Bologna, 10 ottobre 2022 – L’autunno è una stagione perfetta per il turismo equestre: non troppo caldo, non troppo freddo, solitamente anche meno insetti rispetto all’estate.
Quindi se avete intenzione di fare i vostri primi viaggi in sella un po’ impegnativi, ecco un ripassino dei fondamentali sul governo della mano, la cura di ogni giorno del cavallo in trekking.
Il governo della mano comprende le operazioni di accudimento quotidiano che provvedono al benessere del cavallo: tra queste, importantissime sono quelle che riguardano la sua igiene.
Non soltanto perché con olio di gomito, brusca e striglia si tolgono polvere, fango, forfora e via dicendo.
Ma anche perché l’effetto meccanico del necessario massaggio stimola la circolazione a livello epidermico e dei muscoli superficiali.
Poi gli dà piacere e lo rilassa, oltre ad essere l’occasione per chi lo effettua con attenzione di cogliere quei piccoli particolari che possono essere segnali di problemi in arrivo.
Se è già normalmente una routine fondamentale, a maggior ragione lo sarà nel momento in cui richiediamo al nostro cavallo uno sforzo particolarmente intenso.
Per cui la prima regola di un buon cavaliere che pratica turismo equestre è non trascurare nessuna di queste operazioni, neanche dopo la giornata di viaggio più dura.
Prima il cavallo, dopo l’uomo: perché se il cavallo soffre il viaggio non può continuare, e anche perché sarebbe davvero imperdonabile pensare di continuare il nostro divertimento a sue spese.
Portare quindi con sé anche in trekking il materiale indispensabile: una taschetta o un secchiello di tela che conterrà brusca, bruscone, striglia, nettapiedi, spugna e un panno.
Ogni fase del governo è l’occasione ideale per controllare da vicino il benessere del nostro compagno: va quindi fatto osservandolo con cura e senza superficialità.
La mattina prima della partenza si puliranno i piedi verificando anche lo stato della ferratura.
Poi si effettuerà il brusca e striglia prestando una particolare attenzione a tutti i punti dove, a causa del contatto con i finimenti, si potrebbe avere l’insorgere di fiaccature.
Con la spugna inumidita si puliranno quindi (rigorosamente nell’ordine) occhi, froge, bocca, genitali esterni e ano.
Accarezzare tra le ganasce per verificare eventuali gonfiori ghiandolari. Una passata con il bruscone per criniera, ciuffo e coda il tocco finale col panno umido sul mantello e il cavallo sarà in ordine, pronto per essere sellato e affardellato.
All’arrivo della tappa finale della giornata si curerà di arrivare con il cavallo asciutto grazie a un lungo tratto di passo, se occorre anche facendo piede a terra.
Appena individuato il posto dove legare il cavallo si allenta di un buco il sottopancia. Si procede a togliere bisacce e quant’altro per preparare il campo, si allenta di un altro buco e si lascia solo con la sella per un altro quarto d’ora.
Poi con calma lo si sveste, facendo attenzione a correnti d’aria e al freddo se la stagione non è favorevole ed eventualmente mettendogli una coperta.
Quindi si puliscono e controllano i piedi, che non ci siano pietruzze o sassolini tra ferro e suola o incastrati nelle lacune del fettone.
Una volta ben asciutto il cavallo passare brusca e striglia con attenzione, osservando le sue reazioni: una insolita insofferenza alla striglia sulla schiena può essere il segnale di indolenzimento o dolore.
Una volta pulito il pelo è più facile verificare l’insorgenza di eventuali abrasioni o gonfiori sospetti e decidere il da farsi.
Osservate anche l’atteggiamento del cavallo e il suo sguardo: vi dirà se è stata una bella giornata di cammino anche per lui, l’obiettivo più importante da raggiungere per noi.
Il boccione, o tortore.
Un attrezzo di governo che si può improvvisare ovunque con un po’ di paglia. Utile nelle soste brevi o impreviste, quando il cavallo è bagnato di pioggia o sudore e per i soggetti delicati che soffrono il solletico della striglia. Per prepararlo si piega a metà una manciata di paglia pulita, si attorciglia ben stretta e si fanno rientrare i due capi finali all’interno. Qualche taglio perpendicolare agli steli lo rende ispido, così da spazzolare gentilmente il pelo dell’equino e togliere l’eccesso di umidità.
Foraggi e abbeverata
Il governo del cavallo comprende anche la cura dell’alimentazione. In particolare l’abbeverata e la qualità dei foraggi che somministrerete, che per forza di cose a ogni tappa saranno facilmente diversi. Non date per scontato che tutti i beverini funzionino, controllate sempre che il cavallo riesca davvero a bere dal secchio; il fieno ammuffito o polveroso non va dato, ma anche quello troppo ricco può causare danni.
Avevate già letto ‘Il benessere del cavallo for dummies’ nr.1 e nr.2?