Omaha, 2 aprile 2017 – Una finale meravigliosa terminata con un risultato che più giusto di così non sarebbe stato possibile. L’unica cosa che avrebbe potuto impedire la vittoria a McLain Ward sarebbe stato un calo fisico della sua formidabile Azur (nome completo Azur du Gardens, Bwp nata nel 2006 da Thunder van de Zuuthoeve: poi divenuta HH Azur poiché di proprietà di Hunter Harrison, oltre che di François Mathy senior). Altrimenti cos’altro? La perfezione: Ward e la sua campionessa hanno vinto tre gare su tre, non hanno toccato una barriera in cinque percorsi. Ma più di questo, è il ‘modo’: velocità, precisione, ritmo, eleganza, stile, organizzazione, coraggio, e una capacità disumana da parte di Ward di sopportare una pressione pazzesca. Perché sì, certo: i suoi avversari non gli hanno dato alcun vantaggio fino alla fine, non tanto da poter stare tranquillo cioè; e poi si gareggiava negli Stati Uniti, a casa, di fronte a un pubblico sterminato tra quello presente e quello davanti a un qualunque tipo di schermo che non chiedeva altro che la sua vittoria. Ward – 41 anni – ha affrontato a Omaha la sua diciassettesima finale di Coppa del Mondo e il suo ventiquattresimo campionato internazionale: molte medaglie, ma mai l’oro individuale. Adesso l’oro individuale è arrivato nel luogo perfetto, nel momento perfetto e nella maniera perfetta. Un trionfo. McLain Ward è un vero campione, non perché ha vinto e non perché monta benissimo: lo è perché ha fatto al meglio quello che sa fare esattamente nel momento in cui è stato necessario farlo.
Lorenzo de Luca è stato meraviglioso. Due percorsi netti che hanno dato la più eloquente dimostrazione del suo valore e del valore del binomio che forma insieme a Ensor de Litrange. Anche se la giornata-chiave della sua finale è stata venerdì, quando su di lui pesava l’obbligo di riscattare la maledetta prima prova: oggi c’è stata più tranquillità, più certezza dei propri mezzi, maggiore possibilità di montare senza troppa pressione addosso. E così Lorenzo de Luca ha prodotto al meglio tutta la sua spettacolare equitazione fatta di ‘difficilissima’ semplicità, con un cavallo che è andato migliorando salto dopo salto e percorso dopo percorso, dimostrando così di aver ricevuto una preparazione fisica e tecnica di assoluta eccellenza. Certo è che proprio il suo caso dimostra con evidenza quanto oggigiorno sia impossibile pensare di rimontare in classifica se non si parte al meglio già dalla prima prova: un tempo si sono visti diversi casi di cavalieri che partiti in grave ritardo poi sono perfino riusciti ad arrivare sul podio. Oggi è pressoché impossibile: la qualità di cavalli e di cavalieri non lascia margini.
Romain Duguet ha ottenuto l’affermazione più importante della sua carriera. Spesso il cavaliere svizzero è andato vicino al cogliere un risultato importante in varie situazioni, campionati o Gran Premi che fossero, salvo poi cedere nel momento del dunque. Qui a Omaha invece ha tenuto perfettamente fino alla fine in sella a una cavalla – Tewntytwo des Biches – che francamente non si pensava così competitiva a questo livello. Davvero un grande risultato. Come del resto quello di Henrik von Eckermann con Mary Lou che dopo un lungo ‘apprendistato’ ha deciso lo scorso autunno di lasciare l’ala protettiva di Ludger Beerbaum per camminare da solo in una sua scuderia e con una serie di suoi proprietari e cavalli: e lo sta facendo magnificamente bene.
Bisogna ribadire ancora una volta i grandi complimenti ad Alan Wade: il direttore di campo irlandese ha completato una magnifica opera, apprezzata incondizionatamente da tutti i concorrenti e gli addetti ai lavori. Oggi non è facile costruire percorsi ‘giusti’ in competizioni di tale livello: sono pochi i professionisti in grado di farlo con sistematica regolarità. Wade – che lavora molto negli Stati Uniti – ha conclamato definitivamente la sua bravura e la sua qualità. Ha vinto anche lui una Coppa del Mondo.
LA CLASSIFICA FINALE DELLA COPPA DEL MONDO 2016/2017
http://results.hippodata.de/2017/1300/docs/standings_after_wcf_3b_final_ohne_stechen.pdf