Bologna, 7 febbraio 2023 – ‘Non ci sono più le mezze stagioni’, ‘Si stava meglio quando si stava peggio’, ‘Ah, i ragazzi di oggi non sanno cosa vuol dire impegnarsi’: i luoghi comuni abbondano, purtroppo. anche in ambito equestre.
Per questo ci piace dare spazio a chi li annulla e incenerisce, semplicemente con quello che fa ogni giorno: come Valeria Tomei, ad esempio, campionessa italiana individuale senior di Volteggio.
Ma non solo: perché Valeria ai FEI World Championships di Herning 2022 ha fatto una di quelle cose epiche, che dovrebbero rimanere scritte nei volumi di storia dello sport.
Ha portato a termine la sua gara nonostante una caduta prima della prova finale le avesse procurato una contusione estremamente dolorosa, che si è poi rivelata essere non solo una distorsione ai legamenti del gomito ma una frattura al polso, non diagnosticata da una radiografia troppo ‘mirata’ all’articolazione superiore.
Prima cosa: ma come ha fatto a portare a termine ugualmente il suo programma libero?
“Immagino sia stata l’adrenalina: non ci siamo ritirati perché io volevo assolutamente finire, anche facendo una cosa semplificata al massimo ma abbiamo deciso di partire ugualmente. Poi della frattura l’ho scoperto solo in Italia, avevamo pensato tutti al gomito che era la parte che doleva di più, in Danimarca all’ospedale mi avevano fatto una lastra concentrandosi lì e non si erano accorti del resto. Poi arrivata a casa avevo una mano grande come un pallone, sono andata all’ospedale e hanno scoperto la frattura“.
Una impresa che richiede un grande carattere.
“Fortunatamente il bravissimo fisioterapista del Team Italia mi aveva quasi ingessata ingessata con i tape bloccando il movimento nel range in cui non provavo dolore. Grazie a lui, che ha passato la domenica e il lunedì fino al momento della gara a farmi fisioterapia, sono riuscita a saltare ugualmente a cavallo“.
Cosa le ha dato la motivazione per farcela?
“Ormai ero lì, e ci siamo arrivati lavorando veramente duramente per tutto un anno: tra pochi giorni mi laureerò in Scienze Motorie, negli ultimi 12 mesi ne ho fatti 4 di tirocinio per l’università conciliandolo con il mio lavoro principale e gli allenamenti. Per cui ho pensato che sì, purtroppo è capitato l’incidente ma cerchiamo comunque di uscirne con dignità. Ho preso un voto decoroso con una giuria che non mi ha regalato nulla, per cui nonostante tutto adesso sono soddisfatta, e da quel momento di crisi vera poi tutto è stato più semplice“.
Al di là di questo mondiale: ci racconti di lei.
“Ho 23 anni compiuti ad agosto, sono nata a Viareggio e ho sempre vissuto qui. Ho frequentato un istituto tecnico e subito dopo il diploma di maturità mi hanno assunta nell’azienda in cui avevo fatto l’alternanza scuola/lavoro: mi ero trovato molto bene, la società era soddisfatta e alla fine di quel periodo mi avevano detto che sarebbero stati contenti di avermi con loro una volta finita la scuola”.
Io gli ho spiegato che avevo impegni sportivi a cui non intendo rinunciare, e che per ora mi sento ancora di dovermi levare delle soddisfazioni: ci siamo quindi accordati per un lavoro part-time, il mio capo era uno sportivo (lui è Sergio Alikalfic, ex cestista croato e allenatore di basket e general Manager della Total Marine International) e quindi capisce le mie esigenze.
“Abbiamo un patto: io non gli lascio lavoro sospeso e comunico sempre con molto anticipo le date delle gare e i giorni in cui sarò assente, e lui mi dà la possibilità di gestire in modo flessibile gli orari, di modo che io possa fare le gare e allenare i miei cavalli. La totale trasparenza da parte di entrambi ci permette di far quadrare le cose, e l’azienda è anche diventata il mio sponsor“.
Parlava dei suoi cavalli: chi sono?
“La mia prima pony che ormai è beatamente al prato ma è ancora con me: si chiama Ofelia, sembra uno Shetland un po’ più grande del normale. Poi c’è la mia prima cavalla da Volteggio, Wendy, da mamma Haflinger e papà Paint: ha il mantello pezzato, e con lo stallone Sella Italiano Orsaro dei Folletti mi ha dato Maverick, un gigante di puledro nonostante papà e mamma non siamo tanto alti. Conto su di lui per il futuro”.
Poi mia mamma mi ha regalato Levante, un Sella Italiano nato in Sardegna che ha 9 anni e non ha mai fatto volteggio prima, ma è tanto buono. Anche lui altissimo: è 1,93 al garrese, al passo faccio veramente fatica a saltargli sopra e ho bisogno di una mano.
“Lo faremo debuttare nei prossimi giorni: lui è molto padronale ma ha bisogno di fare esperienza quindi abbiamo colto l’occasione di una gara molto vicino a casa, dove faremo una prova fuori concorso. Poche figure molto semplici e quasi tutte al passo per vedere come si comporta. Poi c’è Ducati, il cavallo per le gare importanti e che era con me ai mondiali: lui è di cavallo di mia zia, ha 14 anni ed è un Kwpn sontuoso, un vero Principino. Molto elegante nei movimenti, atteggiamento molto delicato, va capito perché può passare dall’essere molto buono all’isteria in pochi secondi: lui fa proprio scena, gli piace essere guardato ed è davvero speciale“.
Cosa ricorda più volentieri di Herning?
“Tutto: ho vissuto questa gara davvero bene, tra noi atleti eravamo un gruppo molto unito nonostante i vari problemi che ci sono stati prima di partire. Ma mentre eravamo li eravamo tutti realmente lì, insieme, il clima rilassato: eravamo davvero una squadra. Poi non era un mondiale, era un mini Weg e se ci arrivi vuol dire che qualcosa di buono hai fatto: quindi pensi che sì, magari non hai vinto ma sei sulla strada giusta. Ma intanto fai vedere chi sei, che ci sei: e ti senti ripagato di tutto l’impegno che ci hai messo“.
Quali sono i suoi prossimi obiettivi?
“Intanto rientrare in forma completamente per dicembre (l’intervista l’avevamo raccolta subito dopo Herning 2022, n.d.r.) : poi inserire nuovi elementi, fare un anno agonistico con voti migliori del precedente. E crescere insieme al mio cavallo, il che comporterà qualche rinuncia perché lui sta imparando e non può fare quello che fa Ducati: per cui farò le gare in Italia con Levante e quelle all’estero con Ducati. Ma sono entusiasta e curiosa di vedere cosa saremo capaci di fare”.