Verona, sabato 9 novembre 2019 – Non c’è niente da fare: possiamo parlare di soldi, di contratti, di regolamenti, di diritti, di doveri, di commercio, di professionismo e di tutto quello che di più materiale e meccanico e pratico esista al mondo… ma lo sport – e il nostro in particolare – è fatto prima di tutto di passione. Di passione. La passione viene prima di qualsiasi cosa: il resto, eventualmente, ne è conseguenza.
Partiamo da lontano. C’era una volta un bambino che prendeva le spazzole per le scarpe e per gli stivali e quelle per i vestiti della mamma e del papà e le metteva con le setole all’insù sulla tavola da pranzo di casa ricoperta da una tovaglia di panno verde; poi prendeva le fiches colorate che si usavano per i giochi di società: e alle fiches colorate faceva saltare le spazzole sulla tovaglia verde… erano i cavalli che saltavano gli ostacoli sul campo d’erba del grande concorso internazionale… Quel bambino che a casa giocava con le spazzole e le fiches colorate si chiamava Raimondo e ben presto sarebbe diventato un campione formidabile che tutto il mondo avrebbe conosciuto e ammirato insieme al fratello maggiore Piero: certo, Piero e Raimondo d’Inzeo. Raimondo da piccolo giocava con le spazzole e le fiches, e mentre giocava sognava di diventare un grande campione: poi da grande avrebbe vinto il Campionato del Mondo e le Olimpiadi…
Dopo aver giocato da bambino con le spazzole e le fiches e aver vinto più tardi da grande il Campionato del Mondo e le Olimpiadi, Raimondo d’Inzeo nel 1998 è stato il testimonial dei World Equestrian Games di Roma, organizzati dal Gruppo Monrif – guidato da Andrea Riffeser Monti – con la collaborazione tecnica della Fise. Un evento mastodontico e stupendo, uno spettacolo mai visto prima in Italia (e nel mondo solo altre due volte, in occasione della prima e seconda edizione dei Weg a Stoccolma nel 1990 e a L’Aia nel 1994), una manifestazione destinata a divenire indimenticabile. Mentre Andrea Riffeser Monti con la sua folta squadra di collaboratori era impegnato a Roma tra lo Stadio Flaminio e i Pratoni del Vivaro nel gestire le competizioni mondiali, una ragazzina a casa a Bologna giocava con il Das costruendo i suoi ostacoli, i suoi percorsi, i suoi concorsi, i suoi eventi, suggestionata dallo spettacolo impressionante dei World Equestrian Games diretti dal padre. Sì, dal padre Andrea, certo: la ragazzina che a casa giocava con il Das era infatti la figlia, sua figlia Sara…
Ieri a Verona la ragazzina che nel 1998 giocava con il Das impressionata dallo spettacolo dei World Equestrian Games organizzati dal padre Andrea e di cui testimonial era Raimondo d’Inzeo il quale a sua volta da ragazzino aveva giocato con le spazzole e con le fiches… la ragazzina, quella ragazzina, Sara Riffeser Monti cioè, oggi è la donna che in Fieracavalli ha presentato nella veste di organizzatrice il nuovo e futuro concorso ippico internazionale che si disputerà a Milano nel luglio del 2020… Un evento che fin da ora si annuncia come straordinario, straordinario in senso letterale per il semplice fatto che darà vita al ritorno del grande salto ostacoli nella metropoli lombarda dopo una quantità di tempo che ormai si perde nella memoria… Sara Riffeser Monti – la ragazzina che giocava con il Das… – e Fabio Schiavolin (amministratore delegato di Snaitech, società proprietaria dell’ippodromo Snai San Siro) ieri hanno raccontato il modo in cui un sogno, il sogno di entrambi, si trasformerà in realtà: un sogno che nasce prima di tutto dalla passione per lo sport e per i cavalli, un sogno che sognato da una donna – Sara – e da un uomo – Fabio – che della passione hanno fatto la propria musa ispiratrice darà a Milano e al salto ostacoli italiano un appuntamento grandioso che si fonda prima di tutto sul desiderio di vivere e far vivere un’emozione. L’emozione della passione.
MILANO SAN SIRO JUMPING CUP 2020: TUTTO QUELLO CHE C’E’ DA SAPERE
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