Bologna, 4 gennaio 2018 – Nel 2019 verrà creato il Supercavallo. Questa è la notizia che circola da qualche giorno sulle pagine di diversi e autorevoli giornali stranieri. Come hanno riportato il “The Telegraph” o il “Dailymail” la Kheiron Biotech, il laboratorio di ricerca argentino già conosciuto per aver clonato dei pony, avrebbe trovato la chiave di volta per dare alla luce un Supercavallo geneticamente modificato in grado di correre e saltare di più.
Il DNA dell’esemplare sarà editato attraverso la tecnica Crispr. Acronimo di ‘Clustered Regularly Inter-Spaced Palindromic Repeats‘, Crispr è il nome di una famiglia di segmenti di DNA contenenti brevi sequenze ripetute provenienti da virus. Queste brevi ripetizioni sono sfruttate per riconoscere e distruggere il genoma proveniente da virus simili a quelli che hanno originato le CRISPR che costituiscono, dunque, una forma di immunità acquisita.
Una versione semplificata di questo sistema è stata modificata per fornire un potentissimo e precisissimo strumento di editing genetico grazie al quale è stato possibile modificare permanentemente i geni di molteplici organismi.
Il programma del laboratorio è quello di editare geneticamente un embrione da impiantare successivamente nell’utero di una madre surrogata.
Dal punto di vista scientifico e tecnico questo “esperimento” ha altissime probabilità di riuscita viste le numerose esperienze già presenti nella letteratura. Ma al di là dell’indubbio progresso scientifico, si può realmente parlare di progresso?
Fondamentalmente nulla di troppo diverso da quello che è stato fatto negli allevamenti per molti anni dove i migliori esemplari vengono fatti accoppiare, sostiene Daniel Sammartino il fondatore della Kheiron Biotech. Non sarà più necessario aspettare diverse generazioni per beneficiare dei miglioramenti dati dall’incrocio della genetica, adesso è possibile editare il DNA già dal primo esemplare.
Come è stato detto scientificamente il progresso è innegabile ma tutto ciò è eticamente accettabile?
Una grande discussione e polemica è stata già fatta ai tempi della decisione della FEI, la Federazione Equestre Internazionale, di revocare il divieto di partecipazione alle competizioni dei cavalli clonati poiché non è stata riscontrata un’evidente differenza nelle prestazioni. Come si comporterà la FEI di fronte al promesso “Supercavallo?” e gli atleti?
Sarà ancora lecito parlare di affetto, feeling, binomio etologia o benessere quando sarà possibile scegliere gli optional del proprio cavallo come si farebbe da un concessionario?
È qualcosa che sicuramente deve far riflettere, per il resto non ci resta che aspettare.