Barcellona, 29 settembre 2017 – Che batosta ragazzi… ! Ben magra consolazione quella di aver profetizzato che questa Challenge Cup sarebbe stato meglio non affrontarla proprio… Ma nonostante quella certezza, mai si sarebbe potuto immaginare questo ultimo posto. Invece è andata proprio così: desolatamente ultimi. Non che cambi molto, all’atto pratico: la sconfitta vera è stata quella di non essere tra le otto migliori del mondo, che poi questa sconsolante… consolazione la si sia chiusa come fanalini di coda invece che a metà classifica o addirittura al vertice non modifica di una virgola l’insuccesso originario. Però brucia, maledizione: sembra davvero il timbro che certifica un fallimento totale. Perché questo è stato: un fallimento totale. Inutile rimpiangere gli assenti: anche perché la controprova non esiste, dunque degli assenti non si deve parlare, è una legge dello sport. Non se ne deve parlare per la gara che è appena terminata: si deve farlo invece per capire che il nostro salto ostacoli non può prescindere dalle sue stelle, così come qualsiasi squadra di qualsiasi sport al mondo. Ma al di là di questa certezza, rimane il fatto che alcuni cavalli schierati in campo questa sera sono rimasti ben al di sotto del loro standard normale: dunque si deve presumere che non stessero bene fisicamente, o che siano arrivati all’appuntamento di Barcellona completamente fuori forma. Può sembrare ingeneroso fare nomi e cognomi, ma prendiamo il caso di Gitano van Berkenbroeck e delle sue più recenti prestazioni: 4/0 in Coppa delle Nazioni ad Aquisgrana, 0/4 in Coppa delle Nazioni a Dublino, 8/0 in Coppa delle Nazioni a Calgary… cioè le più difficili Coppe delle Nazioni del mondo. E Juan Carlos Garcia? Un cavaliere che non si discute. Ebbene, a Barcellona 24 ieri, 13 oggi: numeri che non lasciano spazio ad alcuna sfumatura. Di Ego van Orti si è detto; cavallo che sta cominciando nelle grandi gare una storia con Alberto Zorzi che speriamo sia luminosa: ieri un magnifico zero, oggi due errori più tempo. Il che può essere fisiologico nel percorso di costruzione di un binomio. Ares con Emilio Bicocchi si è confermato: dopo il formidabile percorso netto di ieri, oggi un errore più tempo, quindi esito positivo. Tower Mouche: nel suo caso è sempre stato Bruno Chimirri a fare la differenza, cavaliere capace di tirar fuori sangue dalle pietre; tuttavia tre errori ieri e otto penalità (più tempo) oggi. Aggiungiamoci poi una ulteriore considerazione. I cavalieri (tutti i cavalieri) sono esseri umani, ovviamente: quale potrà essere stato lo spirito e il morale con i quali i nostri azzurri hanno affrontato questa infausta Challenge Cup? Si ha un bel dire che lo sport… i valori… la bandiera… l’onore… certo, verissimo, tutto verissimo e giustissimo, ma quanto giocano le motivazioni, l’entusiasmo, il senso della sfida, la consapevolezza di poter primeggiare? E per converso la frustrazione per un insuccesso e la certezza di affrontare una gara che non serve a niente se non – come poi è stato – solo a peggiorare le cose?
Comunque: prendiamoci questo ultimo posto, incartiamocelo e portiamocelo via, che – come si dice – quello che non uccide fortifica. E’ comunque utile questo finale di stagione negativo (Goteborg e Barcellona) perché serve a inquadrare con maggiore obiettività e consapevolezza la situazione reale del nostro salto ostacoli. Non è l’ultimo posto di oggi quello che ci deve angustiare più di tanto: è il mancato accesso nelle prime otto di ieri la vera sconfitta. Ritorneremo quindi ad affrontare un problema che i cavalli di Stefan Conter e di Jan Tops e di Athina Onassis ci avevano indotto a non considerare come urgente: quello dei cavalli appunto, quello di cominciare a creare in Italia un sistema che garantisca una circolazione di cavalli importanti e di qualità. Perché l’abbiamo sempre detto e continueremo a dirlo: i cavalieri di eccellenza noi li abbiamo e li abbiamo sempre avuti, ma perfino il miglior cavaliere del mondo poco può fare se sotto la sella non ha almeno due o tre cavalli di eccellente livello. La realtà che stanno vivendo i magnifici Lorenzo de Luca e Alberto Zorzi lo dimostra con eloquenza. E per fortuna Lorenzo e Alberto sono italiani…
LA CLASSIFICA DELLA CHALLENGE CUP
http://results.hippodata.de/2017/1393/docs/4_longines_fei_nations_cup_round_resultsteam.pdf