Bologna, 4 maggio 2020 – Stamattina, 4 maggio, sono state rese note le linee guida per lo svolgimento degli allenamenti per gli sport individuali dalla Presidenza dei Consiglio dei Ministri – Ufficio per lo sport. Il documento, numero di protocollo 3180 del 4 maggio 2020, detta le modalità della ripresa sportiva indirizzato al Presidente del Coni, del Cip, a tutti i Presidenti delle Federazione, Dsa e Eps. 11 pagine esplicative che richiedono attenzione e “interpretazione”, o meglio una traduzione, per poterle tradurre in ambito equitazione.
Ci siamo rivolte a Stefania Cappa, Avvocato e Giudice Sportivo, che in questi giorni di Dpcm, ordinanze regionali varie, insieme all’Avvocato Marianna Garrone hanno spiegato in modo puntuale le varie norme ai lettori di Cavallo Magazine e anche alla redazione stessa.
ll documento uscito stamattina, proprio nel primo giorno di Fase 2 regolamentata dal Dpcm del 26 aprile, é ricco di regole che nelle prossime ore verranno applicate. Abbiamo focalizzato l’attenzione su alcuni punti e abbiamo formulato delle domande ad hoc all’avvocato Stefania Cappa.
A quali enti sono rivolte le Linee Guida emanate dalla Presidenza del Consiglio Ufficio Sport?
Va premesso che le Linee Guida non sono una novità di oggi, bensì trattasi di un documento ora ripreso dalla Presidenza del Consiglio – Ufficio Sport, ma di fatto era già stato redatto dalla Federazione Medico Sportivo Italiana (FMSI), in qualità di Federazione medica del CONI e annunciato il 4 aprile scorso con un comunicato che ne anticipava, in sintesi, il contenuto.
Inizialmente, le linee guida stabilite dalla FMSI dovevano riguardare solo gli atleti di discipline sportive professionistiche che, come sappiamo, trattasi del cacio, del golf, della pallacanestro e del ciclismo. Il comunicato menzionato stabiliva che gli atleti di sport professionistici, al fine della ripresa dell’attività sportiva, avrebbero dovuto sottoporsi ad uno screening ad hoc nonché ad un costante monitoraggio. Faccio un esempio, l’atleta definito “COVID+ accertato e guarito”, avrebbe dovuto sottoporsi (e ora deve!) ad una tac per Covid, esami ematochimici ed altre visite.
Fatta questa premessa, va osservato che le linee guida della FMSI non trattavano gli sport dilettantistici e il protocollo, che è stato ripreso in toto da queste linee guida della Presidenza del Consiglio – Ufficio Sport, era stato aggiornato il 30 aprile scorso.
Le linee guida emanate il 4 maggio sono rivolte a tutti gli organismi sportivi e quindi alle Federazioni Sportive, alle Discipline Sportive Associate e agli Enti di Promozione Sportiva.
I centri Ippici e i tesserati di tutta Italia devono seguire le linee guida?
Sicuramente sí. Le linee guida redatte dalla Presidenza del Consiglio – Ufficio Sport comprendono anche gli atleti dilettantistici e, quindi, la Fise e i suoi tesserati, tutte le Federazioni, Dsa e Eps e relativi tesserati. La ripresa dell’attività sportiva inizia oggi ed esprimo qualche perplessità considerata la tardività con la quale è stato fornito questo importante documento.
Cosa deve fare il gestore del centro ippico?
Il gestore del centro ippico ha già delle Linee guida che riguardano la conduzione dell’attività sportiva in questa “Fase 2” che gli sono state fornite dalla FISE; tuttavia alla luce di questo nuovo protocollo occorrerà adeguarsi affinché gli atleti abbiano sempre con sé il certificato di idoneità agonistica.
Ma non è finita.
Infatti, le linee guida stabiliscono che laddove vi siano “Atleti Covid+” e dunque accertati e guariti, questi dovranno seguire l’iter di screening e monitoraggio stabilito per gli atleti professionisti. Viceversa, per gli atleti asintomatici e non testati non ci sono particolari indicazioni. In ogni caso, i tesserati devono dotarsi di un’autodichiarazione attestante la presenza o l’assenza di infezione da Sars-CoV-2 e degli eventuali rischi di contagio per gli altri.
Cosa fare se un un atleta del proprio centro ippico risulta positivo al Sars-CoV-2?
Le linee guida della Presidenza del Consiglio – Ufficio Sport indicano un periodo di 15 giorni nel quale l’atleta deve anche astenersi dal praticare l’attività sportiva se trattasi di atleta accertato e guarito dall’infezione da Coronavirus. Tuttavia mancano indicazioni nel caso in cui l’atleta di un maneggio risulti positivo alla sindrome respiratoria acuta grave coronavirus 2 (SARS-CoV-2).
La Fise non si è pronunciata, ma si è sempre espressa richiamando il buon senso di tesserati e circoli. È dunque facile presupporre che in un caso come quello menzionato, si possa ipotizzare al ritorno ad una “Fase 1” o alla quarantena del centro ippico.
Gestione dei Casi sintomatici?
In questo caso le linee guida FISE dettano già la regola: il circolo deve avvisare le autorità competenti e procedere all’immediata sanificazione dell’impianto sportivo. Va osservato che il protocollo della Presidenza del Consiglio – Ufficio Sport prevede altresì la “realizzazione di un luogo dedicato all’isolamento ove ricoverare temporaneamente coloro che dovessero manifestare insorgenza di sintomi riconducibili a Covid-19 durante le attività sportive; messa a punto di una procedura per la gestione dell’operatore sportivo o di altra persona presente nel sito sportivo che dovesse manifestare sintomi riconducibili a Covid-19 durante le attività sportive”. Ovvero, avere un luogo dedicato se un tesserato e/o un accompagnaore e/o un dipendente e/o gestore dimostrano sintomi durante la fase di allenamento in attesa dei soccorsi.
L’atleta ha il compito di pulire gli strumenti individuali?
È vivamente consigliato. Dovrebbe già essere una pratica comune. Vero è che, comunque, anche il nuovo protocollo si occupa della pulizia degli attrezzi sportivi specificando che per gli strumenti individuali dell’attività sportiva e la pulizia giornaliera può essere effettuata dall’utilizzatore stesso, al quale deve essere messo a disposizione idoneo detergente.
Quali sono le principali misure di prevenzione dettate da queste linee guida?
Possiamo riassumerle nel distanziamento tra atleti, l’igiene delle mani e delle superfici, nonché la prevenzione tramite l’utilizzo di mascherine e visiere. In ogni caso, è stato evidenziato che che “tali misure di mitigazione del rischio sono però di difficile attuazione in molti momenti della pratica sportiva, anche in fase di allenamento per tutti i livelli di pratica, da quella amatoriale a quella professionistica”. In particolare, l’utilizzo di mascherine e visiere è spesso incompatibile con il gesto sportivo.
Cosa si può aggiungere?
In conclusione ci sono moltissime osservazioni che si dovrebbero fare su queste linee guida dell’Ufficio Sport. In generale, però, ritengo che il lavoro della FISE (linee guida federali) possa ben tutelare il contenimento del rischio da contagio Covid 19 se i circoli e tesserati adottano fedelmente le istruzioni operative fornite e il buon senso.
Ringraziamo l’Avvocato Stefania Cappa per la collaborazione