Verona, 3 dicembre 2019 – E chi l’ha detto che la gente di cavalli può vivere solo in un habitat fatto di boiserie, stampe inglesi e trofei assortiti? Ovviamente, nessuno: il particolare tipo di umanità di cui amiamo parlare prospera notoriamente anche in contesti differenti, e una villetta a schiera o un open space possono contenere tanta passione per l’equitazione quanta è possibile trovarne tra più antiche mura.
Come dire, l’appartamento non fa il monaco e quello di Mauro Ferrari, il presidente di Natura a Cavallo, ne è una prova concreta.
Il contesto urbano e moderno (siamo a Pescantina, in Valpolicella) è apprezzabile, ma i dettagli più personali rimandano immediatamente a lunghe giornate in sella passate tra cavalli e amici, e le mazzarelle buttere collezionate e custodite con evidente orgoglio ci raccontano più di tante parole quale è il modo prediletto del padrone di casa per evadere dalla vita di tutta i giorni.
«Amo i cavalli da sempre» ci racconta Ferrari, «monto da quando avevo 10 anni, pur di stare con cavalli e pony guidavo anche i sulky ma ho avuto un cavallo mio solo dopo sposato: prima andavo in maneggio, ma preferivo già uscire in passeggiata piuttosto di rimanere a lavorare in rettangolo. L’equitazione di campagna mi permette di unire la passione per i cavalli a quella delle corse campestri, facevo gare di lunga distanza e anche quando sono in sella ho dentro la testa l’input ad andare lontano».
Obiettivo pienamente condiviso anche da Natura a Cavallo, sodalizio nato nel 1988 e di cui Mauro Ferrari è presidente: una associazione spiccatamente sovraregionale, che ha come scopo di far scoprire ai propri soci paesaggi differenti da quelli normalmente vissuti e tutta la cultura ad essi legata. Dalla gastronomia alla storia, dalle bellezze naturali a quelle artistiche le passeggiate di Natura a Cavallo sono sempre approfondimenti resi possibili dalle guide locali, soci che si mettono al servizio degli altri facendo da cicerone condividendo quella particolare conoscenza di un territorio che può avere solamente chi lo vive e lo percorre a cavallo abitualmente: un po’ come avere amici in ogni posto, ed in ogni posto sentirsi un po’ a casa, tra amici.
Caratteristica peculiare di ogni appuntamento dell’associazione è l’andatura: tutti al passo, e ordinatamente in fila per due.
Non solo per una questione di sicurezza – quelli di Natura a Cavallo sono sempre raduni molto numerosi che superano tranquillamente i 50, 60 binomi presenti – ma anche perché l’immagine generale in questo modo è più improntata all’ordine e, soprattutto, permette ad ognuno di parlare tranquillamente con amazzoni e cavalieri vicini: la convivialità è uno degli aspetti più importanti dell’esperienza ed è possibile soltanto in un contesto di calma.
Tanti amici, poche regole semplici semplici ma fondamentali: rispetto del cavallo, rispetto delle persone, rispetto dell’ambiente e delle proprietà attraversate.
Il cavallo è il primo amico, il compagno indispensabile per vivere queste giornate che proprio pensando a lui prevedono tempi comodi sia per l’escursione che per il rientro a casa: 30 km. al giorno in 5/6 ore di uscita sono lo standard che permette a tutti, bipedi e non, di godersi l’esperienza.
Tutti sono disponibili ad aiutare gli altri, senza invadenze né presunzione di convertire nessuno al proprio tipo di equitazione: e tutti hanno come obiettivo ultimo quello di lasciare un buon ricordo, così da creare una memoria positiva e aprire la strada nel migliore dei modi agli altri cavalli e cavalieri che verranno.
«Dobbiamo essere un detonatore positivo» conclude Ferrari, «dare una immagine positiva del mondo del cavallo, senza etichette di nessun genere. Chiediamo sempre il permesso di passare in corti e proprietà private, salutiamo e ringraziamo tutti: la gente deve rimanere contenta di aver visto passare i cavalli e i cavalieri, non vogliamo lasciare terra bruciata e campi rovinati da galoppate senza senso ma qualcosa di cui altri, dopo di noi, possano approfittare. E dare a tutti la possibilità di condividere la riflessione che fece una anziana suora quando con le consorelle ci accolse al Santuario di Monte Berico, in provincia di Vicenza: “Che fortunati voi a cavallo, noi dobbiamo guardare dove mettiamo i piedi quando camminiamo, voi invece avete qualcuno che lo fa al vostro posto”».
Perché chi va a cavallo, lo sappiamo bene, ha sempre un buon amico con sé.
Chi è Mauro Ferrari
Nato a Bussolengo, in provincia di Verona, il 20 maggio 1963, è imprenditore nel settore degli imballaggi alimentari in carta. Sposato, due figli che non vanno a cavallo (ma partecipano come accompagnatori) e una cavalla Tolfetana (o come precisa Mauro, Maremmana laziale) che si chiama Principessa. Con una storia particolare: rifiutata dalla madre, era stata letteralmente portata all’allevatore ancora ignaro della sua nascita da un’altra cavalla poco più grande e quindi tirata su con il biberon. Mauro la descrive così: «Generosissima, molto padronale, un vero trattorino: sa sempre quello che si deve fare e si adegua al momento contingente, col suo passo sicuro ti porta fuori dalle situazioni problematiche. Abbiamo tanta fiducia uno nell’altra, in 10 anni che siamo insieme non ho mai chiamato il veterinario: è rustica, resistente, forte. La monto con una scafarda del 1937, una sella non solo molto adatta a lei e al turismo equestre ma anche una citazione pratica della cultura e della tradizione equestri italiane: perché anche questo è un modo di tenerle vive».
La scafarda maremmana e la sua “mamma”, la Del Frate
La scafarda maremmana deriva direttamente dalla sella completa per batteria del Regio Esercito Italiano, conosciuta anche come sella Del Frate dal nome del colonnello Settimo Del Frate che la ideò nel 1906. Tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 la qualità dei cavalli era notevolmente migliorata, e il capitano Federigo Caprilli era riuscito a fare adottare ufficialmente il suo Sistema di Equitazione Naturale dal Regio Esercito.
Il Manuale dell’Istruzione a Cavallo per l’Arma di Cavalleria recitava: «non è possibile che il cavaliere abbia una buona mano senza un buon assetto», e la Del Frate era studiata per permettere il migliore assetto possibile ad un cavaliere che doveva portare con sè un ingombrante equipaggiamento.
La posizione del porta staffile è differente rispetto alle selle di tipo più vecchio, dove si trovava più vicino all’arcione; i grandi cuscini distribuiscono il peso di cavaliere ed affardellamento su una superficie ampia, arco anteriore e posteriore sono alti e larghi in modo da lasciare molto spazio sulla colonna vertebrale del cavallo e preservarlo nelle lunghe marce.
Natura a Cavallo
Natura a Cavallo intende dare le corrette informazioni sul cavallo, evidenziando le sue caratteristiche principali, i problemi a cui può andare incontro e, in pratica, propone (onestamente) come si debba accudire un così splendido esempio della natura, che non è una moda e neppure oggetto sempre pronto all’uso!
Il cavallo di Natura a Cavallo è pacato, sereno, tranquillo e guarda altrettanto serenamente un ambiente naturale da difendere e da preservare nei suoi diversi aspetti. Chi meglio del cavallo può rappresentare il mezzo ideale per vivere e conoscere tutto ciò, per avvicinarsi alla naturale armonia del mondo in modo giusto e coerente, riscoprendo per incanto il gusto delle cose semplici e genuine?
In più ogni raduno e appuntamento è pensato per accogliere anche gli accompagnatori e i familiari non cavalcanti: perché anche la famiglia deve avere la possibilità di divertirsi, e invece di creare problemi (con musi lunghi e scontenti vari che aspettano a casa) Natura a Cavallo li risolve, e tutti sono più felici.
Contatti: Via Lora 41 – Pescantina (Verona)
Telefono +39 348 7110245 Email: [email protected]
Da Cavallo Magazine di maggio 2019