Pyongyang, 17 ottobre 2019 – Impazza sul web l’immagine di Kim Jong-un, il ditattore nordcoreano, al galoppo sulle nevi del monte Paektu: abbiamo approfondito, e in effetti sembra che davvero il presidente del partito dei lavoratori coreano si diletti con l‘equitazione, visto che in tutte le fotografie del servizio non gli si possono muovere critiche equestri gravi – e il bel grigio che monta è davvero un signor cavallo, perbacco.
Insomma, più che sufficiente il cavaliere Kim: cosa poi ci sia dietro questsa cavalcata sulla montagna più alta della Corea del Nord, ormai nota per essere spesso scelta come ambientazione per soi shot fotografici che preludono, sempre, ad esternazioni di significativa importanza per la politica estera nordcoreana.
E se vi sembra strano che un Grande Timoniere dei nostri giorni monti in sella, sappiate che anche Mao Tse Tung (o Zedong, 1893-1976, dittatore cinese) ha avuto il suo momento equestre, seppur decisamente meno aulico e più rivoluzionario: in questa fotografia del 1947 presa nel Nord della Cina durante la Lunga Marcia lo possiamo vedere montato in sella ad un placido grigio di chiara origine mongola; le spoglie di questo cavallino sono conservate impagliate nel museo di Yan’an.
Mao tra l’altro amava scrivere poesie, e questo verso di una delle sue creazioni potrebbe (quasi) servire da didascalia a questo scatto:
“Montagna.
Frusto il mio veloce cavallo e non smonto di sella
e mi guardo dietro, meravigliato.
Il cielo è lontano solo tre piedi”.
Al momento non abbiamo notizia di poesie a tema equestre di Kim Jong-un, ma non escludiamo nessuna ipotesi in questo senso: perché quando ci si ispira, ci si ispira.