Bologna, martedì 26 maggio 2020 – Quella iniziata ieri sarebbe stata una settimana di grande emozione: la settimana di Piazza di Siena… Lo Csio d’Italia sarebbe cominciato giovedì, ma già da ieri sul terreno del Galoppatoio di Villa Borghese avrebbero avuto inizio le gare nazionali. Invece sappiamo bene tutti cosa è accaduto: la pandemia del Covid-19 ha cancellato il nostro magnifico concorso, così come tutti gli altri eventi programmati nel calendario agonistico internazionale del mondo intero. Ma tra questi, tuttavia, nessuno può contare su un ambiente, una storia, una città come quelli che invece caratterizzano Piazza di Siena, uno spazio meraviglioso voluto dai nobili Borghese alla fine del Settecento all’interno del vastissimo parco della villa di famiglia – composta da numerosi edifici dislocati in diverse aree – come omaggio alla città di loro origine, Siena appunto. Fu il principe Marcantonio IV Borghese a dare agli architetti Antonio e Mario Asprucci l’incarico di realizzare l’opera, che lui purtroppo non fece in tempo a vedere conclusa: quando morì nel 1809 i lavori per dare alla luce Piazza di Siena erano ancora in corso. La vita di tutta Villa Borghese, dei suoi edifici, delle sue fontane e dei suoi giardini seguì poi il corso della storia d’Italia: mentre i parchi di molte ville patrizie vennero lottizzati, quella meravigliosa estensione verde fu acquistata nella sua interezza dallo Stato nel 1901 e quindi successivamente ceduta al comune di Roma nel 1903. All’atto dell’acquisto l’intera area venne denominata “Villa Comunale Umberto I già Borghese”: quindi da quel momento in poi i documenti ufficiali parlano di Villa Umberto, nonostante per i cittadini sia rimasta sempre e solo Villa Borghese (e tale ritornerà a essere in futuro). Il parco si trasformò così in spazio aperto al pubblico e Piazza di Siena venne riservata a manifestazioni soprattutto di carattere sportivo tra le quali il Campionato d’Italia assoluto di atletica leggera dal 1907 al 1909. Le competizioni equestri vi entrarono nel 1922 come prove a carattere nazionale: quando venne assunto lo status di concorso ippico internazionale l’intera manifestazione si spostò per due anni all’ippodromo di Villa Glori (1926 e 1927) e per un anno – il 1928 – all’ippodromo dei Parioli, oggi non più esistente. I cavalli ritornarono a Villa Borghese nel 1929, e a partire da quell’anno Piazza di Siena diventa la ‘casa’ definitiva del concorso ippico internazionale ufficiale d’Italia – a quel tempo contraddistinto dall’acronimo Chio (Concours Hippique International Officiel) – fino a oggi. Un oggi caratterizzato da questa sospensione dovuta all’attacco del virus: ma sarà solo una pausa, il concorso di Piazza di Siena tornerà in tutto il suo splendore nel 2021.