Bologna, venerdì 1 marzo 2024 – Qualunque cavaliere del mondo di qualunque livello sia – internazionale, nazionale, professionista, amatore, giovane o vecchio… – nella sua carriera sportiva e agonistica incontra prima o poi il cavallo della vita. Il cavallo che ricorderà per sempre. E non è detto che debba essere il cavallo con il quale si è vinto di più o con il quale si sono vinte le cose più importanti, o quello con il quale si passano le ore in box o in paddock a godersi il reciproco rapporto, o quello costato di più, o quello costato di meno, o quello nato in casa o nato fuori… Ogni cavaliere ha il proprio cavallo della vita per il motivo che riguarda solo ed esclusivamente la relazione con lui e soltanto con lui.
Per Bruno Chimirri il cavallo della vita è Landknecht. Cavallo con il quale il campione azzurro ha vinto, certo, con il quale ha affrontato gare importantissime, certo… Ma il motivo per cui Landknecht è il cavallo della vita di Bruno Chimirri è perché lui, questo baio figlio di Landwind II x Triton nato nel 1993 (olandese Kwpn), ha dato a Bruno la possibilità di valorizzare tutte le sue formidabili qualità di cavaliere facendo il decisivo ‘scatto’ verso la dimensione internazionale ai massimi livelli. Landknecht per Bruno Chimirri è stato la boa attorno alla quale virare per poi prendere la massima velocità possibile in mare aperto. Landknecht è il cavallo che ha permesso a Bruno Chimirri di far vedere chi fosse davvero Bruno Chimirri…
Come spesso accade nelle storie di uomini e cavalli, anche quella di Bruno Chimirri e Landknecht nasce in modo imprevedibile. Grazie a una donna, nel caso specifico: l’amazzone francese Blandine Roux. Bruno e Blandine si conoscono, si innamorano, si uniscono nella vita (nel 2003 nascerà Elisa, nel 2005 Edoardo). Lei nel 2001 monta due cavalli importanti: Australe e Landknecht. Ma mentre con Australe forma un binomio praticamente perfetto e infallibile (dal 1997 al 1999 oro, bronzo e argento a squadre nel Campionato d’Europa young rider di salto ostacoli con la Francia… !), con Landknecht c’è qualche difficoltà in più: lui è cavallo difficile, caldo, delicato negli equilibri e mentalmente impetuoso… Così nasce l’idea: Bruno, perché non provi a montarlo tu?
Nasce l’idea e nasce anche uno dei binomi più forti per l’Italia dei primi anni del Duemila. Bruno è il cavaliere perfetto per Landknecht, e Landknecht si rivela il cavallo perfetto per il Bruno di quel momento. Insieme sono fuoco allo stato puro, ma anche ghiaccio inscalfibile. Funziona tutto alla perfezione. E così dopo i primi concorsi insieme nel 2001, arriva quel 2002 che vedrà il binomio protagonista di uno dei successi più belli e importanti del salto ostacoli azzurro di sempre: la squadra guidata da Duccio Bartalucci e Hans Horn vince la finale mondiale di Coppa delle Nazioni a Donaueschingen schierando – oltre a Bruno Chimirri e Landknecht – Gianni Govoni e Havinia, Vincenzo Chimirri e Defi Platière, Jerry Smit e Jamiro. Un trionfo che regala emozioni inebrianti e stordenti…
Purtroppo però la mala sorte è dietro l’angolo. Un leggero infortunio di Landknecht nega a Bruno Chimirri la partecipazione al Campionato del Mondo di Jerez de la Frontera 2002, ma il 2003 ancora una volta a Donaueschingen regala un’altra grande gioia: Bruno Chimirri su Landknecht, Massimo Grossato su Elkintot, Roberto Arioldi su Dime de la Cour e Vincenzo Chimirri su Rosa VIII compongono l’Italia che classificandosi al 6° posto nel Campionato d’Europa conquista la qualificazione alle Olimpiadi di Atene 2004 (a tutt’oggi l’unica conquistata dall’Italia da che esiste l’obbligo di qualifica, cioè dal 1996): ad Atene la stessa squadra – con la sola sostituzione di Massimo Grossato ed Elkintot con Juan Carlos Garcia e Albin III – conquista il 7° posto su sedici rappresentative in gara.
Il 2005 è l’anno di un altro momento indimenticabile. Bruno Chimirri e Landknecht compongono la squadra azzurra che conquista il miglior risultato mai ottenuto dall’Italia fino ad allora in un Campionato d’Europa: accade ‘in casa’, a San Patrignano, con il 4° posto finale, firmato anche da Juan Carlos Garcia e Albin, Andrea Heroldt e Nanta, Jerry Smit e Nadir di San Patrignano.
L’ultimo anno di competizioni di alto livello per Landknecht è il 2007. Poi per lui ci sarà una bella e serena pensione nei verdi paddock delle scuderie francesi di Blandine Roux, dove oggi questo grande campione alla bella età di 31 anni ha completato il suo cammino terreno. Bruno e Blandine nel frattempo hanno sciolto la loro unione, come talvolta accade nelle cose della vita: una vita che tuttavia li vedrà per sempre collegati in quanto genitori di Elisa ed Edoardo. E in quanto compagni dell’esistenza di Landknecht.