Losanna, 12 settembre 2016 – Coppe delle Nazioni e Gran Premi e campionati internazionali: certo, agonismo al massimo livello. Ma le grandi storie di sport e soprattutto le grandi storie di cavalli e cavalieri non è detto che stiano per forza solo e soltanto dentro questi pur prestigiosi contenitori. Prendiamo il caso di Luca Moneta e Neptune Brecourt. Quando il cavaliere azzurro nel 2008 comincia a montare questo baio francese nato nel 2001 da Cumano (lo stallone con il quale Jos Lansink è divenuto campione del mondo nel 2006) ha già molti buoni risultati nel suo personale carniere, ma nulla di comparabile con quello che otterrà in seguito: proprio grazie a Neptune Brecourt. E del resto Neptune Brecourt non sarebbe mai diventato un vincitore se non avesse incontrato un cavaliere come Moneta che in lui ha saputo vedere quello che obiettivamente era molto difficile anche solo intuire: costruito in un modo che lo stesso Moneta ha definito “contrario a qualunque criterio utile per il salto ostacoli”, privo di qualunque elemento di fascino, senza un evidente motivo di attrattività, Neptune Brecourt non avrebbe suscitato l’interesse di nessuno, bisogna ammetterlo. Luca Moneta invece ha saputo capirlo e interpretarlo magistralmente fino ad arrivare a vivere i momenti più alti della sua carriera proprio con lui: Campionato d’Europa, Campionato del Mondo, Coppe delle Nazioni e Gran Premi, appunto i più grandi e prestigiosi contenitori di grandi e prestigiose storie. Che però non stanno solo lì dentro… A un certo punto Luca Moneta decide che per il suo amato e stranissimo Neptune Brecourt è giunto il momento di ritirarsi dalle grandi gare, quelle di massima pressione e intensità, e quindi di massime aspettative e responsabilità. Basta. Dopo tante gioie e tante fatiche, basta. Il vecchio campione lascia spazio ai giovani e si limita a fare l’accompagnatore in qualche occasione di prestigio. Come lo scorso fine settimana a Losanna: Csi a cinque stelle, massimo livello internazionale. Neptune fa le gare che si usa definire di contorno, le basse insomma, non quelle di massimo livello. Ne fa tre. Nella prima (1.40 a tempo) esce dal campo ostacoli con una ottima prestazione: un errore e 17° posto. Poi arriva la seconda, il giorno seguente, 1.45 a fasi consecutive; rimessi per bene in moto tutti i suoi strampalati meccanismi, Neptune Brecourt non lascia spazio agli avversari: 0/0 e vittoria. Poi arriva la terza e ultima gara del suo concorso, 1.45 a tempo: beh… c’è da dirlo? Neptune Brecourt quasi con sufficienza ma in realtà con imperiosa superiorità chiude a zero lasciando il suo più diretto avversario (Patrice Delaveau su Leontine Lodimar… ) a più di due secondi di distacco… ! Vittoria, certo, che altro sennò? E se non è una grande storia di sport questa… E anche una grande storia di uomini e di cavalli. Anzi: di uomo e di cavallo… Luca Moneta e Neptune Brecourt.