Bologna. 20 dicembre 2019 – Diciamolo, l’equitazione di campagna è spesso vista come la Cenerentola delle discipline equestri: un po’ come se chi va per sentieri con il proprio cavallo lo facesse perché non capace di andare bene in concorso, piuttosto che in dressage.
Claudio Fabbri, invece, tiene a sottolineare con vigore quanto sia importante per l’amazzone e il cavaliere che si cimentano in questa esperienza possedere nozioni tecniche ben solide, e una profonda consapevolezza nell’applicarle: ed è esattamente per questo che ci piace il suo libro.
Dove la capacità tecnica, a sua volta, è intesa non solo fine a se stessa ma soprattutto come metodo per instaurare un corretto dialogo ed una proficua collaborazione con il proprio cavallo, così da permettere al nostro compagno di uscite in ambiente di essere veramente un partner volenteroso e attivo, che partecipa con buona volontà e piacere alle nostre escursioni.
E Fabbri non le chiama mai passeggiate, sia chiaro: che il termine riduttivo può indurre una sottovalutazione della situazione, e portare quindi ad un conseguente eccessivo rilassamento nell’affrontarla.
Altra cosa che abbiamo molto apprezzato in questo testo è la capacità di motivare correttamente i perché dell’importanza di certe regole che non vengono mai trattate come dogmi, ma correlate esplicitamente alle loro dirette conseguenze: una dimostrazione ulteriore della finezza di chi scrive, e del suo aver approfondito i vari problemi affrontati.
La finezza di approccio è confermata, ad esempio, da una chiosa dell’autore circa il lavoro in piano, l’addestramento del cavallo e gli aiuti del cavaliere: «Proprio questo lavoro di pulizia e affinamento», scrive Fabbri, «porterà a ricavare un assetto neutro in sella, a vantaggio della comunicazione del binomio e facendo scaturire, come risultato, la percezione di tutta una serie di sfumature trasmesse dal cavallo che potranno consentire non solo un eccellente dialogo ma anche predisporre in anticipo tutti gli interventi necessari a limitare ed evitare problemi di maggiore entità».
Sarà che si tratta di comunicazione, ma che dobbiamo dirvi: anche per noi è fondamentale.
Lodevole (e significativo) lo spazio dedicato nel volume ad uno dei pochi scritti del capitano Federigo Caprilli, il Padre del sistema naturale di equitazione, pubblicato nel 1901 sulla Rivista di Cavalleria: la sua descrizione del cavallo di campagna è, a tutt’oggi, più che valida.
L’equitazione in campagna di Claudio Fabbri, edita in proprio a Montalcino (Si) nel 2017