Modena, 20 agosto 2018 – E’ sempre meraviglioso scoprire il territorio del nostro bel paese in sella al nostro cavallo, che il viaggio duri poche ore o più giorni ad ogni passo ci sentiamo sempre più assieme al paesaggio che ci circonda e che si offre silenzioso al nostro passaggio, in tutta la sua bellezza e unicità.
Come in un dipinto, se osserviamo bene attraverso le orecchie del nostro fedele compagno di viaggio i colori della natura, li percepiamo più tenui ove essa è più gentile per poi accendersi ove è più rigogliosa magari mentre attraversiamo boschi di abeti, querce e castagni o cespugli di mirtillo e ginepro di cui questa zona dell’ Appennino Tosco-Emiliano è molto ricca.
L’ Asd Terre del Panaro di Marano SP propone un viaggio di tre giorni alla scoperta della storia e dei profumi e sapori della fertile provincia modenese che la sa lunga di tradizioni eno-gastronomiche; questa terra sembra essere avvolta in un’atmosfera da favola con un paesaggio interrotto spesso dagli antichi manieri che si ergono con le loro torri, silenziose testimoni del continuo assalto del turismo di massa ma anche di nuove forme di ‘Turismo Lento’ tra cui anche il Turismo Equestre che ha motivazioni del viaggiare molto più profonde, nel rispetto e nella conoscenza dell’ ambiente ma anche di se stessi.
E’ così che un trekking a cavallo diventa un viaggio nell’ anima del territorio appena scoperto, della natura e delle tradizioni storico-culturali-enogastronomiche; ed è così che un viaggio a cavallo diventa il tramite tra l’essere umano e la natura, durante il quale il semplice ascolto diventa la cura ed il balsamo naturale per ristabilire equilibri preziosi.
Lasciato il maneggio di Marano sul Panaro, si attraversano prati rigogliosi e verdeggianti coltivati a foraggio, una delle più grandi risorse economiche della zona che permette di avere sulle nostre tavole i prodotti alimentari tipici famosi in tutto il mondo.
La meta della prima giornata di viaggio è Pavullo nel Frignano passando dall’ antico borgo di Denzano famoso per la sua Torre, unica testimonianza dell’ antico maniero; un luogo ameno e silenzioso che si incontra percorrendo pochi km dal centro abitato di Marano in direzione Serramazzoni risalente all’ epoca Bizantina, attorno agli anni 1000 vi fu costruito un castello difensivo di cui oggi l’ unica testimonianza rimane la torre in un buon stato di conservazione.
Alla sommità del borgo vi è la suggestiva chiesa dei Santa Maria di Denzano, ricostruita quasi interamente nel ‘600 su di una pieve romanica del XIII secolo; di questa rimane solo la pregevolissima abside,suggestivo il sagrato a balcone che si affaccia sul declivio antistante.
Il percorso del primo giorno presenta difficoltà di livello medio ma lascia il tempo ai binomi di affiatarsi .
Dopo aver passato la notte al Ranch Il Mulino a Pavullo accuditi da il Paso (nome d’arte di Graziano),un uomo che ha dedicato una vita intera ai cavalli ed al suo Appennino modenese, si proseguirà alle prime ore della mattina alla volta di Polinago passando dal “Ponte d’ Ercole” il “diavolo nel bosco” così chiamato, da qui il nomignolo di “Ponte del Diavolo”, uno splendido monolite adagiato nel bel mezzo del bosco servito da uno splendido sentiero che ne fa meta ideale per curiosi e amanti dei funghi.
La formazione rocciosa è molto curiosa e la leggenda narra non essere stata creata dall’ uomo, da qui il nome evocativo.
La carovana di cavalli e cavalieri, prima di affrontare il terzo e ultimo giorno di viaggio, sarà ospitata dal maneggio che fu dell’amico Tiziano Bedostri, recentemente scomparso, proprio a Polinago, da qui si ripartirà alla volta di Marano seguendo il corso dei ruscelli passando dal suggestivo borgo di Brandola ove si intravedono i resti dell’ antico maniero raggiungibile dalla mulattiera e adagiato tra i gentili pendii del Frignano.
Impossibile tralasciare la visita al castello di Montecuccolo luogo impregnato di leggende e spiritualità per poi rientrare soddisfatti e arricchiti di natura e cultura in serata al maneggio.
Castello di Brandola “L’aria del paradiso è quella che soffia tra le orecchie del cavallo” (detto arabo)
Erge su uno sperone roccioso fu teatro di cruente lotte durante il XIII e il XIV secolo e fu più volte assediato, incendiato e distrutto. Oggi al posto della Rocca sorge la chiesa parrocchiale, ma il luogo conserva ancora tutto il suo fascino e l’aspetto di borgo medioevale. Ci si può smarrire per sentieri a caccia di funghi e castagne per imbattersi se fortunati nelle antichissime Acque del Bagno, che da tempo immemorabile scorrono sotto il tetto di una piccola capanna. Nel 1448 l’utilizzo di questa acqua minerale, nota anche agli antichi romani che si recavano al vicino santuario del Monte Apollo, risanò il bestiame della zona da un’epidemia altrimenti incurabile. Diffusasi la notizia negli ambienti medici e nella corte ducale, l’acqua fu addirittura sigillata in bottiglia e commercializzata (forse la prima della storia) e sia gli Este che i Montecuccoli ne facevano largo consumo. Oggi però assaggiarne il sapore straordinariamente dolce ed armoniosamente ferroso è un privilegio di chi si perde nei boschi senza tempo di Brandola.
Castello di Montecuccolo “Una cosa è immaginare questa natura, altra è viverla” (Walter Bonatti)
Il Castello di Montecuccolo sorge nella località omonima (873slm), sopra un rilievo roccioso nei pressi di Pavullo nel Frignano. Interessante la tipologia di costruzione che corrisponde alla tipologia classica del castello medievale. Vi si giunge passando da un fitto bosco, costeggiando il fiume Scoltenna e attraversando il caratteristico borgo medievale disposto a corona intorno al maniero. Il castello fu costruito con funzioni difensive nel 1019 e completato nel 1027, assieme ad altre torri sparse, la più importante delle quali era la torre Montecuccolo, ormai scomparsa. Per quanto l’architettura sia improntata a criteri di massima essenzialità e severità,consoni alla tipologia e all’epoca dell’insediamento, essa è fortemente caratterizzata da una diffusa e spiccata maestria scalpellina.
Eno-Gastronomia “A panza pina u s’ragiona mej” (detto emiliano)
L’ appetito vien mangiando ma anche cavalcando, dopo una giornata passata in sella si va alla ricerca di un po’ di relax ma solo dopo aver sistemato i cavalli che in tutti i punti sosta e punti tappa di queste zone possono godere di buon fieno prodotto in loco e fresca e verde erba. Le specialità culinarie sono molte e allieteranno anche i palati più esigenti, le portate vanno dagli affettati e formaggi accompagnati da tigelle e gnocco fritto, per poi passare ai succulenti primi come tortellini, ravioli e tagliatelle fatti in casa ripieni di spinaci o funghi a seconda della stagione. I sughi sono prevalentemente a base di carne, componente principale anche delle seconde portate, salsiccia, spezzatino e carne in umido non mancheranno di certo. Il tutto accompagnato dal diamante rosso della zona il Lambrusco che lo amiate fermo o frizzante.
Per info e prenotazioni:
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Comitato Organizzatore: Asd Terre del Panaro
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Piero Cell. +39 339 7842368
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e-mail: [email protected]
Comunicato Ufficio Stampa Fitetrec-Ante