Bologna, martedì 6 agosto 2019 – George Morris, 81 anni, uno dei più grandi campioni del salto ostacoli statunitense e di certo il più importante trainer della storia dello sport equestre d’oltreoceano insieme al suo stesso istruttore (l’ungherese Bert de Nemethy), è stato radiato a vita dalla Usef, la United States Equestrian Federation. Il provvedimento decorre da ieri, 5 agosto 2019, giorno in cui è stato inserito nella lista pubblicata sul sito internet dello United States Center for SafeSport, un organismo investigativo indipendente: il motivo della radiazione a vita di Morris è di “abuso sessuale su un minore” che sarebbe avvenuto in un arco di tempo compreso tra il 1968 e il 1972. Dan Hill, un portavoce di SafeSport, ha dichiarato che per motivi di riservatezza e protezione della vittima non solo non se ne fa il nome ma nemmeno si rendono pubblici elementi relativi al procedimento investigativo: chiarendo tuttavia che la sospensione permanente è adottata “nei casi più evidenti e conclamati”.
La notizia è ovviamente sconvolgente sotto qualunque punto di vista e ha immediatamente innescato le reazioni dei diretti interessati. Sonja Keating, portavoce della Usef, ha detto che la federazione statunitense ora metterà in vigore la sospensione a vita di Morris il quale avrà la facoltà di ricorrere in appello, rilasciando inoltre una dichiarazione semplice ed essenziale: “Lo United States Center for SafeSport ha svolto le sue indagini a seguito delle accuse contro Morris, ha trovato queste accuse credibili e di conseguenza radiato Morris a vita”.
Immediata la reazione di George Morris che ha diffuso una dichiarazione pubblica: “Sono profondamente amareggiato dalle infondate accuse che mi vengono rivolte per fatti presunti che sarebbero accaduti tra il 1968 e il 1972. Rigetto queste accuse con tutta la mia forza e procederò ad appellarmi. Ho dedicato la mia vita allo sport equestre e alla crescita di cavalieri, trainer e atleti olimpici. Qualunque accusa tesa a sostenere che io abbia agito in modo da arrecare danno a singole persone, all’intero mondo del nostro sport e allo sport stesso sono tanto dolorose quanto false. Ho sempre condiviso i principi secondo i quali la nostra comunità deve garantire il benessere di tutti i nostri atleti, i quali necessitano di una guida e di un incoraggiamento affidabili a ogni livello, cose che io ho fornito nel corso di più di 50 anni. Continuerò, come ho sempre fatto, a sostenere con orgoglio lo sport equestre e la sua crescita ovunque nel mondo”.
Ma se il nome di George Morris è ovviamente quello di maggiore risonanza nella lista pubblicata dallo United States Center for SafeSport, non è tuttavia l’unico: la radiazione a vita è stata inflitta anche a Clare Bronfman lo scorso 1 ottobre con la motivazione – testuale – di “criminal disposition”. Bronfman (40 anni) è stata amazzone di ottimo livello internazionale tra il 1999 e il 2005 vincendo anche l’edizione 2002 del Gran Premio Roma in Piazza di Siena in sella a Charlton. Ma più di quanto riportato dalla lista pubblicata in internet dallo United States Center for SafeSport non è dato sapere.