Roma, settembre 2016 – Partita oggi con le gare del CSI5*, la seconda edizione del Longines Global Champions Tour di Roma, tredicesima tappa del circuito 2016 che vede impegnati i ‘big’ del jumping internazionale. L’occasione giusta per fare un primo punto alla vigilia delle due prove clou di sabato (il Gran Premio Longines LGCT) e domenica (la gara a squadre valevole per la Global Champions League) con il fondatore e presidente della manifestazioni l’olandese Jan Tops e Marco Danese, direttore sportivo.
“Mi aspettavo grandi cose da Roma – ha detto Jan Tops –ed è proprio quello che ho puntualmente trovato in questa stupenda città. Una location fantastica per il pubblico e per i migliori cavalieri, amazzoni e cavalli. Ne ha fatta di strada il Longines Global Champions Tour. Nel 2006 siamo partiti con un circuito di sei tappe e ora siamo arrivati a quindici toccando i siti tra i più belli del mondo. Quest’anno abbiamo esordito con la Champions League, la prova a squadre alla quale credo molto perché si basa su una formula facile e snella che piace moltissimo al pubblico e lascia in bilico il risultato finale fino alla tappa conclusiva. La Champions League ha la capacità di unire il mondo visto che ogni squadra è formata da cavalieri o amazzoni di diversa nazionalità. Qui a Roma il pubblico potrà tifare per la Rome Gladiators, attualmente quarta in classifica e che sarà rappresentata dalla statunitense Laura Kraut e la britannica Laura Renwich. Due davvero toste, veloci e grintose”.
Tutto il lato sportivo del LGCT è curato con impegno e professionalità da Marco Danese. In parole semplici tocca a lui gestire il bello e il rognoso che ogni evento sportivo presenta prima, durante e dopo. “Ma l’esperienza dello scorso anno è servita molto per imparare tante cose – dice Marco Danese –Forse nel 2015 avevamo sottovalutato l’impatto dell’evento sul pubblico. Non ci aspettavamo insomma un successo così clamoroso. Una bellissima sorpresa che ci ha dato la forza e lo stimolo per dare il meglio in questa occasione con particolare attenzione all’accoglienza per il pubblico. Quindi una tribuna molto allargata con più posti a sedere, un villaggio commerciale rinnovato, spazi food e un ristorante stellato. Inoltre tante piccole ma significative chicche che siamo sicuri la gente che verrà a vederci apprezzerà. Non è mai facile organizzare un evento a Roma dove si vanno a occupare in maniera molto invasiva degli impianti che prima che essere impianti sportivi sono monumenti protetti e vincolari. E’ il caso dello Stadio dei Marmi Pietro Mennea soggetto a vincoli ferrei. Non nego che lo scorso anno la Sovrintendenza alla vigilia guardò con perplessità il nostro evento, ma poi dopo le verifiche effettuate il loro gradimento ci ha ripagati e soddisfatti. Lo stesso vale per il Coni impegnato a tutelare il prato e la pista di atletica. Anche qui abbiamo risposto con i fatti alle loro aspettative”.
9 settembre 2016