Bologna, giovedì 7 febbraio 2019 – Il cavaliere olandese Jeroen Dubbeldam ha annunciato ieri il ritiro dallo sport del suo Zenith: la cerimonia di addio alle gare si terrà domenica 17 marzo durante lo Csi a cinque stelle di ‘S-Hertogenbosch (Olanda). E’ il classico appuntamento al quale prima o poi giungono tutti i cavalli grandi protagonisti sulla scena mondiale, ma Zenith non è come… tutti i cavalli. Zenith è un cavallo decisamente particolare, o per meglio dire un cavallo dalla storia particolare: il primo motivo che lo rende assolutamente speciale è aver vinto nel 2014 il Campionato del Mondo e nel 2015 il Campionato d’Europa, una accoppiata sensazionale riuscita in passato solo a Gerd Wiltfang su Roman nel 1978 e 1979, e a Eric Navet su Quito de Baussy nel 1990 e 1991; ma ancor più sensazionale se si considera che Jeroen Dubbeldam con queste due vittorie è diventato l’unico cavaliere della storia insieme al tedesco Hans Guenter Winkler capace di conquistare la medaglia d’oro individuale nei tre maggiori campionati internazionali, avendo vinto quella olimpica nel 2000 a Sydney su De Sjiem. Per pochissimo la storia poi non prosegue sulla stessa falsariga: alle Olimpiadi di Rio de Janeiro nel 2016 Jeroen Dubbeldam e Zenith rimangono esclusi dal barrage per le medaglie individuali solo a causa di una minima infrazione sul tempo massimo… ! E la perdita di quel barrage segna in qualche modo l’inizio della fine, della fine della storia felice cioè. Il barrage per le medaglie olimpiche a Rio de Janeiro si disputa il 19 agosto 2016: ebbene, il 21 settembre 2016 Zenith va all’asta… Battuto all’asta come un cimelio raro, come un’opera d’arte, come un gioiello di inestimabile valore: ma pur sempre in vendita. Il cavallo infatti era di proprietà di un consorzio – lo Showjumping Fund of the Netherlands (SFN) – nato da un’idea geniale del giornalista olandese Jacob Melissen nel 2006: dare vita a una associazione che potesse investire nell’acquisto di cavalli sportivi di grande valore da ‘conservare’ sotto la sella di cavalieri olandesi in vista delle grandi competizioni internazionali. Ovviamente con la prospettiva per i soci di poter come minimo rientrare dei propri capitali, se non addirittura guadagnarci: questo è il motivo per il quale quel 21 settembre di tre anni fa un gruppo di sei cavalli di proprietà dello SFN – tra i quali Zenith appunto – sarebbero andati in asta, ormai terminato il ciclo della loro valorizzazione. L’obiettivo dei soci dello SFN sarebbe stato quello di reinvestire il denaro nella prospettiva di dare soggetti altrettanto qualitativi ma più giovani al salto ostacoli olandese. Però quel 21 settembre accade quello che si prevedeva con facilità: Zenith rimane invenduto… Cavallo troppo costoso e troppo complicato, montato sempre e solo da un cavaliere, risultati già ottenuti al massimo livello mondiale, castrone e quindi inutile in allevamento: difficile trovare un acquirente in grado di affrontare a cuor leggero tutto questo. Così Zenith rimane sotto la sella di Dubbeldam, ma incredibilmente da quel momento in poi – dopo una lunga inattività imposta dalla situazione per così dire commerciale – non sembra più lo stesso cavallo: le sue prestazioni diventano opache, quando non proprio del tutto fallimentari… Barriere che cadono, rifiuti, ritiri: dopo tre anni formidabili la magia sembra dissolta. Raramente è accaduto di vedere in un cavallo una trasformazione del genere, così repentina, così drastica. Jeroen Dubbeldam prova anche a dare qualche periodo di riposo e di stacco al suo compagno rallentandone il ritmo agonistico, ma niente da fare. E del resto nessuno meglio del campione olandese conosce Zenith: sono insieme in gara dal 2011, e in lavoro da quando Zenith (Kwpn nato nel 2004 da Rash R x Fuego du Prelet) aveva sei anni… Ed ecco quindi l’unica soluzione ragionevolmente possibile: sospendere lo sport, ritirare dall’agonismo un cavallo non ancora anziano (quanti cavalli a quindici anni sono ancora al culmine della loro carriera sportiva… ) ma ormai del tutto insofferente all’impegno in gara. Il prossimo 17 marzo il pubblico olandese rivolgerà dunque un applauso caldo, affettuoso e riconoscente a un cavallo che ha regalato gioie inenarrabili ai suoi tifosi. Ma soprattutto al suo cavaliere, Jeroen Dubbeldam: il quale, grazie a Zenith, è nella storia.