Stoccarda, 20 novembre 2016 – Diciannove concorrenti su quaranta hanno chiuso il percorso base del Gran Premio di Coppa del Mondo di Stoccarda oggi pomeriggio senza errori e qualificandosi per il barrage. Quasi il 50%, dunque. Di questi diciannove, sette hanno quindi fatto il barrage senza andare a premio in denaro: il che, di per sé, non è un fatto grave però diciamo che il… ‘galateo’ dell’organizzazione dei grandi Gran Premi prevederebbe che tutti i finalisti affrontassero il barrage a fronte di una certa somma di denaro garantita. Proprio per assicurarsi ciò venne a suo tempo introdotta la regola nelle categorie a due manches per la quale alla seconda frazione di gara si qualifica esattamente il numero di concorrenti pari alla suddivisione del montepremi: ma ovviamente una categoria a barrage non è una categoria a due manches… In un grande Gran Premio internazionale si è sempre ritenuto che il numero perfetto di concorrenti in barrage fosse compreso tra i sei e gli otto, massimo dieci: anche per mantenere alta la tensione e l’attenzione tra gli spettatori. Ma nonostante ciò stiamo assistendo sempre più spesso a gare nelle quali il numero di percorsi netti è consistente e costantemente alto. E – particolare rilevante – con diversi direttori di campo. Che sia conseguenza del vertiginoso innalzamento della qualità di cavalli e cavalieri? Potrebbe essere. Se il direttore di campo esclude di dover ricorrere a qualche espediente (come è giusto che sia) per creare difficoltà un po’… maliziose – diciamo – ecco che il rischio di arrivare a percentuali come quella di oggi a Stoccarda è molto probabile. Il compito dei direttori di campo sta diventando proprio per questa ragione sempre più difficile, richiedendo non solo capacità e competenza indiscutibili, ma anche una certa raffinatezza intellettuale oltre che una cultura specifica sempre più approfondita: il che presuppone un continuo e costante aggiornamento su ciò che accade su tutti i campi ostacoli più significativi a livello internazionale, altrimenti si rischia di non essere al corrente dei valori con i quali doversi confrontare di concorso in concorso. Non è un compito facile: non lo è mai stato, ma oggi più che mai. Il rischio è quello di fare un Gran Premio che sembri una gara a due percorsi oppure, per effetto contrario e opposto, una prova dalla quale risulti quasi impossibile uscire indenni (vedi il caso del GP di Aquisgrana quest’anno: che comunque è stato un caso decisamente anomalo). Insomma: non vorremmo essere nei panni di uno chef de piste… ecco.
Oggi ha vinto Christian Ahlmann (vincitore anche nel 2015!) su Taloubet Z: il numero uno del mondo aveva fatto una serie di gare favolose a cavallo tra la fine del 2015 e la prima parte del 2016 mettendo in fila una serie di vittorie magnifiche. Poi le prestazioni sono rimaste di altissimo livello (tanto da farlo diventare il numero uno del mondo) ma le vittorie si sono… calmate. Era necessario dimostrare che non si era persa l’abitudine però: quale migliore occasione della tappa di Coppa del Mondo al cospetto del pubblico di casa? Detto fatto: due secondi di distacco a Steve Guerdat su Bianca e pratica risolta. Molto interessante invece il risultato ottenuto dal nostro… beh, gli aggettivi sono finiti ormai, quindi dal nostro senza aggettivo Lorenzo de Luca: il suo doppio netto (7° posto) su Armitage Boy è importante perché ottenuto con un cavallo che non è il suo numero uno (Ensor de Litrange) e il cui rendimento non è stato sempre impeccabile. Armitage Boy ha anche una storia particolare: stallone nato nel 2002 (Oldenburg) da Armitage x Feo, ha avuto una brillante carriera con il francese Aymeric de Ponnat con ottimi risultati in Gran Premio e Coppa delle Nazioni tra il 2010 e il 2015; ma nel 2015 alcuni dei proprietari facenti parte del consorzio titolare del cavallo decidevano di venderlo dal momento che nel 2014 a causa di un infortunio non aveva potuto prendere parte al Campionato del Mondo di Caen. Armitage Boy veniva quindi battuto a un’asta pubblica ma il prezzo raggiunto di due milioni e 800 mila euro veniva giudicato insufficiente: e quindi cavallo invenduto. Per questa ragione veniva quindi affidato al commerciante belga Stephan Conter, per l’appunto datore di lavoro di Lorenzo de Luca. Il cavaliere azzurro ha quindi cominciato a montare il cavallo da quest’anno, ma senza mai ottenere risultati di particolare rilievo anche perché sono altri i soggetti ai quali ha dedicato le gare più importanti. Oggi invece è arrivato questo eccellente doppio netto che è valso il 7° posto: ennesima dimostrazione della qualità del lavoro e dell’equitazione di questo nostro (senza aggettivo) campione il cui futuro sembra essere radioso più che mai. Che bravo che è Lorenzo de Luca: senza aggettivo…
LA CLASSIFICA DEL GRAN PREMIO
http://www.longinestiming.com/#!/equestrian/2016/1264/html/en/longinestiming/resultlist_09.html
LA CLASSIFICA GENERALE
http://results.hippodata.de/2016/1264/docs/fei_world_cup_jumping_1617_wel_stuttgart.pdf