Bologna, giovedì 4 giugno 2020 – E’ ovviamente vero che un cavaliere senza cavalli poco può fare, ma è altrettanto vero che alcuni cavalli non sarebbero mai diventati campioni se nella loro vita non avessero incontrato il cavaliere ‘giusto’. Quello giusto per Thor des Chaines è stato Thierry Pomel (62 anni), l’attuale c.t. della squadra nazionale francese di salto ostacoli: solo un cavaliere della sua sensibilità, della sua raffinatezza e soprattutto della sua pazienza avrebbe potuto portare questo cavallo così difficile e particolare a conquistare il successo internazionale. Un successo che proprio a Roma ha vissuto una concentrazione di trionfi memorabili: nel 1998 la medaglia d’argento individuale e a squadre nel Campionato del Mondo sul terreno dello Stadio Flaminio, nel 1999 la vittoria di Coppa delle Nazioni e Gran Premio nello Csio di Roma a Piazza di Siena. L’Italia è stata teatro inoltre di altre belle affermazioni di Pomel/Thor: nel 2001 la vittoria dei Gran Premi di Pinerolo e Bagnaia e ancora la Coppa delle Nazioni a Piazza di Siena. Ma poi a tutto questo bisogna aggiungere il primo posto nei Gran Premi di Bourg en Bresse (due volte), Lons le Saunier, Gijon (Csio), Parigi Bercy, Geestern, La Baule (lo Csio di Francia), Vejer de la Frontera, Fontainebleau; e nelle Coppe delle Nazioni di Hickstead, Lucerna, La Baule, Gijon, Donaueschingen Il tutto in un arco di tempo compreso tra il 1995 e il 2002, periodo durante il quale Thierry Pomel con Thor des Chaines è stato una vera e propria colonna della squadra nazionale francese di salto ostacoli, con la partecipazione – oltre al Campionato del Mondo di Roma – a tre edizioni del Campionato d’Europa e alle Olimpiadi di Sydney 2000.
Nato nel 1985 da If de Merzé (1974-1999, francese figlio del purosangue Verdi e di una figlia del purosangue Makalu xx) e da Elska, una figlia di Ti Frère, Thor viene acquistato da Thierry Pomel quando è ancora un puledro di soli due anni e mezzo. Una specie di colpo di fulmine, anche se Pomel non avrebbe certo potuto immaginare che quello sarebbe stato il cavallo più importante della sua carriera di cavaliere… Ma così sarà in effetti: per tutta la sua vita Thor non avrà altro cavaliere che Pomel, e Pomel, pur montanbdo molti altri cavalli, solo con Thor raggiungerà i massimi vertici internazionali.
Tuttavia l’affermazione del figlio di If de Merzé non è stata per nulla facile. Cavallo molto insanguato, dal carattere difficile, tecnicamente molto complesso, Thor era inoltre anche molto sull’occhio, suscettibile, propenso a spaventarsi per un nulla. Ed è quasi certo che se al posto di Pomel ci fosse stato un qualunque altro cavaliere, Thor non sarebbe mai arrivato dove è arrivato. Pomel (classe 1957) infatti aveva tutte le doti migliori per coltivare le qualità del suo giovane compagno: cavaliere sensibilissimo, forgiato alla scuola nazionale di Saumur (suo padre, Jacques, tragicamente scomparso insieme alla moglie in un incidente stradale quando Thierry aveva solo 18 anni, era Ecuyer del celebre Cadre Noir), con alle spalle esperienza in completo ad alto livello (selezionato per le Olimpiadi di Mosca ’80, quelle poi boicottate dalle federazioni occidentali per protesta contro l’invasione sovietica dell’Afghanistan), ma soprattutto capace di capire in profondità ogni cavallo, individuandone pregi e difetti, attitudini e capacità. A Pomel fu subito chiaro che Thor avrebbe avuto bisogno di tempi più lunghi di qualunque altro cavallo, per cui la sua formazione è avvenuta lentamente e con costante progressione. Thierry non ha subito cercato il risultato nelle gare riservate ai giovani cavalli, utilizzando tali prove piuttosto come tappe di preparazione.
Il debutto internazionale di Thor è avvenuto dunque piuttosto tardi, a nove anni nel 1994, mentre il 1996 è l’anno della definitiva affermazione internazionale, con anche l’ingresso nella squadra di Coppa delle Nazioni dalla quale il binomio Pomel/Thor des Chaines praticamente non uscirà più. Con l’andare del tempo e dei concorsi, le loro prestazioni si fanno via via sempre più certe e affidabili, tanto che quasi sempre vengono fatti partire come quarto binomio della squadra, posizione che spetta a chi spesso ha la responsabilità di definire il risultato della gara.
Il Campionato del Mondo di Roma 1998 trova Thierry Pomel e Thor des Chaines all’apice della forma, tanto da vederli tra i quattro che vanno a giocarsi le medaglie dopo le prime tre prove di qualificazione alla finalissima, e dopo aver conquistato l’argento con la squadra. Quando in conferenza stampa allo Stadio Flaminio alla vigilia dell’ultimo atto ai quattro cavalieri finalisti (oltre a Thierry Pomel, il tedesco Franke Sloothaak, il brasiliano Rodrigo Pessoa poi vincitore del titolo, lo svizzero Willi Melliger) viene chiesto quale cavallo temono di più per la gara che appunto prevede lo scambio dei cavalli, la risposta è unanime: Thor des Chaines. Anzi, quasi unanime… tre su quattro: l’unico che non indica Thor è ovviamente il suo cavaliere.
Le due medaglie d’argento conquistate nel Campionato del Mondo di Roma costituiscono naturalmente il risultato più spettacolare e prestigioso per Thierry Pomel e per Thor des Chaines. Ma pur essendo un vertice, subito dopo non inizia affatto la discesa… anzi! I tre anni seguenti saranno ricchi di di grandi prestazioni e di altrettanto grandi risultati, sebbene senza ulteriori medaglie. L’accoppiata Coppa delle Nazioni e Gran Premio Roma in Piazza di Siena, ad esempio, è di certo un sogno per qualunque cavaliere del mondo… un sogno che Thierry Pomel trasforma in realtà nel 1999, andandovi molto vicino anche nel 2001 quando – dopo la vittoria della Francia in Coppa delle Nazioni – Markus Fuchs in sella a Cosima II nega a Pomel e a Thor il gusto della seconda volta in Gran Premio Roma al termine di uno spettacolare barrage a due dopo due manches chiuse da entrambi a zero.
L’ultima stagione internazionale per Thor des Chaines è quella del 2002. Quell’anno non ci sono vittorie, e curiosamente il miglior risultato è ottenuto ancora una volta in Italia, a Modena, in occasione del concorso internazionale organizzato al Parco Novi Sad: 5° posto in Gran Premio. Ritirato dalla scena agonistica. Thor des Chaines muore nel 2004 a soli diciannove anni, quasi come a voler legare la sua vita solo e soltanto allo sport. E per sempre a un unico cavaliere: il magnifico Thierry Pomel.