Bologna, domenica 8 novembre 2020 – Siamo all’inizio di novembre e il salto ostacoli azzurro può già delineare il bilancio del 2020. Adesso è tempo di pandemia, ma anche in situazioni per così dire normali in questo momento dell’anno si è sempre potuto tirare le fila dell’intera stagione: l’attività della squadra nazionale infatti si conclude normalmente all’inizio di ottobre con la finale del circuito di Coppa delle Nazioni a Barcellona, mentre a titolo individuale sono sempre stati molto pochi i cavalieri azzurri impegnati nei concorsi di Coppa del Mondo compresi tra la tappa di Verona e quella di fine dicembre a Mechelen.
Il punto quindi è che fare un bilancio adesso non è strano in quanto azione prematura: è strano perché l’accaduto di quest’anno dal punto di vista della vita dello sport non era mai e poi mai stato vissuto nella storia (storia dello sport: qui ci limitiamo a parlare di questo, sia chiaro). O meglio: solo le due guerre mondiali hanno avuto il potere nefasto di interrompere lo sport nel corso dei suoi 120 anni di vita, il che è tutto dire…
Il salto ostacoli internazionale nel 2020 è stato letteralmente azzerato, a livello di appuntamenti di massimo significato: spostamento delle Olimpiadi al 2021, cancellazione della finale di Coppa del Mondo, di tutto il circuito di Coppa delle Nazioni e di tutte le Coppe delle Nazioni a cinque stelle non comprese nel circuito, di tutti i concorsi che compongono il Rolex Grand Slam of Showjumping (quindi ‘S-Hertogenbosch, Aquisgrana, Calgary e Ginevra), di tutto il girone dell’Europa Occidentale di Coppa del Mondo 2020/2021 (mentre si scrivono queste righe rimangono ancora in calendario la tappa di Lipsia nel 2021 e la finale prevista a Goteborg tra la fine di marzo e l’inizio di aprile del prossimo anno), di tutto il circuito del Global Champions Tour. Una falcidia completa e totale.
In Italia quindi abbiamo perduto tutti gli eventi-chiave della stagione: lo Csio di Roma, lo Csi a cinque stelle che a Roma è tappa del Global Champions Tour, la tappa di Coppa del Mondo di Verona. Il solo grande appuntamento nazionale che effettivamente ha avuto luogo è stato il Campionato d’Italia. Mentre a livello internazionale l’unica serie di sopravvissuti concorsi a quattro e cinque stelle è stata quella di Grimaud, in Francia, alla quale peraltro ha partecipato un gruppo sempre molto ristretto di cavalieri: tra gli azzurri presenti in modo quasi sistematico Lorenzo de Luca, Alberto Zorzi ed Emanuele Gaudiano, poi molto sporadicamente quando si è aperta la possibilità di qualche invito Giulia Martinengo Marquet, Emilio Bicocchi e Filippo Bologni… Durante l’arco estivo/autunnale ci sono stati anche i tour in Spagna e Portogallo (Oliva, Valencia, Vejer de la Frontera Vilamoura… ), alcuni in Olanda e Belgio (Lier, Opglabbeek, Kronenberg… ): ma tutti prevalentemente a due e tre stelle, e utilizzati molto proficuamente da alcuni dei nostri cavalieri di punta (Luca Moneta, Piergiorgio Bucci, Antonio Alfonso, Roberto Turchetto… ) come palestra per il lavoro e l’allenamento di cavalli giovani o comunque in fase di crescita tecnica e agonistica.
Quindi, qual è il nostro possibile bilancio agonistico? Non c’è, da un punto di vista di risultati sportivi (va però detto di numerosi eccellenti piazzamenti conquistati da Emanuele Gaudiano nella serie di eventi organizzati a Grimaud). Si può tuttavia esprimere una considerazione di carattere molto generale, e facendo tra l’altro di necessità virtù: e cioè che l’assenza di impegni ad alto livello – sia di squadra sia individuali – ha forse dato l’opportunità ad alcuni cavalli giovani di lavorare senza eccessive pressioni e con un ritmo… ‘morbido’, il che è sempre positivo lungo il cammino formativo: il beneficio forse lo potremo apprezzare in futuro.
Possiamo anche dire che con il senno del poi si sono dimostrate indolori sportivamente parlando le perdite di tre super cavalli del calibro di Tokyo du Soleil (Luca Marziani), Lazzaro delle Schiave (Massimo Grossato) ed Evita (Emilio Bicocchi). Quando sono maturate le loro cessioni c’è stata un po’ di preoccupazione tra gli addetti ai lavori: quale squadra al mondo infatti può permettersi di perdere di colpo tre campioni del genere senza subire effetti deleteri? Ma poi si è creato questo… vuoto sportivo/agonistico impostoci dalla pandemia e quindi gli effetti relativi alla vendita di quei tre super cavalli non si sono proprio visti. Il tutto viene quindi rimandato alla prossima stagione, quando nel frattempo saranno maturati giovani soggetti interessanti o magari nuovi nomi verranno immessi nelle file della prima squadra.
Già, la prossima stagione… Ma che stagione sarà? Purtroppo è bene che fin da ora noi ci si metta nell’ordine di idee che non tutto ripartirà come se nulla fosse nel frattempo accaduto… Gli interrogativi senza risposta sono molti, purtroppo: e se all’esplosione della pandemia lo scorso marzo eravamo un po’ tutti convinti che nel giro di un tempo più o meno breve il problema si sarebbe risolto, adesso siamo qui a chiederci fino a quando – e come – il 2021 potrà esserne condizionato. E non lo sappiamo: perché nessuno può saperlo.