Bologna, 21 marzo 2017 – Una delle cose più impressionanti facendo il percorso autostradale che da Bruxelles porta verso Eindhoven (che è in Olanda) sono i cartelli che indicano le direzioni, i luoghi e le città. Per una persona ‘normale’ niente di strano: sono dei pannelli blu con la scritta in bianco. Per una persona di cavalli, invece, quella serie di cartelli suscita una grande impressione: perché non c’è paese o città tra quelli segnalati lungo il percorso che non sia sede di un importante concorso internazionale di salto ostacoli. Detta così sembra una cosa da niente, ma viverla con i propri occhi fa un certo effetto: soprattutto se gli… occhi sono italiani. Elencando a memoria e senza un preciso ordine di successione partendo da Bruxelles si vedono le indicazioni per Anversa, Mechelen, Liegi, Diest, Hasselt, Lummen, Gent, Roosendaal, Maastricht, Valkenswaard, Eindhoven, Aquisgrana, ‘S-Hertogenbosch… lungo un percorso di soli 130 chilometri. Senza dire dei luoghi nei quali si organizzano concorsi minori. Sarebbe come se andando in autostrada da Padova a Brescia tutte le indicazioni stradali segnalassero un concorso ippico internazionale… Questa semplice constatazione sarebbe forse sufficiente per spiegare perché soprattutto il Belgio – ma anche in parte l’Olanda – rappresenta oggi come oggi una realtà capace di attirare l’attenzione di tutto il mondo degli addetti ai lavori più di qualunque altro Paese d’Europa. E stiamo parlando di una nazione che conta poco più di undici milioni di abitanti su un’area complessiva di 30.536 chilometri quadrati (tanto per avere un’idea l’Italia si stende su 301.340 chilometri quadrati per una popolazione di oltre sessanta milioni di individui). Ma i dati che impressionano ancora di più sono quelli che emergono da un recente studio i cui risultati sono stati pubblicati sulle pagine della rivista svizzera Le Cavalier Romand nel quale si tiene conto della popolazione equina belga: ebbene, da tale statistica risulta che in Belgio ci sono 350 mila cavalli, quindi undici cavalli per chilometro quadrato e un cavallo ogni trentuno abitanti. Una comparazione? La Svizzera (41 mila chilometri quadrati e otto milioni di abitanti, quindi abbastanza simile al Belgio) conta due cavalli e mezzo per chilometro quadrato e un cavallo ogni 78 abitanti. La Francia (675 mila chilometri quadrati, settanta milioni di abitanti) quasi due cavalli – 1,63 per la precisione – per chilometro quadrato e un cavallo ogni settanta abitanti. Dati abbastanza impressionanti. Ma ci sono altri aspetti che spiegano i motivi per i quali il Belgio è il luogo ideale per qualunque cavaliere professionista odierno. Per esempio quelli che emergono da una statistica che vi proponiamo noi: nel 2016 in Belgio si sono disputati 57 concorsi ippici internazionali di salto ostacoli, contro i 31 dell’Italia, i 35 dell’Olanda, i 44 della Germania; solo la Francia sta più in alto con i suoi 87 eventi, ma su di una estensione territoriale che come abbiamo visto è enormemente superiore a quella del Belgio. Quindi è evidente che in termini di spese e di ore di trasporto per svolgere una importante attività agonistica non c’è confronto: il Belgio è l’ideale senza alcun dubbio. Aggiungiamo inoltre che l’aeroporto di Liegi è il punto di riferimento imprescindibile per qualunque trasporto aereo equino: vi è stata addirittura costruita una struttura – la Liege Airport Horse Inn – ideale per ospitare con tutte le comodità i cavalli e i loro accompagnatori in transito, una vera e propria scuderia a cinque stelle. Questo per quanto riguarda lo sport. Ma anche sul fronte dell’allevamento i dati sono eloquenti. Intanto per il fatto che in Belgio vi sono ben tre stud-book: il Bwp, l’Sbs e Zangersheide. Poi perché il regime fiscale equipara l’allevatore di cavalli all’agricoltore: con tutti i vantaggi che ne conseguono. Dunque non è affatto un caso se due dei tre stud-book belgi si trovano nei primi tre posti della classifica 2016 riservata ai libri genealogici: secondo Zangersheide e terzo il Bwp, dietro il tedesco Holstein. Quindi ecco spiegate molto sommariamente alcune delle ragioni per le quali gran parte degli addetti ai lavori prediligono il Belgio scegliendolo come propria base operativa. Certo, è poi pur sempre vero che in Belgio piove molto e in Italia invece c’è il sole… ma questo è un altro discorso.