Modena, 6 dicembre 2016 – Quattro giorni dedicati al turismo equestre nell’Appennino modenese, visitando siti che trasudano storia e leggende, ubicati in posizioni strategiche dalle quali i viandanti a cavallo potranno godere di panorami strepitosi. I quattro eventi prevedono la partenza e ritorno in giornata dal maneggio di Sestola (MO), tramite itinerari differenti e messi a punto dai tecnici del Gruppo Attacchi VdA – Appennino Modenese, sodalizio organizzatore delle iniziative. Punti sosta e tappa sono programmati presso strutture ricettive, quali alberghi, agriturismo e ristoranti attrezzati anche per l’ospitalità degli equini. La partecipazione è aperta anche a coloro che non praticano l’equitazione, tramite la fruizione di una guida escursionistica che accompagnerà la comitiva pedestre, utilizzando appositi tragitti, con meta nei siti in questione e di seguito meglio precisate.
– Giovedì 8 dicembre, Oratorio di San Biagio a Roncoscaglia (mezza giornata) La borgata è una graziosa e accogliente Frazione di Sestola e sorge a 906 metri slm. La frazione è famosa per il suo oratorio di San Biagio (chiesa romanica del XII sec.). Questa chiesa è sorta nel 1405 sulle fondamenta di un vecchio castello distrutto, ora purtroppo in stato di abbandono, ma la costruzione emana tutt’ora un fascino particolare. Al suo interno erano presenti alcuni affreschi del XV secolo, ora conservati nella canonica del Duomo di Modena. Poco più in alto si trova la Rocca, edificata su uno sperone di roccia in posizione strategica, da cui è possibile ammirare la valle centrale e il Vesale, sinuoso corso d’acqua che la solca.
– Venerdì 9 dicembre, Pieve di Renno (una giornata) Situata nel comune di Pavullo nel Frignano, la pieve era la chiesa più antica e più importante di un vasto territorio, perché aveva il fonte battesimale ed era matrice delle altre chiese minori del distretto. Ha origine nell’alto medioevo e costituisce per molto tempo una struttura organizzativa importantissima sotto l’aspetto civile e religioso in tutta Italia centromeridionale. Era in collegamento visivo, attraverso il castello di Renno di Sopra. Le Pievi erano il punto centrale dell’organizzazione della chiesa e avevano collegiate di canonici beneficenti. A Renno, infatti, i sacerdoti della plebana facevano vita comunitaria, poi si recavano nelle chiese dipendenti per celebrare diversi riti religiosi. Sotto la canonica esiste ancora la stalla con gli anelli in ferro a cui venivano legati i cavalli dei sacerdoti. Questo tipo di organizzazione era simile a quella delle cattedrali; per questo la Pieve di Renno è stata definita “cattedrale rurale”. Secondo alcuni studiosi la Pieve di Renno, dedicata a S. Giovanni Battista, poteva essere in origine un battistero dei Romani. Altra ipotesi è quella che invece la pieve sia stata edificata verso il 1100 per volere della Contessa Matilde di Canossa, vista l’enorme spesa che ha comportato la sua costruzione. Prima di diventare pieve non era parrocchia ma chiesa del vecchio Ospizio tenuto dai monaci Benedettini: questi erano due, un sacerdote predicatore e un questuante. Qui potevano sostare i passanti che si recavano in Toscana, ospitati gratuitamente a condizione che si fermassero per pochi giorni, altrimenti avrebbero dovuto versare un contributo. La pieve come distretto rurale durò fino al basso medioevo quando sorse il comune rurale. Le varie chiese o cappelle succursali diventarono poi autonome, i sacerdoti cessarono di fare vita comunitaria e l’organizzazione religiosa corporativa venne meno realizzando la nuova divisione in parrocchie, simile a quelle attuali.
– Sabato 10 dicembre, Castello di Montecreto (una giornata). L’omonimo comune sorge a 900 m d’altezza, arroccato attorno alla chiesa di San Giovanni. Il nucleo centrale del paese prese origine dal castello che domina la vallata del fiume Scoltenna. Dell’antica rocca, oggi rimangono solamente alcune parti delle mura e una delle tre torri, riconvertita a campanile della chiesa parrocchiale. Il centro storico e in particolare la via del Castello, con le corti, i portali scolpiti e le logge, è un significativo esempio di strada fortificata. Il Parco dei Castagni di Montecreto fa parte della “ Città del Castagno” associazione che si propone di favorire lo sviluppo della risorsa del castagno e la sua cura, contribuendo alla protezione delle foreste, svolgendo un’azione positiva di difesa idrogeologica, mantenendo la tipicità del paesaggio e rappresentando una chiave di volta per la valorizzazione turistica e per il futuro delle nostre montagne. Il patrimonio boschivo è unico, “Il Parco dei Castagni” è uno degli spazi verdi più belli e spettacolari dell’Appennino. All’interno del parco possiamo ammirare splendidi esemplari di castagno secolare e la ristrutturazione di un metato, piccola costruzione in pietra, ora adibita a ufficio turistico un tempo usato per essiccare le castagne che costituivano un importante alimento proteico utile in tutte le stagioni.
– Domenica 11 dicembre, Chiesa di Vesale (mezza giornata). Partendo dal maneggio di Sestola si transita dalla frazione di Poggioraso, borgo ubicato sull’antica Via Romea Nonatolana, e dopo aver attraversato spettacolari boschi secolari e transitato su ampie praterie, si giunge alla frazione di Vesale che si offre agli equituristi incastonata in una bellissima e protettiva valle, da cui emerg la chiesa e il campanile. Vesale è una piccola frazione a nord di Sestola. La sua chiesa parrocchiale, dedicata a San Giorgio, è già citata nel 752 dC. Divenne un’importante postazione, anch’essa sulla via Romea Nonantolana. Della chiesa, tarda romanica, intatta fino al 1610 quando fu quasi interamente ricostruita, rimane l’abside semicircolare. Ospita un organo costruito a più riprese, noto per la fonica molto ricca e, per certi versi, curiosa. Oggi Vesale ospita un importante Ristorante, rinomato in tutta la provincia per degustare le eccellenze della “cucina emiliana”.
Per info:
– Piera, tel. 348 8126595 Gruppo Attacchi VDA
Comunicato stampa