San Lazzaro di Savena, 11 dicembre 216 – Mirco Casadei è uno dei cavalieri bolognesi storici, quelli che da sempre mischiano vita e passione e cavalli e fanno parte del paesaggio familiare e consueto di questo sport. Attorno a Mirco e Marcella, sua moglie, adesso si muove anche il loro Giacomo: 14 anni e la stessa passione dei genitori per i cavalli e l’equitazione. Una passione che cresce a vista d’occhio, e non solo perché Jack sta cambiando taglia a velocità supersonica ma anche per via del fatto che, dopo essersi classificato appena dietro il padre al Master d’Italia 2015, a fine novembre è riuscito a batterlo in Gran Premio proprio qui a San Lazzaro, in un Gran Premio A5*.
Sarete tutti e due al Memorial 2016?
«Certo che sì: io monterò Flickflox e Kandoo, Giacomo My Forever e Gulliveer Van De Pitsemburg».
E’ stato un anno pieno di soddisfazioni questo per voi.
«Grazie a Dio sì: Giacomo ha vinto l’argento a squadre ai Campionati Europei di Millstreet lo scorso luglio nella categoria Junior e domenica si è aggiudicato il Gran Premio proprio davanti a me, che ho fatto secondo e terzo posto.
Com’è vedersi superare così dal proprio figliolo?
«E’ un piacere, davvero un piacere. Anche perché lui continua ad essere lo stesso Giacomo di sempre, non si monta la testa e lavora seriamente senza pensare di aver capito tutto. E d’altra parte come potrebbe? Ancora io alla mia età mi rendo conto di avere così tanto da imparare e da capire. Credo lo aiuti molto vivere la quotidianità di una scuderia professionale, dove si rende conto di quanta importanza abbia il lavoro costante e quotidiano. In più ha un carattere molto freddo: adesso ad esempio siamo qui a Parigi, al Longines Master. Stamattina ha fatto un errore appena entrato: ma guardarlo sembra che stia lavorando a casa, non cambia il suo atteggiamento. E questa è una buona cosa, vuol dire che rimane concentrato su quello che deve fare: come sempre».
Parola di Giacomo
Riprendiamo parte di una chiacchierata fatta con Casadei Junior subito dopo il Memorial Dalla Chiesa 2015: così, tanto per farvelo conoscere un po’ meglio
Giacomo, non monti più i pony?
«No, preferisco i cavalli: mi piacciono molto di più. Sono più comodi, se li fai partire lontani partono lontani…coi pony non ci si riesce, devi sempre rimettere un tempo. E’ più bello un percorso con i cavalli. Come il Memorial Dalla Chiesa: è una cosa speciale. Primo perché è stupendo montare uno stallone come My Forever: lui è molto facile, e poi è davvero bello. Ringrazio molto la signora Lalla Novo che mi ha dato il permesso di fare il Gran Premio con lui, mi ha fatto davvero un piacere».
E’ molto che fai concorsi con lui?
«No, lo lavoro dalla settimana precedente il Memorial, quando abbiamo fatto un altro concorso a San Lazzaro di Savena. Prima lo montava mio padre, poi me lo ha fatto provare: il cavallo si è comportato bene e allora mi ha detto che voleva farmi uscire in gara con lui. Così lo ha chiesto alla signora Novo e ho fatto il concorso prima del Memorial al Gese: non mi trovavo ancora bene, ma poi ho capito cosa dovevo fare con lui. Non devo mettergli troppa gamba, se lo faccio gli prende l’ansia: se invece non esagero lui si tranquillizza e fa tutto bene».
Cosa vorresti fare da grande?
«Quello che fa mio papà: lavorare in scuderia, commerciare cavalli e fare tante gare, belle e importanti».