Bologna, 6 aprile 2018 – Per tanto tempo abbiamo fatto la figura dei poveri bambini poveri che guardano i dolci nella vetrina della pasticceria schiacciando il naso contro il vetro. Da fuori. Rassegnati all’inevitabilità dell’impossibile. Leggendo gli articoli della stampa straniera. Guardando le foto sulle pagine dei giornali stranieri. Passando ore incantati davanti ai video di cavalieri stranieri. Leggendo libri dedicati a cavalieri stranieri… Tutto straniero, estero, lontano, diverso da noi, altro da noi, non noi, mai noi. Certo: l’erba del vicino è sempre più verde, certo. Un detto perfetto, per noi. Noi, che pure le nostre soddisfazioni qualche volta le abbiamo avute anche se piccoline: ma il verde dell’erba del vicino è sempre stato più verde… Così per provare nuovamente qualche sussulto di orgoglio vero e grande abbiamo sempre dovuto rifugiarci nel nostro passato glorioso: i fratelli d’Inzeo, Graziano Mancinelli… per non parlare poi di Lequio, Bettoni… quei trionfi tanto grandi e inebrianti quanto vecchi e ormai inevitabilmente superati nell’accatastarsi dei fatti della vita e dello sport uno sull’altro, uno dopo l’altro… per rimanere infine sepolti nella memoria solo di chi in qualche modo li ha potuti apprezzare personalmente, direttamente, o per aver ascoltato i racconti di chi aveva visto e vissuto. E intanto Coppe delle Nazioni, Gran Premi, campionati internazionali, classifiche, graduatorie, trofei che sono andati uno via l’altro senza che mai noi se ne potesse essere protagonisti. Veri protagonisti, cioè.
Poi sono arrivati loro due. Sono arrivati anche grazie a chi li ha valorizzati al meglio mettendo a loro disposizione cavalli, organizzazione, risorse, mezzi, denaro. Ma comunque loro due, non altri. Loro: Lorenzo de Luca e Alberto Zorzi. Loro: che sono stati scelti e voluti e cercati dalle favolose scuderie nelle quali lavorano per poi ricevere e conquistare strada facendo sempre più fiducia, sempre più considerazione, sempre più responsabilità da parte di chi ha garantito loro l’indispensabile carburante per poter continuare la corsa accelerando sempre di più. Una corsa che li ha portati – insieme – a stabilire oggi un record magnifico: per la prima volta nella storia due cavalieri italiani nei primi dieci del mondo. Aprile 2018: un mese da contrassegnare sul calendario della storia del salto ostacoli azzurro con il pennarello dorato.
E’ la vetta di un iceberg che sotto la linea di galleggiamento nasconde la parte più grande e importante e consistente, ovvio. Noi adesso siamo felici per questo vertice, ma la vera gioia è per quella consistenza e continuità di risultati e prestazioni che non abbiamo mai avuto, a questo livello. Mai dagli anni d’oro appunto dei fratelli d’Inzeo e di Graziano Mancinelli. Basta fare un rapido riepilogo per rendercene conto, partendo da quel 2015 che per Lorenzo de Luca e Alberto Zorzi ha rappresentato l’anno del decollo supersonico. E tenendo conto di un dato statistico che ha dello stupefacente: Alberto Zorzi e Lorenzo de Luca a partire dall’1 gennaio 2015 e fino a oggi, venerdì 6 aprile 2018, hanno ottenuto praticamente lo stesso numero di piazzamenti nei primi cinque posti di Gran Premi internazionali: trenta Zorzi, ventinove de Luca… Trenta e ventinove: quasi da non credere!
Torniamo al riepilogo di queste ultime tre stagioni. Allora: l’Italia ha vinto la Coppa delle Nazioni a Roma dopo 32 anni e quella di San Gallo per la prima volta dal 1959 (entrambe di Prima Divisione); Lorenzo de Luca è entrato nei primi dieci della computer list in maggio del 2017 e non ne è più uscito, divenendo addirittura il numero due del mondo in settembre; Alberto Zorzi ha perso per un niente il titolo di campione d’Europa a Goteborg 2017; entrambi si sono qualificati per la finale della Coppa del Mondo: Lorenzo lo scorso anno chiudendo al 10° posto, Alberto quest’anno essendo poi costretto a dare forfait per cause di forza maggiore; Lorenzo de Luca nel 2016 ha dominato lo Csio di Dublino vincendo tutto, Coppa e Gran Premio compresi; Alberto Zorzi nel 2017 a Roma è stato protagonista di un’impresa quasi incredibile (per fortuna ci sono i dati che la certificano… ): doppio netto in Coppa delle Nazioni con lo stesso identico tempo al centesimo di secondo in entrambe le manches della gara; ancora a Piazza di Siena 2017, Zorzi ha sfiorato la vittoria in Gran Premio praticamente regalandola a Jur Vrieling per un eccesso di agonismo; Lorenzo de Luca nel 2015 ha vinto il Gran Premio di Neeroeteren (due stelle), nel 2016 di Dublino (Csio) e Knokke (due stelle) e Wellington (tre stelle), nel 2017 ben due Gran Premi del Global Tour (Shanghai e Valkenswaard); Lorenzo de Luca ha fatto sedici Coppe delle Nazioni vincendone quattro (Lummen 2015, Dublino 2016, Roma e San Gallo 2017: tutte di Prima Divisione); Alberto Zorzi ha vinto i Gran Premi di Eschweiler 2016 (tre stelle), Oslo 2016 (Coppa del Mondo), Montecarlo 2017 (Global Tour), Londra Olympia 2017 (cinque stelle); Lorenzo de Luca e Alberto Zorzi nel 2017 hanno chiuso rispettivamente al 3° e al 5° posto la classifica finale del Global Champions Tour: mai un italiano si era classificato nei primi cinque posti, miglior risultato la decima posizione di Emanuele Gaudiano nel 2014; Lorenzo de Luca nel 2017 ha segnato un record storico: primo italiano a partecipare alla finale della Top 10 a Ginevra, terminando al 5° posto dopo essere stato il migliore della prima manche.
Ecco… Favoloso, no? Lorenzo de Luca è nato il 23 aprile del 1987, Alberto Zorzi il 16 febbraio del 1989. Uno in Puglia a Lecce; l’altro in Veneto a Padova (Monselice, in realtà). Lorenzo de Luca indossa la divisa dell’aeronautica militare, Alberto Zorzi quella dell’esercito italiano. Entrambi vivono all’estero: Lorenzo a Bruxelles in Belgio, Alberto a Valkenswaard in Olanda (insieme ad Annalisa Giuntini, sua compagna e sostenitrice instancabile… ). Montano e lavorano per le due più grandi e importanti scuderie sportive e di commercio del mondo: Alberto per quella di Jan Tops, Lorenzo per quella di Stephan Conter. Uno un po’ più estroverso e comunicativo (Lorenzo), l’altro un po’ più chiuso e riservato (Alberto). Sono tante piccole differenze che in realtà li fanno essere uguali… Ma ciò che di loro è veramente uguale è che sono italiani. Che sono cavalieri. Che sono campioni. E che sono amici e si vogliono bene. Veramente. Noi non possiamo che goderci tutto questo con gioia ed emozione.