Ferrara, 15 aprile 2022 – «Le piste equine sono poche e mal segnalate, un loro incremento porterebbe ad un aumento di turisti nel nostro territorio ed sarebbe un turismo di qualità che ama l’ambiente».
Lo dice Franco Aliprandi, sessantaquattro anni “di estrazione contadina ed onorato” sottolinea “di aver fatto parte del mondo dei vigili del fuoco per quarant’anni”, appassionato dello sport e soprattutto del mondo animale animale della salvaguardia della natura a tutto tondo quindi “dei dialetti e delle sane tradizioni”.
Tra i suoi hobby la fa da padrone l’equitazione Western applicata alle escursioni a cavallo che gli consentono confronto e incontri con persone, anch’esse in sella al cavallo, che hanno gli stessi interessi, ma provenienti da zone per tradizioni diverse.
Franco ama gli animali tanto che ha la compagnia di cinque cani e tre cavalli “che amo con tutto il rispetto possibile. Le piste che ci sono, un centinaio di chilometri circa nell’intero basso ferrarese – aggiunge – eppure abbiamo un territorio fantastico che sorprende sempre coloro che vengono a visitarlo col proprio cavallo. Per creare una ippovia serve davvero poco, ma non vedo la volontà di realizzarle da parte di enti che dovrebbero farlo. Il cavaliere è normalmente un turista medio che dona e spende dopo aver scoperto, in sella al proprio cavallo, il nostro bellissimo territorio e lo posso dire perché sono trent’anni che mi occupo di equitazione”.
Il sessantaquattrenne che vive in una frazione di Codigoro, ma in aperta campagna proprio per i tanti animali che possiede, ha maturato il brevetto federale di tecnico di equitazione ed è anche una guida equestre, grazie alla quale incontra amazzoni e cavalieri come lui (fa parte del sodalizio Natura a Cavallo e di Engea, n.d.r.) coi quali trascorre giornate memorabili cavalcando nel Delta.
Fra le sue altre passioni anche la scultura del legno dal quale ricava forme ed immagini in rilievo principalmente di cavalli e cani, senza contare le escursioni in gruppo, ovviamente a cavallo, percorrendo gli argini e le piste da Pomposa fino alla Fieracavalli di Verona, dove vengono accolti da uno straordinario successo e clamore.
“Chi ha la passione del cavallo, a parte che ama gli animali e l’ambiente perché non può esiste il contrario – continua Franco Aliprandi – proviene da tutte le parti d’Italia, ma poi nel basso ferrarese, a differenza di altre realtà, mancano le strutture ricettive e di ricovero del cavallo, salvo rare eccezioni che si contano sulle dita di una mano, e quindi è un turismo che dura un giorno. Se ci fossero luoghi di ricovero e piste, ben segnalate e sicure, che non siano solo l’arenile, seppur bellissimo, ci sarebbe un sicuro incremento di turisti”.
di Claudio Castagnoli, da Il Resto del Carlino edizione di Ferrara, foto archivio Aliprandi