Padova, 28 febbraio 2018 – C’era una volta questa fotografia. Chiusa dentro un piccolo e vecchio album con la copertina di cuoio spesso e lavorato artigianalmente e con le cifre incise in oro sul fronte. All’interno, pagine di cartoncino ruvido e piacevole al tatto. Pagine sulle quali in modo un po’ disordinato sono state incollate tante vecchie fotografie in bianco e nero, un po’ rovinate e stropicciate, illustrate da indicazioni scritte a mano con una calligrafia piena di punte e di angoli e di svolazzi con un pennino intinto nell’inchiostro: messe lì un po’ in disordine, apparentemente senza una logica precisa… immagini di famiglia che si alternano a quelle di cavalli e di vecchie automobili e di situazioni di vacanza e di viaggio in cui giovani e belle ragazze magre e slanciate con i capelli raccolti da eleganti foulard sorridono felici insieme a ragazzi altrettanto belli, atletici e flessuosi e sicuri del fatto che nella vita non gli potrà mai accadere qualcosa di male. Un album piccolo e con la copertina di cuoio, depositato su di un tavolino di un salotto di una bella casa romana: una casa antica, aristocratica, ricca e calda nella quale l’usura di tappezzeria e mobilio pregiato non parla di incuria ma piuttosto di nobiltà di vita vissuta. Questa vecchia fotografia era lì, dentro questo piccolo album, in mezzo a tante altre fotografie, alcune più vecchie altre più recenti. Una fotografia tra tante altre fotografie.
E dunque c’era una volta questa vecchia fotografia. E c’erano una volta anche i soggetti ritratti in questa vecchia fotografia, ovviamente. Loro sono lì, fermi, che si fanno fotografare. E non sanno e non possono sapere cosa succederà un istante dopo lo scatto della macchina fotografica che li sta ritraendo: tantomeno il giorno dopo, il mese dopo, l’anno dopo e gli anni dopo. Loro non lo sanno e non lo possono sapere: non possono conoscere il loro futuro, mentre sono fermi in questa immagine che blocca quell’istante della loro vita. Ma il loro futuro è oggi il nostro passato: quindi noi abbiamo il privilegio di poterlo raccontare, questo loro futuro, il futuro di queste persone, raccontarlo proprio come se fosse una favola meravigliosa perché di cose meravigliose ce ne saranno tante a partire dal momento successivo allo scatto della macchina fotografica che ha prodotto questa immagine.
C’era una volta, dunque. C’era una volta questo anziano signore con il basco e l’aria severa… Lo vediamo a destra. Un uomo duro e forte nel corpo, nel cuore e nella mente. Un uomo cresciuto e vissuto con pochi e indiscutibili punti di riferimento: esercito, cavalleria, cavalli, patria, dovere, rispetto, autorevolezza e autorità. Uno di quegli uomini pensando ai quali l’immagine che sorge spontanea nella mente è quella di un tronco d’albero: forte e resistente, apparentemente immobile e però con la vita che inarrestabile gli scorre dentro. Poi ci sono due ragazze, due sorelle. Due ragazze così belle ma così belle che nessuno mai è riuscito a decidere chi delle due fosse più bella. Due sorelle unite e legate da un rapporto indissolubile. Sono giovani, sono allegre, si affidano alla guida sapiente e saggia dell’uomo con il basco e dall’aria severa. A sinistra c’è un ragazzo che indossa un cappotto o forse un impermeabile o forse una specie di grembiule: un po’ strano, in effetti, perché lui è un cavaliere e di solito stando in mezzo ai cavalli si porta qualcosa di più corto e di più comodo… Ma lui è fatto a suo modo e questa cosa gli rimarrà per tutta la vita (noi lo sappiamo e lui in questa foto ancora no… ): anche da adulto, anche da uomo maturo indosserà il loden con gli stivali e i pantaloni da cavallo. E poi c’è lui, il cavallo. Verrebbe quasi da dire il ‘cavallotto’: verrebbe da definirlo così, no?, un cavallotto un po’ patatone e compagnone. Sì, compagnone: lui sente proprio di far parte di questo gruppo quasi come un grosso cagnone da compagnia, guarda il fotografo, sta lì buono buono, montato da una delle due bellissime giovani sorelle senza sella e solo con una coperta da scuderia addosso, senza né testiera né imboccatura ma solo il capezzone e la longhina. Eppure è un cavallo giovane, poco più di un puledro, lo si capisce anche dal grigio ancora molto scuro del suo mantello, potrebbe essere ancora pieno degli ardori giovanili… poi il giorno di questa foto ci doveva essere un’aria frizzantina, lassù in collina, l’ideale per farsi prendere dalle smanie inebrianti di mille voglie… Ma no, lui se ne sta lì buono e tranquillo: loro – le due bellissime sorelle e l’uomo con il basco e il ragazzo con il cappotto – si fidano di lui, sanno che lui è un amico, è uno di loro, è uno di casa, è come loro. Il cavallotto che sembra quasi un cagnone… E dire che nessuno di loro in quel momento può sapere e nemmeno solo immaginare che di lì a pochi mesi – e poi anni – gli aggettivi per descrivere questo cavallo si sprecheranno in Italia, in Europa e nel mondo: prima eccezionale, poi grandioso, quindi invincibile, infine leggendario. Altro che cavallotto… E lui smetterà quest’aria da cagnone buono per assumere invece quella regale e sontuosa del conquistatore dal cuore fermo e coraggioso e dai muscoli d’acciaio.
Ma in quel momento, nel momento di questa foto, nessuno può sapere: invece noi che guardiamo sì che sappiamo… Per esempio sappiamo che il ragazzo con il cappotto in sella a questo giovane cavallo dal mantello grigio farà alcuni piccoli concorsi, pochi, per poi separarsene, di certo a malincuore; il cavallo dal mantello grigio verrà allora montato dall’uomo con il basco e l’aria severa, che con lui rinverdirà episodicamente i fasti della sua carriera di cavaliere e di militare audace e temerario: sì, temerario, poiché alla sua età saltare e vincere potenze con triplici e muri che sfiorano e talvolta superano i due metri non è proprio uno scherzo… Ma il giovane cavallo dal mantello grigio si rivela un compagno formidabile sul quale poter fare completo affidamento, a dispetto della sua relativa immaturità: coraggio, tecnica, potenza, muscoli e cervello non gli mancano affatto.
Poi la vita fa il suo corso: mentre il ragazzo con il cappotto divora un passo dopo l’altro il cammino che lo porterà a divenire uno dei più grandi cavalieri della storia del salto ostacoli mondiale, il cavallo dal mantello grigio finirà sotto la sella di un cavaliere militare che insieme al fratello rappresenta ancora oggi un fenomeno senza eguali. Il ragazzo con il cappotto e il cavallo grigio che in questa foto sembra un cagnone buono si ritroveranno quindi molto spesso avversari e qualche volta compagni in una squadra che si chiama Italia, senza poter immaginare che le favole più belle sono quelle con il lieto fine.
E quindi eccolo, il lieto fine: il ragazzo con il cappotto e il cavallo grigio con l’aria da cagnone buono nel momento di questa foto non avrebbero certamente potuto immaginare che tanti anni più tardi si sarebbero infine ritrovati, dopo quella loro lunga separazione. Lui – il ragazzo – ancora giovane ma ormai cavaliere di livello internazionale; e lui – il cavallo – ormai prossimo all’essere anziano ma con ancora energie e forze sufficienti per mantenere saldamente in pugno lo scettro della vittoria. E insieme diventare campioni d’Europa, e vincitori di innumerevoli Coppe delle Nazioni, e trionfatori nei Gran Premi più prestigiosi. Eccoli insieme in questa foto Graziano Mancinelli e The Rock, con le sorelle Amalia e Paola Borgnino e il generale Giorgio Morigi. Eccoli insieme, ragazzo e cavallo: giovani, timidi, inconsapevoli, soddisfatti di poche cose semplici e naturali come il solo poter stare l’uno a fianco dell’altro respirando l’aria frizzante di collina in primavera. E poi guardiamoli con gli occhi di chi conosce il futuro di entrambi: bandiere, concorsi internazionali, giacca rossa con il bavero verde profilato di bianco, Italia, televisione, articoli sui giornali, interviste, Piazza di Siena, Aquisgrana, Londra, Dublino, trionfi e vittorie e forza inarrestabile. Graziano Mancinelli e The Rock: il lieto fine di una favola meravigliosa. Ma il ragazzo con il cappotto, il signore anziano con il basco e l’aria severa, le due sorelle così belle ma così belle che non si è mai saputo chi delle due fosse più bella, loro in questa foto non lo sanno.