Parigi, 19 marzo 2017 – Un Gran Premio molto difficile ha posto termine al concorso ippico internazionale a cinque stelle “Saut Hermes” di Parigi. Una gara che pur allineando un gran numero di cavalieri di massimo livello, gran parte dei quali in sella ai migliori cavalli, ha visto infine solo tre percorsi netti approdare al decisivo barrage finale. Sembra essere il tema portante degli ultimi tempi nelle grandi gare indoor: la qualità straordinaria di cavalli e cavalieri spesso ha fatto sì che al termine del percorso base dei più importanti Gran Premi fossero moltissimi gli zero, più di quello che sarebbe naturale secondo le percentuali considerate ideali, così probabilmente il rischio è di passare all’estremo opposto, cioè a percorsi esasperatamente selettivi. A dire il vero oggi a Parigi non vi era nulla di esasperato, cioè di insuperabile, del resto il direttore di campo Frank Rothenberger è uno che la sa lunga: anche la molto difficile doppia gabbia (verticale, due falcate, verticale, una falcata, passaggio di sentiero) sulla cui uscita moltissimi cavalli si sono trovati in grande difficoltà tenuti un po’ indietro dai due verticali, per alcuni – una minoranza a dire il vero – non ha rappresentato un grave problema. L’altra difficoltà estrema era data da una linea composta da una gabbia largo-dritto e poi in dirittura un largo (con fosso nero all’interno) che richiedeva una strategia perfetta dall’inizio alla fine. Sono usciti tantissimi percorsi a quattro e a otto penalità, moltissimi ritiri (tredici) e, appunto solo tre netti. Lo spettacolo ovviamente è stato vibrante di emozione fino alla fine perché a un certo punto sembrava una sfida quasi impossibile riuscire a chiudere senza errori… Ci sono riusciti Bertram Allen in sella a una ritrovata Molly Malone, cavalla che dopo un lungo periodo di appannamento – se non altro in termini di risultati – oggi è sembrata quella dei vecchi tempi: partito per primo, il giovane irlandese ha dovuto tentare il tutto per tutto e così gli è venuto un errore; la stupenda Penelope Leprevost, idolo di casa, in sella a Vagabond de la Pomme, che per salvaguardare il netto non è stata velocissima, passando poi la responsabilità all’ultimo avversario; e infine l’australiana Edwina Alexander Tops su California: bravissima nell’ottenere sia lo zero sia quel decimo di secondo scarso in meno rispetto alla rivale così da guadagnare la vittoria.
Gli azzurri? Risultati un po’ opachi. Lorenzo de Luca ha impegnato Limestone Grey il quale sul largo con il fosso nero non si è nemmeno voluto avvicinare: una carezza e ritiro; non che questo fosse un Gran Premio da snobbare, ovviamente, ma il cavaliere azzurro adesso ha la finale della Coppa del Mondo nel mirino e Limestone Grey di certo nella sua scuderia non è il cavallo al momento da grande Gran Premio. Emanuele Gaudiano ha montato Caspar: il secondo errore è venuto solo perché dopo il primo il nostro cavaliere ha voluto tagliare talmente tanto la girata sull’ultimo ostacolo alla ricerca del cronometro migliore da rendere di fatto quasi impossibile il salto per il suo compagno; il problema è stato il primo errore, quello che ha negato – a lui come a tanti altri – l’accesso al barrage. Per Gaudiano il 18° posto finale. Piergiorgio Bucci su Casallo Z ha ugualmente chiuso con due errori andando così al 16° posto. Da segnalare comunque nell’arco delle giornate di gara due belle vittorie italiane: una di Emanuele Gaudiano su Carlotta nella gara di apertura, l’altra di Emanuele Bianchi su Zycalin in una delle prove riservate agli under 25 (ex aequo anche dopo il barrage con la svedese Evelina Tovek su Quiara M).
LA CLASSIFICA DEL GRAN PREMIO HERMES