Trento, 31 ottobre 2017 – Un percorso fantastico per cavalli e cavalieri quello della Ippovia del Trentino Orientale: 400 chilometri che si snodano attorno al gruppo del Lagorai e dintorni scanditi in 15 tappe con 4 varianti di percorso, nel mezzo di un paesaggio da favola.
Ma in ogni favola c’è un mostro, un orco, un qualche cattivone che vuole provare a fare andare a rovescio tutto: in questo caso, la parte del guastafeste la fanno (un po’ prosaicamente, dobbiamo ammetterlo) le canaline per lo scolo delle acque che intersecano la strade agroforestali, quindi il 66% del percorso dell’ippovia.
E che hanno provocato già molti incidenti, facendo diminuire in modo sensibile la frequentazione del tracciato da parte degli appassionati di turismo equestre.
Ma sembra che le cose stiano cambiando: Sergio Cappello, presidente dell’Associazione Turismo Equestre del Trentino Orientale spiega che “…bisogna cambiare passo e stiamo lavorando per riuscire a ridare slancio a questa bellissima realtà…A maggio, su richiesta del Servizio Foreste e Fauna, abbiamo presentato una relazione, assieme ad altre associazioni del settore, per dare i nostri suggerimenti e proposte su come affrontare il problema. Secondo noi, per evitare l’azzoppamento dei cavalli, la soluzione migliore sarebbe quella scelta dalla Magnifica Comunità di Fiemme che ha posizionato delle canalette in ferro modello HEA 140. O, in alternativa, optare per una soluzione in legno con una doppia canaletta, 7,5 centimetri per due, in modo tale da impedire l’incastro dello zoccolo“.
Di tutto il tracciato solamente il tratto della Vigolana è oggi in sicurezza per i cavalli.
Speriamo che la collaborazione tra amministrazioni locali e tecnici del settore equestre porti ad un lieto fine: noi ci crediamo, a questo genere di favole.
Qui la notizia originale, e qui il sito ufficiale dell’ippovia