Goteborg, 25 agosto 2017 – Quando lo scorso marzo Rodrigo Pessoa è stato nominato commissario tecnico della squadra irlandese di salto ostacoli il primo concetto che ha espresso è stato il seguente: l’Irlanda da troppo tempo non è sul podio dei campionati internazionali, è ora di ritornarci perché i cavalli e i cavalieri ci sono, io spero di dare le motivazioni giuste. Missione compiuta: Irlanda campione d’Europa! Ultimo podio internazionale quello del Campionato d’Europa di Arnhem 2001, terminato allo stesso modo: Irlanda medaglia d’oro.
L’Irlanda ha fatto ovviamente una gara spettacolare a Goteborg, pur avendo potuto contare solo su tre binomi dopo la disavventura occorsa a Bertram Allen con l’eliminazione di ieri. Tre binomi che hanno prodotto cinque percorsi netti e uno con 4 penalità nelle due manches della seconda prova (ieri e oggi): un’impresa portentosa, straordinaria, memorabile. Sancita questa sera dal formidabile percorso netto di un Cian O’Connor che su Good Luck aveva in mano le chiavi della vittoria: costruita in precedenza dalle altrettanto ammirevoli prestazioni di Shane Sweetnam su Chaqui Z e di Denis Lynch su All Star. Ma che Rodrigo Pessoa abbia in effetti portato quel qualcosa che a questi stessi cavalieri è mancato nel corso delle più recenti stagioni agonistiche è innegabile.
Quello che il Campionato d’Europa di Goteborg ha dimostrato inequivocabilmente durante queste prime tre giornate di gara è che l’equitazione sarà anche uno sport prevalentemente individuale, ma quando c’è in ballo una classifica a squadre di un grande campionato tensione e spettacolo si fondono in un unico carico di emozione pazzesca. Il saliscendi stordente al quale le dieci squadre finaliste hanno costretto questa sera i propri tifosi nel bene e talvolta anche nel male non sarà dimenticato tanto facilmente. La Svezia è passata da un possibile oro alla medaglia d’argento passando attraverso un altrettanto possibile tracollo: una medaglia che è sembrata quasi una chimera nel momento in cui Malin Baryard è rimasta appesa all’uscita della gabbia verticale-largo, oppure quando Douglas Lindelow ha divelto le barriere del verticale sponsorizzato da H&M con l’immagine della stessa Baryard sui pilieri… Ma Henrik von Eckermann e soprattutto il meraviglioso Peder Fredricson hanno tenuto molto bene: il secondo terminando con quel doppio netto che gli permette di mantenere la testa della classifica individuale a zero punti (negativi, ovvio). Anche la Svizzera è scesa e poi risalita, avendo nel giovane Martin Fuchs il grande protagonista della giornata tanto da trovarsi al secondo posto della graduatoria individuale dietro Fredricson. Il Belgio ha assaporato a lungo il profumo di medaglia: svanita a causa delle 4 penalità del suo binomio più prestigioso, quello vincitore del Gran Premio di Aquisgrana, cioè Gregory Wathelet su Coree; percorso decisivo in tal senso solo perché in precedenza i suoi compagni avevano raccolto quelle penalità tali da rendere determinante l’esito dell’ultima prestazione. Le tre grandi storiche – Germania, Olanda e Francia – hanno dimostrato di essere in una fase di transizione: tra l’era dei loro grandi successi e dei grandi cavalli e cavalieri, e quella del futuro che va ridefinito; un compito non troppo difficile, visto le grandi risorse sia umane sia equine sulle quali tutte e tre possono contare. Archiviata la finale a squadre, il Campionato d’Europa domani ‘riposa’ per poi tornare domenica con la finale individuale riservata ai migliori venticinque.
LA CLASSIFICA FINALE A SQUADRE
http://results.hippodata.de/2017/1380/docs/r_j2t_2.pdf
LA CLASSIFICA PROVVISORIA INDIVIDUALE
http://results.hippodata.de/2017/1380/docs/current_standings_result_ec_indiv_after_r2.pdf