Roma, 26 maggio 2017 – L’onda dell’emozione ha sollevato Piazza di Siena e l’ha portata in alto, facendola fluttuare con eterea leggerezza. Non è stata la semplice vittoria di una semplice Coppa delle Nazioni, quella di oggi. No. Oggi è stata la liberazione dopo trentadue anni di frustrazioni, di aspettative violentate, di delusioni angosciose, di successi mancati per un soffio e di misere sconfitte. L’Italia si è ripresa Piazza di Siena, casa sua, il suo concorso, noi. Noi ci siamo riappropriati di noi: della nostra storia, del nostro passato e del nostro futuro. Non si creda che queste siano parole esagerate, dettate dall’euforia del successo e dall’emozione del momento, no: bisogna ripercorrere questi ultimi trentadue anni, anno dopo anno, per comprenderne il vero significato. Bisogna farlo per dare la giusta proporzione a ciò che è accaduto oggi a Piazza di Siena. Per capire ciò che è accaduto oggi a Piazza di Siena. Per sentire ciò che è accaduto a Piazza di Siena. L’Italia ne vincerà altre di Coppe delle Nazioni a Piazza di Siena, ma il significato di questa rimarrà irripetibile, non replicabile. Quanti uomini, quanti cavalli, quanti cavalieri sono passati in campo durante questi trentadue anni? Tanti, tantissimi: e tutti avrebbero voluto vincere, ovvio, e tutti insieme rappresentano quel passato in qualche modo genitore di questo presente. Sarebbe bello che la vittoria di oggi potesse appartenere a tutti gli uomini, a tutti i cavalli e a tutti i cavalieri che hanno tentato al meglio delle loro possibilità senza mai farcela da dopo Giorgio Nuti, Emilio Puricelli, Bruno Scolari e Graziano Mancinelli vincitori nel 1985, l’ultima volta prima di oggi. Entrare nel dettaglio tecnico adesso sembra addirittura un’operazione priva di senso. Ricorrere alle statistiche e alle considerazioni relative (prima tra tutte quella per cui siamo stati il Paese europeo che per più tempo si è dimostrato incapace di vincere in casa propria… ) anche. Oggi esiste solo il valore dei quattro cavalieri che hanno compiuto l’impresa. Un valore se possibile perfino doppio, perché quella di oggi non è stata una vittoria estemporanea, casuale, fortunosa. No. Si sapeva che la squadra è forte e che avrebbe certamente potuto vincere, ma proprio queste sono le vittorie meno facili, quelle cioè che si aspettano (e per giunta con tutto il peso di quei famigerati trentadue anni): però il campione, il campione vero, non è l’atleta che vince, bensì quello capace di farlo quando lo si deve fare. Quando è il momento. Come oggi: oggi i cavalieri azzurri sapevano di dover vincere e l’hanno fatto. Nel momento. Piergiorgio Bucci e Casallo Z, Alberto Zorzi e Fair Light van het Heike, Lorenzo de Luca ed Ensor de Litrange, Bruno Chimirri e Tower Mouche; non solo loro, però: anche i loro proprietari, le loro famiglie, i loro sponsor, i loro groom, i loro consulenti tecnici, le loro compagne di vita e di sentimenti e di emozioni: tutti coloro i quali permettono loro di essere ciò che sono oggi. Nella grande pozione della vittoria si amalgamano tanti ingredienti: quando tutto viene utilizzato nelle giuste proporzioni la magia si materializza. Come quella che oggi ha stregato tutti noi.
LA CLASSIFICA DELLA COPPA DELLE NAZIONI
http://results.hippodata.de/2017/1320/docs/8_class_5_-_fei_nations_cup_round_b_resultsteam.pdf