato due cavalli e deciso di acquistarli, ma poi durante il Campionato del Mondo dei giovani cavalli a Lanaken ho visto All In montato da Nicola Philippaerts, 4° nei 7 anni, e aveva saltato benissimo. Quella sera stessa io avrei dovuto prendere l’aereo per tornare a casa, ma ho chiesto se si poteva provare il cavallo: mi è stato risposto affermativamente così ho cambiato la prenotazione del volo e la mattina seguente molto presto sono andato in scuderia… E l’ho visto lì, in box, nella semioscurità: baio, piccolo, magro, sembrava davvero il cavalluccio della scuola. E anche molto basso per la mia statura… E lì mi sono detto ma perché mi è passato per la testa questo pensiero, sto solo perdendo il mio tempo, adesso sarei già tranquillamente a casa mia… Ma ormai ero lì… Così All In l’abbiamo portato fuori, fatto trottare un po’ e i miei pensieri negativi si sono perfino rafforzati. Ma poi ho cominciato a saltare, e… beh, sensazioni incredibili, incredibili!».
Tra l’altro piccolo, sì, ma adatto al suo stile di cavaliere: sembra che lei preferisca infatti cavalli caldi e insanguati, piuttosto che freddi e potenti…
«Sì, esatto, assolutamente. Quando poi mi sono seduto in aereo per tornare a casa la mia idea su All In era cambiata radicalmente: ero certo di aver trovato il cavallo giusto. Ero sicuro. Ho chiamato la persona che voleva fare l’acquisto e gli ho detto senza mezzi termini che quel piccolo cavallo dovevamo assolutamente comperarlo. In tutta la mia vita io non ho mai spinto qualcuno a fare l’acquisto di un cavallo perché si tratta pur sempre di un grande rischio, non si può mai sapere quello che poi succederà veramente. Ma questa volta no: questa volta non ho avuto alcun dubbio».
Ebbene, ora All In lascia le gare. E’ stato un privilegio per tutti gli appassionati e gli addetti ai lavori vederlo in campo ostacoli, montato con una classe e una maestria ineguagliabili da un campione del calibro di Peder Fredricson. Un binomio che rimarrà per sempre nella storia del grande salto ostacoli mondiale.