Bolzano, 2 ottobre 2021 – Turismo equestre in montagna: una cosa seria, da affrontare con una buona guida e ottimi cavalli.
Le Dolomiti del Sud Tirolo (o Alto Adige che dir si voglia) sono uno di quei posti che crediamo tutti di conoscere, magari solo perché qualche volta siamo stati a sciare da quelle parti.
Ma scivolare veloci sulla neve che nasconde il verde dei loro prati d’inverno è un modo molto superficiale di entrare in contatto con questo territorio incantato: molto meglio farlo durante la bella stagione, con la possibilità di alzare lo sguardo dal sentiero e godersi i mille panorami unici che sanno regalare.
L’unico modo per riuscirci è in sella a un cavallo, meglio ancora il cavallo nato su queste montagne e fatto per loro: l‘Haflinger, ovviamente.
E se volete farlo con classe, potete affidarvi ad Alberto Russo e Gauberg Dolomiti Horsetrek.
Alberto è nato a Bassano del Grappa, ha studiato ingegneria a Milano ma ha vissuto e lavorato con i cavalli in Argentina e Patagonia.
Una volta tornato in Italia, ha voluto portare il concetto di safari a cavallo appreso lavorando con una importante organizzazione internazionale in un territorio dove ricchezza storica, accoglienza di qualità, bellezza paesaggistica, interesse ambientale e cultura equestre fossero di casa: e ha scelto le Dolomiti.
“Accolgo i miei ospiti il sabato sera, la prima cosa che faccio è spiegare loro che cosa li aspetta e come funzionerà l’esperienza che termina il giovedì successivo” ci spiega Russo, “e la domenica mattina partiamo molto presto per il lago d’Antermoia: perché le Dolomiti sono bellissime ma non desolate, e io voglio che i miei ospiti vivano qualcosa di esclusivo”.
Per questo ammette gruppi di massimo 4 persone alla volta, così che possano godere appieno di ogni singolo minuto e vengano valorizzate nel giusto modo tutte le sfumature di questi 5 giorni sui Monti Pallidi.
Dove tutto, dall’enogastronomia al tessuto sociale ed economico, è di una delicatezza che esige tatto.
Dal cotico erboso che se rovinato impiega decenni per ricostituirsi alla esposizione di certi sentieri che accarezzano il vuoto ed esigono attenzione e concentrazione, non c’è nulla che non eserciti la sensibilità di chi lo attraversa: e anche il rispetto della gente che abita queste valli, e le ha rese così incantevoli con il lavoro di generazioni di caparbi allevatori e agricoltori (come la famiglia di Luis Zöggeler, per nominarne solo una) è un punto fondamentale dell’esperienza.
I cavalli preparati con tanta cura da Alberto Russo sono una selezione di Haflinger a tutta prova: “Mi occupo di loro tutto l’anno, li preparo con cura perché possano dare il meglio nei giorni di trekking: su queste montagne non c’è niente di meglio di un Haflinger, per struttura fisica e testa qui sono l’ideale. Cavalli tranquilli ma non addormentati, sereni e forti, affidabili e docili. Anche i miei amati Criollos potrebbero sorprendere in questo ambiente, a volte: un Haflinger bene addestrato non lo fa”.
Una esperienza esclusiva, dove si passa dalle esperienze forti del giorno tra vertigini, paesaggi e passaggi mozzafiato alla altissima qualità e la bellezza degli hotel, baite e rifugi dove si passano le notti: perché è bello provarsi, ancora una volta, che la forma è la sostanza.
Cosa mangiare
Quando un allevatore da queste parti ti invita a fare merenda è festa: un tagliere con pane tirolese, speck, formaggio, cetriolini, cren e ovviamente birra a volontà e il tempo galoppa in allegria.
Dove dormire
Al Rifugio Zallinger da Luisa e Markus sull’Alpe di Siusi, per svegliarvi guardando i prati dove pascolano gli Haflinger dell’allevamento di casa
La curiosità
Alberto Russo porta in dote dai suoi anni in Patagonia e Argentina una “inflessione equestre” di stampo gaucho, che si sovrappone elegantemente alla formazione classica trasmessagli dal nonno, ufficiale di cavalleria: perché la buona equitazione parla sempre la stessa lingua, in tutto il mondo.
Qui il numero di Cavallo Magazine sul quale era stato pubblicato il servizio, quello di giugno 2021.