Bologna, mercoledì 20 gennaio 2021 – Non è stato solo un vincitore formidabile, un atleta di classe favolosa, uno stallone padre di campioni: è stato soprattutto il cavallo della rinascita di Nick Skelton. Rinascita in senso letterale: nel settembre del 2000 il campione britannico è rimasto vittima di un incidente dalle conseguenze gravissime (frattura di una vertebra in due punti, la C1), tali da costringerlo a dare l’addio allo sport dopo che i medici gli avevano detto chiaro e tondo che la sua stessa vita sarebbe stata in pericolo nell’eventualità di una caduta. Per Skelton un dramma, come lo sarebbe stato per qualunque cavaliere di quel livello a soli 43 anni… Il 2001 trascorre male, Skelton è un’anima in pena che cerca di trovare una sua dimensione e una sua collocazione, senza riuscirvi: lui è un cavaliere… ma non può più montare a cavallo. Poi la sorpresa inattesa perfino per i medici che lo seguono: all’inizio del 2002 i controlli di routine dimostrano che la situazione non solo si è stabilizzata, ma si è perfino evoluta al punto tale da ipotizzare la possibilità di rimontare a cavallo! Il sangue riprende a scorrere nelle vene di Nick Skelton…
Ebbene, la storia la conosciamo: Skelton riprende a montare pian piano, con cautela e circospezione, ma in breve esplode in tutta la sua bravura e riprende a macinare successi in serie. E questi successi in serie arrivano prevalentemente in sella ad Arko III, cavallo di proprietà della famiglia Hales, da tempo sostenitrice del fuoriclasse britannico. Arko è uno stallone tedesco (Oldenburg) nato nel 1994 da Argentinus x Beach Boy: nel 2002 con lui Skelton riprende la via delle gare in impegni di media difficoltà e con ritmo non troppo serrato, vince un GP a due stelle in Portogallo, poi verso la fine dell’anno prova qualche gara più difficile. Il 2003 è la stagione in cui Arko III si conferma ai massimi livelli, condotto dalla impareggiabile maestria di un Nick Skelton che monta con la voracità di chi deve recuperare il tempo perduto: ecco il ritorno nella squadra nazionale con la migliore vittoria possibile, quella della Coppa delle Nazioni dello Csio di casa, a Hickstead, con due magnifici percorsi netti… e poi il 2° posto a Calgary e Dublino, poi il Campionato d’Europa a Donaueschingen. Il 2004 è segnato dalla partecipazione alle Olimpiadi di Atene, con il 10° posto individuale… e via via una serie di formidabili e indimenticabili vittorie tra le quali spiccano quelle dei Gran Premi di Csio a Roma e Lucerna (2006), a Calgary (2008), e in Coppa delle Nazioni a Roma (2005), a Dublino (2005 e 2008), dopo quella magnifica di Hickstead.
Nick Skelton è un campione straordinario e di cavalli importanti ne ha montati tanti, e tanti importanti lo sono diventati grazie a lui. Come dimenticare il portentoso Big Star, con il quale il cavaliere britannico ha vinto la medaglia d’oro individuale olimpica a Rio de Janeiro nel 2016? Ma l’inizio di quello che di meraviglioso per Nick Skelton è accaduto dal 2002 fino a oggi è firmato da lui: da Arko III. Il cavallo insieme al quale Nick Skelton ha ricominciato a vivere: il cavallo che oggi ci ha lasciato.