Bologna, lunedì 22 luglio 2019 – Kent Farrington è nato a Chicago il 28 dicembre 1980 e da quel momento ha iniziato ad andare veloce. Prima nella vita, poi anche in campo ostacoli. Uno che ha avuto le idee chiare fin da subito: «Il mio obiettivo è sempre stato quello di diventare il migliore. Per migliore intendo l’atleta che riesce a raggiungere l’alto livello e che vi si mantiene a lungo. Nick Skelton, per esempio: una carriera formidabile e la vittoria alle Olimpiadi alla sua età dopo decenni ai massimi livelli. Ecco cosa vuol dire essere il migliore, o comunque tra i migliori: non la vittoria di una gara piuttosto che l’altra ma esserci sempre con regolarità e continuità. E il mio obiettivo è cercare di essere questo per i prossimi vent’anni». Però non è stato necessario aspettare vent’anni prima di poter dire che Farrington è decisamente sulla strada… buona verso il raggiungimento del suo obiettivo: nel maggio del 2017 è diventato il numero uno del mondo dopo aver vinto una quarantina di Gran Premi tra Csi, Csio e Coppa del Mondo nell’arco di una carriera internazionale avviata ad alto livello solo nel 2005, poi all’inizio del 2018 ha avuto un brutto incidente che lo ha fermato per un certo periodo e che gli ha fatto perdere la vetta della computer list ma dal quale si è ripreso con un’energia e una determinazione formidabili (ma che lo ha comunque costretto a dare forfait dal Campionato del Mondo di Tryon 2018), per riprendere quindi a scalare le classifiche mondiali e arrivare infine ieri in sella a Gazelle a quel successo che tutti i cavalieri del mondo sognano: la vittoria del Gran Premio dello Csio di Aquisgrana…
«Da piccolo mi sono trovato tra le mani una foto di mia mamma a cavallo: mi ha talmente colpito quell’immagine che credo sia cominciata proprio in quel momento la mia voglia». E infatti Kent inizia a montare a otto anni, a Chicago, naturalmente accompagnato dalla mamma che per lui sarà sempre un sostegno fondamentale nella pratica dello sport: non solo equitazione ma anche arti marziali e sci. Il piccolo Kent monta a cavallo regolarmente una volta alla settimana, quando un certo giorno una signora che lo aveva notato da tempo per la sua bravura e determinazione gli chiede se fosse interessato a dedicarsi alle corse in piano su pony. Perché no? Kent inizia a correre, quindi… «L’unica cosa che io volevo fare era montare a cavallo. Così sono passato a due volte alla settimana, poi tre, poi quattro, poi cinque, poi sei… e non potevo rassegnarmi all’idea che il lunedì fosse il giorno di pausa per tutte le scuderie, io volevo montare anche il lunedì, e anche il giorno di Natale… ».
Ma le corse con i pony cambiano – almeno momentaneamente – le prospettive di Kent: «Volevo diventare un jockey. Correre mi piaceva da impazzire. Pensavo solo a quello e vedevo solo quello. A quei tempi concorsi ippici importanti nella mia zona non ce n’erano, così io non sapevo nulla del salto ostacoli né tantomeno dei cavalieri americani importanti. A me piaceva solo fare quello che facevo: correre». Sarà forse per questo genere di… imprinting che oggi Kent Farrington è quasi imbattibile sul cronometro nei barrage delle più grandi gare internazionali? I suoi cavalli diventano veloci grazie a lui oppure è lui che sceglie i suoi cavalli in base a questa caratteristica? «Direi un po’ tutte e due le cose. Il mio stile è la velocità, l’aggressività agonistica. E poi sono cresciuto montando cavalli da corsa, molto caldi, molto insanguati. Quindi direi che è certamente la combinazione delle due cose».
Però Kent Farrington non diventa un jockey… «No, infatti. Un giorno ho conosciuto un fantino professionista che mi ha detto: “Ok, se è davvero questo quello che vuoi fare devi sapere che sarà dura, molto dura, e che almeno due volte all’anno trascorrerai più di qualche giorno in ospedale”. Beh, non è una prospettiva molto divertente, ho pensato… Ma non è tanto questo pensiero che mi ha distolto dalle corse, quanto piuttosto il fatto che proprio in quei giorni ho visto per la prima volta un concorso ippico in televisione. Spruce Meadows, a Calgary. Sono rimasto folgorato: ecco quello che voglio fare, mi sono detto. E così è stato».
Tuttavia tra questo pensiero e il diventare numero uno del mondo di cose ne sono successe… almeno un po’! «Certo, certo… Ho lavorato per tanti cavalieri professionisti, sono stato fortunato da questo punto di vista: George Morris, Laura Kraut, Leslie Howard, Tim Grubb, tutti con il loro stile e il loro tipo di cavalli e io ho cercato di imparare da tutti. E sono in ottimi rapporti con tutti. Se oggi ho un problema con qualche cavallo ho una vasta scelta di persone da chiamare per chiedere un aiuto… !». Ma è molto raro che Kent Farrington possa avere problemi con qualche cavallo… Nella sua piccola e meravigliosa scuderia a Wellington, in Florida, l’ex numero uno del mondo ha un’organizzazione davvero invidiabile: una squadra di persone motivate e appassionate che lavorano affinché tutto proceda nel migliore dei modi e Kent possa quindi dedicarsi alla sua attività senza distrazione.
Kent Farrington ama la precisione e l’organizzazione: «Cerco di lasciare poco al caso. Anche su me stesso. Faccio molti esercizi per il controllo del mio equilibrio. Controllo molto il peso del mio corpo, non voglio assolutamente diventare troppo pesante perché credo che la leggerezza anche fisica comunque aiuti l’insieme con il cavallo, oltre a massimizzare la mia forza. Mi mantengo a una dieta rigorosa: niente zucchero raffinato, molto pesce e carni bianche, esercizi in palestra ogni giorno». Perché l’obiettivo di Kent Farrington è chiaramente solo uno: «Io vado in gara per cercare di vincere sempre, non per accontentarmi di fare bene: altrimenti me ne sto a casa. Poi è ovvio, non si riesce a vincere sempre, anzi, in equitazione si perde molto più di quanto si vinca, ma lo sport è questo: competere per vincere. Da un punto di vista mentale lo sport equestre richiede una grande forza proprio per questa ragione. Io affronto ogni Gran Premio con l’idea di vincerlo, ma la maggior parte delle volte me ne torno a casa a mani vuote: bisogna saper affrontare questa realtà, e se non ci si riesce bisogna imparare».
Ieri Kent Farrington non è rimasto a mani vuote… Ieri Kent Farrington ha vinto il Gran Premio più importante del mondo.
LA CLASSIFICA DEL GRAN PREMIO DI AQUISGRANA
https://resulting.chioaachen.de/show/12/event/70/competition/16/result/