Bologna, 13 gennaio 2017 – Ieri prima giornata dello Csi a cinque stelle di Basilea (Svizzera). Emanuele Gaudiano ha vinto la seconda gara, la cosiddetta media, una categoria a tempo in sella a Carlotta, tra l’altro battendo Luca Moneta sul vecchio e sempre competitivo Neptune Brecourt. Una notizia straordinaria? No, però molto significativa. Non è una notizia straordinaria perché la competitività dei cavalieri azzurri è ormai da tempo accertata; non è straordinaria perché Gaudiano di gare così ne ha vinte a bizzeffe. E’ invece molto ma molto significativa per ciò che dimostra. Emanuele Gaudiano non sta vivendo un bel momento della sua carriera agonistica: Caspar dopo le Olimpiadi di Rio ha avuto una flessione di rendimento evidente (crisi post-olimpica, stress, inevitabile declino… qualunque ne sia la ragione) e così il nostro cavaliere si è trovato un po’ in crisi di risultati. E non è facile gestire questa situazione: dopo essere stato a lungo il nostro più competitivo cavaliere nelle gare di massimo livello e dopo essere arrivato quasi a sfiorare la top-10 mondiale non è bello dover rientrare nel mucchio. Possono calare le motivazioni, può subentrare un po’ di delusione, può evaporare la tensione, venir meno le energie… come nel caso di qualunque atleta di qualunque sport. Ecco perché le vittorie come quella che Emanuele Gaudiano ha colto ieri diventano improvvisamente molto più importanti e significative di quanto lo sarebbero state in passato: dimostrano il carattere della persona, la sua determinazione, la sua inalterata voglia di successo, la capacità di considerare il momento contingente come il più importante in assoluto a prescindere da tutto il resto, quindi la capacità di focalizzare attenzione e risorse sull’obiettivo che si può comunque raggiungere. Ed è questo che fa diventare campione un atleta: non c’era certo bisogno della vittoria di ieri per averne conferma a proposito di Emanuele Gaudiano, ma sottolinearlo non fa di certo male…