Vienna, 18 settembre 2016 – The Sixth Sense è un cavallo fenomenale. Non ha mai partecipato ad alcun campionato internazionale e quindi non ha vinto alcuna di quelle medaglie che normalmente consegnano alla storia il nome dei più grandi. Eppure la sua è vera grandezza, e per rendersene conto basta dare un’occhiata ai numeri della sua carriera: tredici stagioni internazionali, settantasette vittore delle quali ventinove in Gran Premio. Ma il numero più impressionante è un altro: è il numero uno. Uno. Il suo cavaliere in questi tredici anni è stato uno: Thomas Fruehmann, se si fa l’eccezione dell’irlandese Ciaran Howley con il quale si è affacciato sulla scena internazionale all’inizio e molto fugacemente. Fruehmann per The Sixth Sense è stato l’unico cavaliere, ma The Sixth Sense è stato per Fruehmann l’unico cavallo dell’ultima parte della sua carriera sportiva: dal 2009 al 2016 in senso letterale e dal 2003 al 2009 affiancato solo sporadicamente da qualche giovane soggetto. Thomas Fruehmann è nato nel gennaio del 1951 è ed uno dei più importanti cavalieri della storia dello sport equestre austriaco: vincitore della finale della Coppa del Mondo nel 1992 (l’ultima delle dieci cui ha partecipato), vincitore del Gran Premio di Aquisgrana, protagonista della storica medaglia d’argento a squadre di Barcellona 1992, presenze e vittorie nei più importanti Gran Premi del Mondo. Poi, come spesso accade con il passare degli anni, la sua attività agonistica è andata scemando sia in quantità sia in qualità (di risultati) fino a toccare punte minime alla fine degli anni Novanta e dal 2000 al 2003, quando addirittura si sentivano voci di ritiro. Ma ecco l’incontro nel 2004 con questo Zeno T, castrone baio Westfalen nato nel 1996 da Zorro T x Grannus e poi ribattezzato molto più significativamente The Sixth Sense: e la storia ricomincia a pieno ritmo. Raggiungendo una vetta formidabile alla fine del 2006, quando The Sixth Sense termina al primo posto della classifica della World Breeding Federation for Sport Horses: e a Ginevra in dicembre viene incoronato come miglior cavallo da salto ostacoli del mondo. La sua carriera con Thomas Fruehmann è poi continuata ininterrotta, regolare e soprattutto vincente fino a ieri pomeriggio, quando a Vienna c’è stato l’addio ufficiale all’attività agonistica: tutti i cavalieri partecipanti al concorso internazionale del Longines Global Champions Tour schierati in campo a piedi per applaudire lui e naturalmente il ‘suo’ Thomas Fruehmann. Il giusto tributo a una coppia che forse meglio di qualunque altra ha ultimamemte valorizzato ed esaltato il concetto di binomio. Cavallo e cavaliere insieme per ottenere grandiosi risultati: ma soprattutto per intendersi in modo speciale.