Sopot, 17 giugno 2018 – Una Germania brutta, grossolana e senza qualità ci risparmia l’onta dell’ultimo posto: e questa è la notizia meno negativa della giornata. Il che è tutto dire… Dalla Coppa delle Nazioni dello Csio di Sopot (Polonia) usciamo davvero male. Molto male, purtroppo. Doppiamente male, anzi: perché al risultato negativo della gara in sé si aggiunge anche lo sconforto dettato dalla situazione nella classifica generale della Prima Divisione d’Europa di Coppa delle Nazioni: siamo terzultimi, ma dietro di noi Olanda e Gran Bretagna hanno disputato una sola gara contro le nostre due. E’ uno sconforto peraltro contingente, dato che in futuro avremo altre tre gare grazie alle quali tentare una rimonta: ma intanto del doman non v’è certezza, e in secondo luogo quelle tre gare giungeranno quasi a ridosso della trasferta verso il Campionato del Mondo negli Stati Uniti, alla quale sarebbe stato meglio arrivare con cavalli non certo gravati da impegni forti e stressanti come le Coppe delle Nazioni che ci aspettano: e per cercare di risollevarci dovremo per forza utilizzare i migliori soggetti tra quelli disponibili in almeno due di quelle tre Coppe. Insomma: la faccenda Prima Divisione sarebbe stato meglio per noi assicurarcela nelle prime due tappe, quella di Samorin e questa di Sopot. Invece ce la dovremo ancora sudare a Falsterbo, Hickstead e Dublino. Non sarà una passeggiata.
Oggi è andato davvero tutto male. A partire dai primi due percorsi di Emanuele Gaudiano su Chalou e di Paolo Paini su Ottava Meraviglia di Ca’ San Giorgio. Perché dovevano essere due percorsi netti. Sono stati due percorsi netti, anzi, e davvero bellissimi: fino all’ultimo ostacolo, però. Per entrambi lì c’è stato un errore. Evitabile? Non evitabile? A parlare dopo siamo tutti bravi, ovviamente… Sta di fatto che quella maledetta barriera (un largo) è caduta due volte. E, come spesso accade, nello sport basta poco perché si possa cambiare strada nel percorso che si sta facendo: fossero stati due zeri sarebbero cambiati i risultati di Michael Cristofoletti e di Giulia Martinengo Marquet? Il destino sarebbe stato diverso? I due azzurri avrebbero montato con altra determinazione? Sarebbero stati galvanizzati da un inizio così positivo? Chissà… Certo a Michael Cristofoletti non si possono addossare molte responsabilità, pur essendo stato proprio lui il punto debole della formazione azzurra: è giovane, non ha molta esperienza in gare a squadre di alto livello, il suo cavallo è di qualità indiscutibile ma non ha certo un’abitudine consolidata a saltare in competizioni di tale natura (ma ha fatto un salvataggio provvidenziale nel secondo giro sul verticale in dirittura con la riviera… ). Michael è bravo e ha dentro di sé tutte le qualità e gli strumenti per assorbire al meglio quella che crediamo sia per lui una delusione, ma a voler ragionare sul freddo piano dei numeri le sue penalità (8/12) sono state ininfluenti poiché scartate in entrambe le manches… L’ideale, quindi, sarebbe stato che gli altri tre azzurri ne avessero collezionate di meno, anche perché non si può certo dire che oggi le altre squadre abbiano brillato particolarmente, anzi… Bisogna infatti riconoscere che complessivamente quella di Sopot è stata una Coppa delle Nazioni piuttosto bruttina con un livellamento evidente dei valori tecnici e agonistici decisamente verso il basso (e diciamo anche che in campo c’era un percorso non entusiasmante… però se non altro uguale per tutti).
Volendo entrare nel dettaglio delle prestazioni dei nostri, non si può tuttavia non dire che Emanuele Gaudiano e Chalou praticamente hanno fatto un doppio zero (4/0): in ogni caso – errore sull’ultimo a parte – la loro prestazione è stata positiva e pienamente conforme all’impegno richiesto. Paolo Paini e Ottava (4/8): anche per loro il quasi-netto del primo giro (un percorso favoloso!), poi nel secondo un errore sulla riviera e su un verticale su fosso molto delicato e trasparente. Giulia Martinengo Marquet (5/8): per Verdine è stata la seconda Coppa delle Nazioni della vita, dopo quella favolosa di Roma a Piazza di Siena; gli errori ci sono stati, ovviamente, perché le barriere sono cadute, ma la cavalla non ha mai dato la sensazione di non essere a proprio agio sul percorso né la prima né la seconda volta.
E’ andata così. Ma la passione e il ‘cuore’ per i nostri cavalli e i nostri cavalieri non devono mai venire a mancare: è bello vincere, ovviamente, ma se non ci fossero le sconfitte il sapore delle vittorie non sarebbe così esaltante. Diciamo che per i nostri azzurri e per il nostro salto ostacoli l’amaro di oggi rappresenta la migliore premessa per godere del dolce di domani… Per fortuna il mondo non finisce a Sopot.
LA CLASSIFICA DELLA COPPA DELLE NAZIONI
http://results.hippodata.de/2018/1493/docs/r_nc_sopot_final_r_user.pdf
LA CLASSIFICA DELLA PRIMA DIVISIONE
https://inside.fei.org/NationsCup/Nations_Cup_Standings_D1.pdf