Bologna, sabato 21 novembre 2021 – La notizia del ritorno all’erba della superficie del campo ostacoli della Tops International Arena a Valkenswaard ha suscitato un certo clamore. Soprattutto considerando il fatto che quel campo con l’erba ci è nato, ed è stato poi convertito alla sabbia solo qualche anno fa. E se un imprenditore e genio degli affari come Jan Tops ha preso questa decisione, nonostante quello che deve essergli costato il precedente passaggio dall’erba alla sabbia, allora vuol dire che il… mercato va in questa direzione. Senza dubbio. Intendendo per mercato il desiderio e le aspettative dei cavalieri e degli addetti ai lavori del massimo livello internazionale.
Ma il ritorno alle origini più sensazionale in assoluto sulla scena del salto ostacoli mondiale non è stato quello vissuto da Valkenswaard, pur con tutto il rispetto per il magnifico impianto di Jan Tops, no: è stato invece quello di Piazza di Siena. Certo, Piazza di Siena: in considerazione della storia, della tradizione, del prestigio e della visibilità dello Csio d’Italia che su quel terreno vive dal 1929, dopo le prime tre edizioni negli ippodromi dei Parioli e di Villa Glori. In erba, ovviamente. Dal 1929 arriviamo al 2005: durante il Gran Premio Roma si scatena un diluvio terrificante, la gara vive momenti di grandissima difficoltà, al termine dell’evento la Fei fa chiaramente intendere che se Piazza di Siena non si converte alla sabbia Roma può dare tranquillamente l’addio alla tappa della Super League Samsung di Coppa delle Nazioni… Dunque Piazza di Siena si converte alla sabbia: nel magnifico scenario di Villa Borghese si apre questa macchia bianca e polverosa che – pur decorata in tutti i modi possibili – sembra davvero un piccolo deserto circondato da una gigantesca e lussureggiante oasi verde. Dodici anni: periodo di tempo durante il quale anche solo ipotizzare il ripristino del fondo in erba è sembrata una specie di follia, un pensiero nostalgico per un tempo che non sarebbe mai più tornato perché – si diceva – i cavalieri oggi vogliono la sabbia, la sicurezza, non si può fare un concorso di alto livello senza la sabbia (e Aquisgrana? Dublino? Hickstead? Calgary? La Baule… tutti in erba, e quindi? Sì, ma quelli sono terreni stabili, dedicati e curati e trattati esclusivamente per il concorso in impianti esclusivamente riservati al concorso… ). Dodici anni. Poi dopo l’edizione del 2017 accade qualcosa che ancora oggi, a distanza di qualche tempo, appare quasi incredibile: la Fise e il Coni decidono di riportare l’erba in Piazza di Siena! Critiche, polemiche, prese di distanza, incredulità, di tutto e di più… Sappiamo come è andata a finire: non solo il ritorno dell’erba ma anche un’opera di restauro dell’intera area hanno ridato a Piazza di Siena e allo Csio d’Italia uno splendore forse perfino più scintillante di quello del passato. Due edizioni: 2018 e 2019 (poi la cancellazione nel 2020 a causa del Covid). Sole accecante per quattro giorni il primo anno, pioggia e sole il secondo: eppure il terreno durante il concorso del 2019 è stato perfino migliore… Parliamo di tutto questo con Marco Di Paola, presidente della Fise, l’uomo che insieme a Diego Nepi (direttore marketing e sviluppo del Coni) ha inaugurato questo nuovo/vecchio corso della vita della nostra meravigliosa Piazza di Siena.
«La decisione di riportare Piazza di Siena in erba è stata coraggiosa ma anche lungimirante. Quando abbiamo dato vita a questo progetto insieme a Sport e Salute e a Diego Nepi abbiamo sempre pensato che Piazza di Siena dovesse tornare al suo assetto tradizionale».
Ma è stata questa la ragione principale per il ritorno al fondo in erba?
«In realtà i motivi sono sostanzialmente tre. Anzi, quattro. Il primo è che Piazza di Siena nasce in erba e la sua trasformazione in sabbia era un po’ antiestetica rispetto al contesto in cui si colloca l’arena, cioè l’intera Villa Borghese. Il secondo motivo è che l’erba è una caratteristica tipica dei campi più prestigiosi, anche perché sull’erba bisogna saper montare bene a cavallo per avere determinati risultati: quindi oltre a essere esteticamente più bello ed elegante, un campo in erba mette in risalto e valorizza le abilità, e questo è ormai dimostrato dalle scelte che hanno fatto e stanno facendo tutti i più importanti comitati organizzatori. Il terzo motivo è che l’erba fa parte di un progetto studiato con Diego Nepi finalizzato a portare Piazza di Siena il più possibile nel senso della valorizzazione della natura e dell’ecologia, oltre che di argomenti che fanno parte della storia di questa splendida arena».
E il quarto motivo?
«Il quarto è un motivo non meno importante degli altri tre, e cioè quello di carattere economico. Oggi il terreno in erba ha un costo di gestione decisamente più contenuto rispetto a quello in sabbia. Oltretutto con la sabbia c’era sempre l’incertezza circa il migliore funzionamento del terreno, se durante l’anno si fossero succedute piogge forti e continue».
Però durante l’anno l’erba andrà… protetta un po’ di più rispetto a quanto è necessario fare con la sabbia…
«Ecco, a questo proposito voglio fare espressamente i miei complimenti a Roma e ai cittadini romani. Abbiamo fatto una cosa bella, ridando l’erba a Piazza di Siena, e la gente l’ha capito: Piazza di Siena oggi è rispettata molto più di quanto sia accaduto in precedenza. Noi proteggiamo il campo con una staccionatina molto semplice, solo in prossimità delle date del concorso mettiamo una recinzione più alta e consistente, con anche numerosi cartelli che ne illustrano il motivo: e devo dire che i romani ne hanno un grande rispetto, trattano Piazza di Siena molto bene. La dimostrazione del fatto che quando si fa una cosa bella i cittadini la comprendono e l’apprezzano».
Si può dire che il ritorno dell’erba su di un campo di tale prestigio, importanza e tradizione abbia rappresentato un segnale a livello internazionale?
«Sicuramente Piazza di Siena è un concorso di riferimento per la bellezza del luogo: vorrei ricordare che si tratta di uno tra i pochissimi concorsi al mondo che si svolge nel centro di una città, e nel caso specifico una città come Roma… Ma lo è anche per il livello del montepremi che lo fa essere molto ambito. Ci sono campi altrettanto famosi e storici come quelli di Aquisgrana, Dublino, Hickstead, Falsterbo, San Gallo, La Baule che sono in erba: questo dimostra che l’erba non solo ha sempre il suo fascino, ma che richiede abilità e tecnica di alto livello ai cavalieri».
Ecco, i cavalieri: che reazioni ci sono state dopo due anni di Csio di Roma nuovamente in erba?
«Il primo anno il campo non era sicuramente al meglio, e questo lo abbiamo visto tutti… però abbiamo comunque ricevuto i complimenti dai cavalieri più forti del mondo. Io ho apprezzato quasi con commozione il fatto che Steve Guerdat abbia risposto a qualche giovane che storceva il naso con poche semplici parole: “Sull’erba bisogna saper montare”. E questa è una verità. Anche Nick Skelton ha apprezzato moltissimo il ritorno dell’erba. Ma al di là di questi due straordinari campioni, devo dire che in generale da parte della comunità sportiva c’è stato un grande apprezzamento».
L’edizione 2020 dello Csio di Roma è stata cancellata per gli effetti della pandemia: facendo di necessità virtù, si può dire che un anno di stop abbia fatto bene al campo?
«Certamente. Come ho già detto, nel 2018 il campo non era certamente al meglio. L’anno successivo abbiamo incrementato la quantità di gramigna che è un’erba che andando in profondità con le radici diventa collaborativa con il sottosuolo, compatta molto soprasuolo con sottosuolo. Adesso questo anno di assenza delle gare, e anche di minore frequentazione di Villa Borghese a causa delle restrizioni dettate dall’emergenza sanitaria, non può che aver fatto del bene al terreno. Noi ovviamente abbiamo continuato a manutenerlo, pur nel rispetto delle disposizioni governative, e posso dire una cosa: oggi il campo di Piazza di Siena è semplicemente meraviglioso… Quindi con un costo di manutenzione abbastanza contenuto riusciamo ad avere un campo che offre la possibilità di grandi prestazioni, rimanendo allo stesso tempo fruibile per la comunità dei cittadini romani, cosa che era uno degli obiettivi che ci eravamo prefissi dal momento in cui abbiamo adottato Piazza di Siena».
Bella l’idea di… adozione…
«Sì, ma non è solo un’idea: è proprio un… fatto. Noi abbiamo un provvedimento del comune di Roma che ci dà appunto in adozione Piazza di Siena: ciò vuol dire che noi ci occupiamo dell’intera area rispettando la disponibilità del bene a favore della comunità cittadina».
Si sta già pensando alla nuova edizione?
«Abbiamo già fatto delle riunioni operative, stiamo già iniziando a progettare Piazza di Siena 2021, pur con il grande punto interrogativo dovuto all’andamento della pandemia: siamo tutti fiduciosi sul fatto che si trovi una soluzione che dovrebbe essere il vaccino, ma se non si dovesse trovare, e si dovesse replicare una situazione simile a quella di quest’estate, potrebbe essere l’occasione per ripensare a una Piazza di Siena un po’ diversa, in forma diversa. Questo lo vedremo: intanto noi stiamo lavorando».