Bologna, 21 maggio 2018 – Oggi è lunedì 21 maggio. Inizia la settimana di Piazza di Siena. La settimana dello Csio di Roma. Di Piazza di Siena ultimamente si è parlato in tutti i modi e con tutti i toni possibili e immaginabili: la Fise, il Coni, l’erba, la sabbia, il Galoppatoio, il concorso che si divide, no, il concorso che si allarga, l’erba che è bellissima da vedere ma la sabbia che tiene di più, concorso di élite, no, concorso popolare, la villa e i protezionisti, l’invasione di Piazza di Siena, no, la riqualificazione di Piazza di Siena, fuori dalla Prima Divisione è meglio, no, fuori dalla Prima Divisione è peggio… quante parole, quante polemiche, quante discussioni, quante storie… Un rumore pazzesco dentro il quale si rischia di perdere però il suono più importante, un rumore assordante che rischia di sovrapporsi a quello che dovremmo ascoltare veramente e che infine rappresenta il motivo principale. E qual è il motivo principale, da cosa la nostra attenzione non dovrebbe essere distolta? Da questo: dal fatto che venerdì pomeriggio quattro cavalieri entreranno in Piazza di Siena per rappresentare l’Italia – quindi tutti noi in senso verticale e orizzontale e trasversale e indiscriminato – nella gara che si chiama Coppa delle Nazioni. Quattro cavalieri, quattro esseri umani che per quanto bravissimi e fortissimi e campionissimi nel loro essere cavalieri rimangono pur sempre quattro esseri umani con le loro passioni, i loro dubbi, le loro certezze, le loro speranze e i loro timori, le loro forze e le loro debolezze. Proprio come ciascuno di noi. Ognuno di loro quando entrerà in campo ostacoli sarà solo con il suo cavallo: e migliaia di occhi che lo staranno a guardare. Pensate che sia una situazione facile? Anche per chi fa questo nella vita e per professione? Non esiste farlo per professione, in quel momento: in quel momento esiste solo l’impellenza di fare al meglio una cosa che è stato il sogno di quando si era bambini… la passione di una vita… Ma una cosa difficile però, una cosa estremamente difficile: non dobbiamo – tutti noi – cadere nell’errore di considerare come ovvio e scontato e perfino normale e facile fare fisicamente e mentalmente una cosa solo perché è la cosa che si fa nella vita. No. Entrare in campo per fare la Coppa delle Nazioni a Piazza di Siena essendo italiani non è per nulla facile… E quindi adesso quello che il mondo del salto ostacoli dovrebbe fare sarebbe dedicare la propria attenzione solo a questo, solo a questi cinque cavalieri che questa settimana sono ‘noi’: cercando di trasferire loro anche a distanza, anche solo con l’intensità del proprio pensiero quella forza e quell’energia che spesso possono nascere proprio dall’unione degli intenti. Sono cinque, gli azzurri. Poi giovedì sera il c.t. Duccio Bartalucci deciderà titolari e riserva. Ma la squadra rimane comunque di cinque. In cinque si va verso quell’obiettivo…
Bruno Chimirri. Per come lo conosciamo, Chimirri sta maledicendo il fatto che ci siano ancora dei giorni da vivere prima di entrare in campo. Aumentano le difficoltà? Perfetto: lui aumenta la sua forza. L’impresa si fa estrema? Magnifico: il desiderio si trasforma in voglia e la voglia si trasforma in necessità. Oggi Bruno Chimirri vorrebbe già spaccare tutto… Lui sogna il grande risultato proprio quando il destino sembra fare di tutto per negarlo. Bruno vuole trascinare e insieme essere trascinato. E’ un uomo di sangue, di passione: calabrese trapiantato al nord, unisce il calore ribollente del meridione al calcolo freddo del settentrione. La miscela perfetta.
Giulia Martinengo Marquet. E’ il simbolo della bellezza dell’equitazione italiana. Una donna che vive pensando cavalli e sport da quando la mattina si sveglia a quando la sera si addormenta. E probabilmente anche dormendo. La sua forza mentale nel puntare verso un obiettivo è… metallica: dunque inscalfibile. Arriva sull’onda del successo tricolore (seconda medaglia d’oro di campione d’Italia per lei… !) ottenuto in sella a Verdine, una cavalla della quale obiettivamente non in molti si erano accorti: il suo merito quindi è doppio…
Paolo Paini è probabilmente l’uomo che più di tutti sta gustando questi momenti: perché lui non ha avuto una giovinezza internazionale importante, è arrivato sul grande palcoscenico tardi, all’età in cui altri suoi colleghi avevano già vissuto campionati e vittorie e medaglie. E con Ottava Meraviglia di Ca’ San Giorgio è stato una delle più belle realtà del 2017. Paolo Paini quindi ha la voglia dell’adolescente che vuole divorare il mondo e insieme la consapevolezza dell’adulto che sa come vanno fatte le cose. Per di più chi avrebbe mai detto qualche settimana fa quando la sua gamba si è spezzata che oggi sarebbe stato nel quintetto di Coppa delle Nazioni a Piazza di Siena? Il suo è stato un recupero prodigioso…
Luca Marziani. Un romano a Roma nella squadra di Coppa delle Nazioni a Piazza di Siena: avete idea… ? Marziani ha fatto una stagione 2017 favolosa insieme al suo Tokyo du Soleil: in alcune occasioni ha conquistato ottimi risultati, in altre ha fatto chiaramente intendere di poterli conquistare eliminando qualche imperfezione, qualche imprecisione, qualche dettaglio, cioè tutte quelle cose che in realtà servono per fare esperienza, per capire dove e come intervenire per ottenere il meglio. Il 2018 per lui è un anno importantissimo proprio per questo: vi arriva con la certezza di comporre un binomio forte, insieme al suo Tokyo. Dentro di lui c’è emozione pura, adesso: Luca Marziani ama Roma, chissà cosa darebbe per poter regalare a Roma e all’Italia una gioia…
Emanuele Gaudiano, il vincitore seriale. Lui costruisce cavalli e fa lo sport con un unico e solo obiettivo: vincere. Qualche tempo fa quando era lui il primo cavaliere italiano nella computer list della Fei (quindi ben prima dell’avvento di Lorenzo de Luca e Alberto Zorzi) pur di conservare quella posizione si è sbattuto in giro per il mondo con un ritmo forsennato, una cosa da far venire l’esaurimento nervoso anche a chi se ne stava seduto su una poltrona a casa immobile a seguire i suoi spostamenti da lontano… Emanuele Gaudiano è animato da un’energia sovrumana ed è apparentemente (apparentemente… ) impermeabile a qualunque picco emotivo nel bene e nel male, come se l’emozione potesse rappresentare un rischio per il mantenimento stesso di quella energia.
Ecco i nostri cinque azzurri. Ecco l’Italia. Ecco i nostri cinque cavalieri. Sarebbe bello se ora i rumori improvvisamente calassero: per poter ascoltare solo il suono del galoppo dei loro cavalli sul prato di Piazza di Siena.