Gorla Minore, sabato 15 luglio 2023 – Cinque percorsi, cinque volte zero penalità. Come solo altri quattro concorrenti sono riusciti a fare oggi a Gorla Minore, nella finale individuale del Campionato d’Europa riservato alla classe children, competizione continentale che nella prima prova disputata martedì ha visto ben 105 partenti.
Per l’assegnazione delle medaglie individuali quindi è stato necessario un barrage. E per lei, per Lavinia Lo Bosco e il suo Oberon van den Berg, c’è stato un errore nel modo più… sgradevole possibile: sull’ostacolo numero uno… Così alla fine 5° posto: proprio come in occasione del suo primo Campionato d’Europa children, quello disputato a Oliva lo scorso anno ma in sella a un cavallo diverso.
Due campionati internazionali, due volte al 5° posto, due cavalli diversi: per una ragazza che compirà 14 anni il prossimo 16 novembre (è nata a Torino) si tratta di una statistica favolosa!
È più forte la soddisfazione di aver portato a termine cinque percorsi consecutivi senza un solo errore, oppure la delusione per quella barriera caduta al numero uno del barrage?
«Sono molto contenta di come è andato il mio campionato, fare cinque percorsi senza errori è stato molto bello, un sogno che si avvera… Poi per l’errore in barrage ci sta un po’ di delusione, ovvio, però sono comunque fiera di come è andato tutto il mio concorso».
Come lo spiega quell’errore?
«La mia sensazione è stata quella di aver avuto il cavallo troppo aperto, una falcata troppo grande».
Quando ha realizzato di aver avuto quell’errore è cambiato qualcosa nel programma che si era fatta per il barrage? Ha modificato qualcosa?
«Direi di no, non c’era nulla che si potesse cambiare nel percorso tecnicamente parlando. Però… certo, un po’ ci si demoralizza».
Il suo attuale istruttore è Massimo Grossato…
«Sì, dallo scorso settembre, quasi un anno».
Dove ha iniziato a montare a cavallo e quando?
«Ho iniziato a 4 anni da un’istruttrice che si chiama Anita Calafiore, vicino a casa mia. Poi ho cambiato un bel po’ di maneggi per infine arrivare a Massimo Grossato».
Ma l’istruttore al quale lei sente di dovere di più per la sua formazione tecnica chi è?
«Beh, direi che ne ho tre come più importanti. Il primo è Marilia Vittone che mi ha insegnato tutto nel lavoro in piano e in generale nel lavoro di un cavallo. Poi c’è stato Ignace Philips che mi ha fatto entrare nel mondo dell’agonismo, e poi Massimo».
Il suo cavallo, Oberon van den Berg, come le è arrivato?
«Era di mia sorella, un cavallo che è arrivato da Ignace Philips. Poi però lei non ci si è trovata molto bene e così l’ho preso io l’anno scorso, verso settembre, ottobre… ».
Sua sorella è più grande di lei?
«Sì, ha 18 anni, fino a qualche mese fa montava ma poi ha smesso. Vedremo… ».
I vostri genitori sono persone di cavalli?
«No, assolutamente. In questo mondo ci siamo introdotte noi da sole, loro proprio nulla… Però adesso sono molto coinvolti! Molto… ».
Quali sono i suoi programmi agonistici adesso?
«Adesso con le altre due cavalle che ho a casa farò un concorso nazionale per riprenderle un po’, poi ci sarà il Campionato d’Italia e se mi qualificherò la finale del circuito di Coppa delle Nazioni».
Quindi ha altri due cavalli da montare oltre a Oberon.
«Sì, una è Ocean, la cavalla con la quale ho fatto il Campionato d’Europa l’anno scorso, l’altra è una cavalla che montava mia sorella».
Nel mondo dello sport lei ha un cavaliere di riferimento, un modello ideale al quale ispirarsi?
«Diciamo che fin da piccola il mio sogno è sempre stato quello di arrivare a un alto livello, sperando che il sogno si avveri… Al momento il cavaliere che mi affascina di più e che comunque mi motiva tantissimo è Henrik von Eckermann, per la sua monta, per come riesce ad andar bene con qualsiasi cavallo».
Lei quindi è abbastanza agonista di natura e di carattere?
«Sì, direi di sì».
Si emoziona in gara oppure riesce a controllarsi?
«No, direi che controllo tutto senza problemi, sono sempre tranquilla».
Quali sono le prospettive che ha per la sua vita?
«Intanto adesso ho finito la terza media e inizierò il liceo linguistico. Prospettive circa lo studio al momento direi di non averne di particolari, perché vorrei concentrarmi più sullo sport, spero che questo sport un giorno possa diventare il mio lavoro. O meglio, mi concentrerò sia sullo studio sia sullo sport… ma sullo sport un po’ di più!».
Il lavoro con Massimo Grossato funziona bene, evidentemente…
«Sì, con lui mi trovo benissimo. Nonostante tutti gli impegni agonistici che ha, Massimo riesce sempre a trovare il tempo per dedicarsi a me».
Oggi cosa le ha detto prima del barrage?
«Lui cerca sempre di convincermi, di motivarmi, mi fa capire che quello che sto facendo è perché riesco a farlo. Poi devo dire che una volta che sono in campo non ho bisogno di tanta motivazione: la trovo da me».