Bologna, mercoledì 14 agosto 2019 – La passione che c’è dentro Luca Marziani la si percepisce proprio come una sostanza liquida: nella quale ci si può immergere, dalla quale si può essere avvolti. Passione per tutto: per il suo cavallo, per la sua squadra, per i suoi compagni, per il suo lavoro, per i concorsi, per la sua squadra di calcio preferita… per tutto quello che lo coinvolge sentimentalmente ed emotivamente.
Luca Marziani coinvolge e si fa coinvolgere: e ciò che rappresenta perfettamente tale coinvolgimento è l’accaduto di venerdì 25 maggio 2018. Ricordate? Roma, Piazza di Siena, Bruno Chimirri su Tower Mouche supera l’ultimo ostacolo della seconda manche di Coppa delle Nazioni portando a termine il percorso netto che dà la vittoria all’Italia… e allora succede una cosa assolutamente irrituale rispetto alla liturgia e al protocollo di momenti del genere: Luca Marziani spicca un balzo felino dalla postazione Kiss and Cry a bordo campo e si catapulta sul prato di Piazza di Siena lanciandosi all’inseguimento di Bruno Chimirri a braccia spalancate pazzo di gioia incontenibile… Una scena indimenticabile tra le tante scene indimenticabili di quel giorno indimenticabile: l’impossibilità di contenere e controllare un impulso che in quel momento è stato più forte di qualunque cosa, la passione che dentro Luca Marziani è traboccata in un’esondazione travolgente e per l’appunto incontrollabile. Luca Marziani è così: emotivo, sentimentale, passionale.
Nato il 19 ottobre del 1979, Luca Marziani ha esordito in Coppa delle Nazioni nel 2005 e a tutt’oggi ha totalizzato 34 presenze in azzurro calcolando anche quelle in due Campionati d’Europa (2011 e 2017) e un Campionato del Mondo (2018). Il 2018 è stato un anno magnifico, la stagione che ha rappresentato il compimento di una crescita continua e costante del suo Tokyo du Soleil (stallone francese nato nel 2007 da Montender x Papillon Rouge) avviata sotto la sua sella fin dalle gare per i cavalli giovani. Lo scorso anno è avvenuto qualcosa di quasi magico (no, non magico, poiché sarebbe un insulto alla qualità di cavallo e cavaliere… la magia in effetti non c’entra affatto): Luca Marziani e Tokyo du Soleil hanno portato a termine nove percorsi netti su un totale di cinque Coppe delle Nazioni! Luca Marziani e Tokyo sono stati il binomio simbolo dell’Italia nel 2018, nonostante un Campionato del Mondo sfortunato a Tryon con un subdolo malessere fisico che ha impedito al cavallo di esprimersi da par suo. E come suggello della stagione 2018, ecco arrivare all’inizio del 2019 la vittoria del Campionato d’Italia…
Ora però parlando di campionati ne arriva uno fondamentale: Rotterdam, tra qualche giorno ormai. Il terzo Campionato d’Europa per il cavaliere romano dopo quelli del 2011 a Madrid su Wivina e del 2017 a Goteborg con Tokyo. Cavallo e cavaliere vi giungono al massimo e al meglio della loro storia sportiva insieme: in ballo ci sono le medaglie continentali, ovviamente, ma anche e forse soprattutto la conquista del biglietto per il viaggio verso le Olimpiadi dell’anno prossimo… E che il nome della città in cui si terranno i Giochi del 2020 sia Tokyo sembra una coincidenza di qualche significato: quante volte infatti Luca Marziani avrà pronunciato la parola Tokyo da quando ha montato per la prima volta nella sua vita Tokyo du Soleil?
«A Rotterdam arrivo consapevole di formare con il mio Tokyo un binomio in grado di portare a termine bene un impegno del genere».
Dopo un 2018 favoloso…
«L’anno scorso è stata una stagione molto positiva durante la quale sia io sia il mio cavallo siamo cresciuti tantissimo. Quest’anno ci sono state molte cose positive ma anche alcuni percorsi con qualche errore di troppo».
E questi errori di troppo la preoccupano?
«Non più di tanto. Il fatto è che il magnifico 2018 è come se mi avesse indotto a non mettere troppa pressione su Tokyo durante questa prima parte di 2019, ma non solo in gara: anche nel lavoro a casa, nell’approccio al concorso, nel lavoro in campo prova… Come se io in realtà non gli avessi mai chiesto il massimo, non gli avessi mai messo addosso la pressione massima… ».
Ma per una scelta precisa o perché le cose sono comunque venute così?
«Entrambi i casi, in un certo senso. Per carità: Tokyo ha fatto super bene il Campionato d’Italia, ha fatto super bene il Gran Premio Roma a Piazza di Siena… ha sempre saltato bene. Però la cartuccia vincente quest’anno non l’abbiamo ancora sparata, di questo sono convinto. E adesso è arrivato il momento: spero con tutto me stesso che quelli di Rotterdam siano i giorni giusti per farlo».
Comunque Tokyo sta bene e sembra in grande forma, a giudicare dalle sue ultime prestazioni.
«Sì, sta benissimo. Abbiamo fatto un concorso di allenamento in Belgio a Beervelde la settimana scorsa e Tokyo è tornato a casa in grandissima forma. E tra poco sia parte per Rotterdam… e lì inizierà quella piccola forte tensione che speriamo ci porti a dare il meglio!».
Rotterdam, un appuntamento importante per tutti… Parlando di medaglie, chi sono i suoi favoriti, escludendo comunque l’Italia e voi azzurri?
«Beh, l’andamento della stagione ci dice Svezia su tutti, ma con il ritorno in squadra di Christian Ahlmann e di Daniel Deusser anche la Germania si presenta fortissima. Tra gli individuali vedo molto bene Ben Maher, Cian O’Connor e Peder Fredricson».
Ecco, adesso veniamo a noi: e l’Italia?
«Io mi sento ottimista, la squadra è forte: Giulia è in una forma eccellente, Bruno ancora di più, Riccardo è motivatissimo, Lorenzo è un cavaliere favoloso… Ci siamo, questo è sicuro: sappiamo di essere quanto meno alla pari degli altri. Gli altri sono forti, ma noi non siamo da meno!».