Rotterdam, venerdì 23 agosto 2019 – Alla fine non è andata bene. La nostra squadra oggi ha chiuso il Campionato d’Europa di salto ostacoli al 9° posto: non abbiamo raggiunto la qualifica per le Olimpiadi, abbiamo un solo binomio nella finale individuale di domenica (forse due, perché Riccardo Pisani con Chaclot è al 26° posto e i qualificati sono i primi venticinque: ma se qualcuno davanti dà forfait subentra il successivo… ), cioè Luca Marziani con Tokyo du Soleil. Questo in estrema sintesi il bilancio della nostra spedizione a Rotterdam. Un bilancio negativo senza alcun dubbio, però così come non eravamo i migliori del mondo dopo aver ottenuto il massimo punteggio nella Prima Divisione di Coppa delle Nazioni, non siamo ora i reietti dell’universo… Prima di entrare nella stretta attualità, tuttavia, è bene avere davanti agli occhi un panorama completo. Cioè questo. Primo: dal 1975 (anno in cui è nata la classifica a squadre continentale), e dunque in ventitré edizioni della gara, l’Italia ha conquistato il podio a tutt’oggi una sola volta, nel 2009, per la medaglia d’argento; una sola volta sul podio in ventitré anni… Secondo: le ultime sei edizioni dei Giochi Olimpici (1996, 2000, 2004, 2008, 2012, 2016) ci hanno visto capaci di conquistare la qualifica solo una volta, per Atene 2004; abbiamo partecipato anche ad Atlanta 1996 ma da ripescati dopo aver fallito l’obiettivo sul campo.
Premesso tutto questo, veniamo all’oggi. Oggi – nel senso di questa edizione della gara continentale – abbiamo avuto ennesima conferma di quel qualcosa di cui dovremmo essere tutti ben consapevoli, sempre: un campionato internazionale è una cosa difficile e complessa, che non ha riscontri in alcun’altra gara del panorama agonistico. Per eccellere in un campionato internazionale non basta essere bravi: bisogna essere di più. Ed esserlo contemporaneamente in quattro, oppure avere picchi di eccellenza assoluta (caso della Svizzera, con Steve Guerdat e Martin Fuchs: ma anche gli elvetici un po’ delusi lo sono… ). Deve coincidere tutto perfettamente. L’eventuale controprestazione di qualcuno deve essere controbilanciata dalla super prestazione di qualcun altro. Bisogna partire bene subito, fin dalla prima prova, e poi mantenere il ritmo: altrimenti si è in ritardo e non si recupera. Partire bene vuol dire non tanto avere un buon piazzamento in classifica, quanto piuttosto avere buoni punteggi individuali, non distanti dal vertice. Proprio il caso del Belgio oggi vincitore della medaglia d’oro lo dimostra: ottavo dopo la prima prova, ma i punteggi individuali di 5.83, 1.68, 4.76, 4.63. Con il primo in classifica in quel momento a zero.
Un campionato è difficile. E bisogna finire con dei percorsi netti, c’è poco da fare: chiudere un percorso con una buona prestazione ma con 4 penalità oggi non basta più, bisogna fare meglio. E’ solo questo il rilievo che si può riferire ai nostri cavalieri, protagonisti generalmente di buone prestazioni: eppure non sufficienti per ottenere il risultato importante. Ci sarà tempo e modo per riflettere su tutto, però una cosa risulta evidente: il nostro salto ostacoli ha fatto progressi notevolissimi nel corso degli ultimi anni, tuttavia non ancora sufficienti a farci essere davvero competitivi in un campionato internazionale. Bisogna quindi continuare a crescere e dare ai nostri cavalli e cavalieri continue occasioni di confronto e verifica: anche perché questo è il sistema che poi richiama proprietari e sponsor, cioè il ‘mezzo’ indispensabile per avere cavalli. Poiché – ovvio – senza cavalli si combina molto poco: non è un caso – non lo è mai – che le nazioni maggiormente protagoniste sono quelle in cui la circolazione dei cavalli è infinitamente più intensa e ‘turbinosa’ di quanto lo sia da noi. Quindi, in sostanza, non demoralizziamoci troppo: oggi abbiamo fallito il campionato internazionale, ma ci stiamo avvicinando sempre più al giorno in cui ne saremo protagonisti. Alle nostre spalle abbiamo in questo momento molte dimostrazioni e conferme della nostra incrementata competitività internazionale: abbiamo raggiunto un alto livello nelle gare che stanno un gradino sotto il Campionato d’Europa e del Mondo, e fino a solo pochi anni fa ce lo sognavamo… Adesso dobbiamo riuscire a salire anche quell’ultimo gradino: ma non partiamo da zero…
Capitolo Olimpiadi. Le possibilità di qualifica sono tre: il Campionato del Mondo, il Campionato d’Europa, la finale del circuito di Coppa delle Nazioni di Barcellona. Le prime due ci hanno visto mancare il colpo. Rimane l’ultima: e ovviamente non bisogna perdere le speranze, assolutamente. Dobbiamo farcela.
LA CLASSIFICA FINALE A SQUADRE
https://results.hippodata.de/2019/1711/docs/r_j02-team-round_2.pdf
LA CLASSIFICA INDIVIDUALE PROVVISORIA
https://results.hippodata.de/2019/1711/docs/r_j02_individual_after_round_2.pdf